Don Bignami, il futuro del pianeta si gioca sulla sostenibilità

Vatican News

Francesca Sabatinelli e Luca Collodi – Città del Vaticano

È il momento per i cattolici di prendere coraggio e assumersi le proprie responsabilità. È l’incitamento arrivato stamattina dall’omelia pronunciata da monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, durante la Messa che ha aperto, a Taranto, la seconda giornata di lavori della 49.ma Settimana sociale dei cattolici, dal titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso”, quest’anno incentrata sulle tematiche della Laudato si’ e sulle buone pratiche da adottare per salvare il pianeta.

Russo, prendiamoci cura delle città

“Questo tempo ci ha smascherati – ha detto Russo – ha tirato fuori le nostre vulnerabilità, ci ha fatti scoprire deboli, impauriti e indifesi e perciò chiediamo il coraggio di essere sinceri”. Il presule ha quindi invitato a farsi “prendere dall’amore di Dio” per essere sinceri, a partire da Taranto, città che, negli anni, “ha mostrato a tutti la sua fragilità, le sue crepe più intime e oggi con grande tenerezza si dona allo sguardo di tutti, ci accoglie tra le sue strade e le sue strutture, ci invita a guardare meglio quello che spesso abbiamo visto in tv”. Russo ha quindi sollecitato tutti a “imparare come prenderci cura di Taranto e di tutte le città e i Paesi che noi abitiamo: questa mi sembra la postura giusta per questi giorni così intensi”

A Taranto la Chiesa dialoga col mondo

Le parole del segretario generale della Cei fanno seguito ai messaggi che avevano segnato, ieri, la prima giornata di lavori, primo fra tutti quello di Papa Francesco che, rivolgendosi alla platea della Settimana sociale, aveva invitato a “camminare con audacia sulla strada della speranza”, esortando i cattolici a un “obbligo di svolta”, così come chiesto dal “cambiamento di epoca” che si sta attraversando. Sulla stessa linea gli interventi del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e di monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato Scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali che, parlando delle sfide che il pianeta pone, avevano indicato che è “a Taranto che la Chiesa dialoga con il mondo”.

Il lavoro, un prendersi cura 

Taranto, città devastata dall’inquinamento per la presenza dell’ex Ilva, simbolo di un’idea di lavoro e di produzione che necessariamente deve cambiare, è da questo doloroso esempio che don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei, spiega come oggi, seguendo le indicazioni della Laudato si’, il futuro non sia dato dato dal aut-aut, e cioè: o economia, o ecologia, o lavoro, o salute, quanto piuttosto dall’et-et, cioè dal tenere insieme questi aspetti. Questa, precisa Bignami, “è la prospettiva grande del futuro, che il lavoro è un prendersi cura. Allora, ogni impostazione, ogni attività, deve sempre più oggi pensarsi come sostenibile. Questo è il grande tema della sostenibilità ambientale, della sostenibilità sociale, della sostenibilità economica, di ogni attività imprenditoriale-lavorativa”, è su questo, avverte, che ci si gioca “il presente e anche il futuro”.

Ascolta l’intervista con don Bruno Bignami

I cristiani, segno di speranza per tutti

È quindi “importante aiutare tutti a capire, come ci dice Papa Francesco, che il nuovo paradigma è quello dell’ecologia integrale, vuol dire che accanto al grande tema dell’ambiente, ci deve essere quello di una salvaguardia del lavoro, di una salvaguardia della dignità della persona”, di qui la necessità, sempre con la Laudato si’ come riferimento, di capire che “non esistono due crisi, quella sociale e quella ambientale, ma un’unica crisi socio-ambientale”, e che si rende necessario non guardare al solo tema ambientale, ma entrare in una prospettiva dell’ecologia integrale. L’augurio è quindi che sia sempre più presente una “comunità cristiana appassionata del bene comune e che in questo momento storico sia di diventare un segno di speranza per tanti”. Se questo dovesse accadere, conclude monsignor Bignami, sarebbe “un bene per tutti, anche per non credenti”.