Chiesa Cattolica – Italiana

Disabilità, le esperienze di chi ha scelto di stare dalla parte della dignità

Nella Giornata internazionale dedicata al tema, che si celebra il 3 dicembre, L’Osservatore Romano riporta l’attività dell’Opera della provvidenza Sant’Antonio tra laboratori e musica, per promuovere la cultura dell’accoglienza

di Giada Aquilino

«La spontaneità nei rapporti, la genuinità nella relazione, il concedersi il tempo che serve per fare le cose, il chiedere aiuto con dignità e onestà, l’affidarsi agli altri con semplicità». È questo il dono che le persone con disabilità, qualsiasi essa sia, riescono a condividere con la collettività, secondo don Roberto Ravazzolo, direttore generale dell’Opera della provvidenza Sant’Antonio (Opsa), di Sarmeola di Rubano, alla periferia di Padova, che, in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, organizza una due giorni di eventi, sabato e domenica, all’insegna dell’inclusione.

La fondazione della diocesi di Padova da oltre sessant’anni è impegnata nei servizi alle persone con disabilità intellettiva e fisica e agli anziani non autosufficienti. A metà del secolo scorso, racconta don Ravazzolo, l’Opera fu voluta dall’allora vescovo di Padova, Girolamo Bartolomeo Bortignon, che aveva constatato la situazione di reale bisogno e profonda emarginazione in cui vivevano tante persone con gravi disabilità, in una condizione che il sacerdote non esita a definire di «stigma sociale» e in una società in cui non era maturata «la cultura dell’accoglienza».

Le attività iniziarono nel 1960. «Quando è nata, la struttura ospitava esclusivamente ragazzi e adolescenti, poi negli anni — prosegue don Ravazzolo — la popolazione dell’Opera è andata progressivamente invecchiando, anche se alcuni di loro sono ancora presenti in struttura. Grazie ai cammini di inserimento scolastico e lavorativo e di permanenza delle persone con disabilità nella vita ordinaria della famiglia o del paese di riferimento, maturati col tempo, oggi abbiamo con noi solo qualche giovane: l’accoglienza è dedicata soprattutto alle persone adulte». Sono 563 gli ospiti, tra i 380 dell’area disabilità e quelli dei padiglioni per i religiosi e le religiose anziani, per i malati di Alzheimer, per le situazioni più gravi.

Quello al fianco delle persone disabili è un cammino che i 573 dipendenti della struttura percorrono ogni giorno «con l’obiettivo di dare dignità alla persona, servendola nel nome di Cristo e come farebbe Cristo», spiega il direttore generale. «C’è inoltre un altro punto: fornire assistenza non come elargizione di una bontà che sostanzialmente mantiene la persona con bisogni particolari, ma come mezzo per portare l’individuo, in questo caso con disabilità, a fruire dei propri diritti». Ecco perché, prosegue don Roberto, «riteniamo che sia veramente indispensabile continuare a promuovere una campagna di sensibilizzazione all’insegna dell’inclusione», trasformando l’indifferenza in prossimità, l’esclusione in appartenenza, come auspicato più volte da Papa Francesco nei sui interventi: il Pontefice, nell’intenzione di preghiera per questo mese di dicembre, ha auspicato che le persone con disabilità siano al centro dell’attenzione sociale.

«Oltre ai laboratori di cucito, di découpage, di piccolo artigianato, abbiamo diversi progetti di inserimento nella vita del paese. Uno per esempio riguarda i rapporti di vicinato, che prevede la partecipazione alle attività del quartiere: la band dei nostri ospiti, assieme a qualche educatore, l’Andamento lento band, va ad animare momenti di vita della comunità, della scuola, del centro sportivo. Poi abbiamo l’Orchestra di cartone, un gruppo musicale con una cinquantina di nostri ospiti che si sono costruiti i propri strumenti da soli, con cartone e cartapesta, e interpretano brani musicali su una base registrata: credo davvero che non ci sia orchestra che suoni con più passione della nostra», riflette il sacerdote con una punta di soddisfazione e insieme di commozione.

Proprio la band e l’orchestra animeranno gli eventi della Opsa & Friends, il 2 e 3 dicembre. Sabato pomeriggio è in programma un concerto al teatro Verdi di Padova, con la direzione artistica di Alessandra Pascali e la partecipazione di Paolo Vallesi, Vittorio Matteucci e Alice B, preceduto la mattina da un corso di formazione. Domenica sarà invece la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità a fare da filo conduttore all’incontro “Basta l’inclusione!”, nel pomeriggio al centro culturale San Gaetano della città veneta. Lo stesso giorno sarà disponibile sui canali social e web della Rai la miniserie “Il bene, che opera!”: l’autore è Marco Sanavio, direttore della comunicazione istituzionale dell’Istituto universitario salesiano di Venezia e Verona (Iusve)/Sdbm.

La miniserie è composta da sei episodi, con sottotitolazione e audio descrizione a cura di Rai pubblica utilità, in cui altrettante persone che lavorano e frequentano l’Opsa raccontano la quotidianità dell’area disabilità della struttura. «Tutti ci hanno testimoniato — spiega Sanavio, che nell’occasione ha collaborato con Matteo Contarin ed Elisabetta Francescon — di aver dovuto superare dei limiti personali e anche dei limiti che nella realtà ci sono nei confronti della disabilità, che di fatto è un ostacolo concreto che ogni giorno “blocca” le persone, ma quanto più le si sa integrare e si sanno superare tali ostacoli tanto più le persone vivono con un orizzonte migliore». Si rivela «cosa la disabilità abbia generato in chi l’ha accostata, come le vite di ciascuno siano cambiate in rapporto alle esperienze fatte, ma si affronta anche — aggiunge — la questione dei diritti, parlando di come noi possiamo non solo garantirli ma anche rispettarli, perché spesso le nostre azioni quotidiane, quando parcheggiamo nel posto sbagliato o ostruiamo un marciapiede, vanno di fatto a violarli».

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