“Donne Chiesa Mondo”, il silenzio delle vittime di ingiustizie in Africa

Vatican News

Sul numero di settembre del mensile de L’Osservatore Romano, la direttrice dell’Osservatorio Mondiale delle Donne indica il pericolo più grave e importante nei casi di violenza e discriminazione contro le donne nel continente africano: il fatto che chi subisce nella maggior parte dei casi tace. Per questo L’Osservatorio si è impegnato ad ‘ascoltare per trasformare le vite’

di ADELA GONZÁLEZ*

«Un grande problema nella lotta contro violenza e la discriminazione sulle donne è il silenzio delle vittime». Questa è una delle affermazioni più frequenti delle esperte. Attraverso l’Osservatorio Mondiale delle Donne (WWO) dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC) ci siamo impegnati ad «Ascoltare per trasformare le vite». Il primo obiettivo, raggiunto, era quello di ricevere le risposte al sondaggio «Il grido delle donne africane», attraverso il quale abbiamo ascoltato 10.790 donne di 37 Paesi africani.

Come siamo riusciti a far sì che le donne, abituate al silenzio di fronte alle ingiustizie, parlassero di questioni così intime come la violenza di genere o pratiche come la mutilazione genitale femminile? Nell’ UMOFC abbiamo migliaia di donne membri di organizzazioni femminili cattoliche di 50 Paesi che, a partire dalla loro parrocchia o comunità, accompagnano la vita delle loro vicine, con mutua fiducia e amicizia. La sfida è stata, quindi, quella di formare le donne africane della rete UMOFC come corrispondenti sociali, in grado di ascoltare le esperienze di altre donne e di trasformarle in risultati quantitativi e qualitativi che potessero essere analizzati nel quadro di una ricerca. In questa indagine si approfondiscono le esperienze delle donne in relazione a diversi tipi di violenza, il modo in cui essa influisce sullo sviluppo della loro vita e come la resilienza e la solidarietà vanno rendendo possibili migliaia di storie di trasformazione personale e comunitaria.

Nel maggio 2022, 40 donne leader di organizzazioni cattoliche di 16 Paesi africani hanno partecipato a un workshop a Nairobi per formarsi come corrispondenti sociali. Hanno riflettuto sull’ “arte dell’ascolto”, ispirandosi al dialogo di Gesù con la Samaritana e con i discepoli sulla strada di Emmaus. Una metodologia semplice ma efficace: avvicinarsi alle persone con empatia e offrendo all’altra persona la sicurezza che tutto ciò di cui parlerà sarà confidenziale.

Da lì, siamo state in grado di creare una grande rete capace di arrivare fino al villaggio più piccolo. Alcune donne ne hanno formato altre come corrispondenti sociali e insieme siamo riuscite a intervistare più di 10.000 donne. Abbiamo così potuto raggiungere l’obiettivo che avevamo sperato. Ora, continuiamo a camminare insieme, rafforzando una potente rete di congregazioni religiose e organizzazioni femminili cattoliche laiche che lavorano insieme nella speranza.

*World Women’s Observatory UMOFC