Chiesa Cattolica – Italiana

Dio e il creato nella pittura di Friedrich

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Un pittore romantico, divenuto simbolo di un’epoca. Caspar David Friedrich (1774-1840) è considerato il più rappresentativo esponente della pittura del Romanticismo tedesco. A lui è dedicata la mostra itinerante promossa dal Meeting per l’amicizia tra i popoli “Friedrich, un viandante in un mare di luce”. Rinviata lo scorso anno a causa della lockdown, l’esposizione nel corso del 2021, non appena le condizioni lo permetteranno, sarà allestita in varie sedi, tra Verona e Brescia, ed è stata al centro lo scorso 9 febbraio di una presentazione sui canali Facebook e Youtube dell’organizzazione no profit Rivela, promotrice di varie mostre itineranti.

Burrone roccioso nelle montagne di arenaria dell’Elba, olio su tela dipinto fra il 1822 e il 1823

Il viandante, la nebbia e la certezza della fede

Durante la diretta web inserita nel ciclo di eventi online «Il dono della speranza. Testimonianze da un tempo difficile» non poteva mancare un riferimento al capolavoro di Friedrich: «Il viandante sul mare di nebbia», un olio su tela del 1818 e conservato alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo. E’ un’opera emblematica della spiritualità cristiana del pittore: un personaggio di spalle in cima ad un monte, guarda un paesaggio avvolto da una coltre di nebbia, attraversata dalle rocce e dal profilo della cima del Rosenberg. E’ quest’altura della Svizzera boema nell’immaginario di Friedrich a rappresentare Dio, una presenza forte e rassicurante che non abbandona nel cammino di una vita, fatta di prove e incertezze, ma anche dalla consolazione della fede.

La croce sulla montagna (1807 1808) – Gemäldegalerie di Dresda (Germania)

La montagna

Certamente non è stata immune da sofferenze, lutti, malattie e angoscia l’esistenza di Friedrich, artista profondamente religioso che individuava nella centralità di Cristo il senso della storia. Un pittore della natura, che non dipingeva all’aria aperta, ma nel silenzio del suo studio. Solitario, amante delle camminate in montagna e appassionato disegnatore della natura, amico di grandi intellettuali tedeschi del tempo, Friedrich sapeva cogliere il bello di ciò che osservava per parlare della presenza di Dio e della morte quale passaggio verso la vita eterna. “Devo concedermi totalmente a ciò che mi circonda, unirmi alle mie nuvole e alle rocce, per riuscire ad essere quello che sono. La Natura – scriveva Friedrich – mi serve per comunicare con la Natura, e con Dio”.

Abbazia nel querceto, (1808) Alte Nationalgalerie, Berlino

La sorgente dell’arte

“Il pittore non deve soltanto dipingere ciò che vede davanti a sé, ma anche ciò che vede in sé”. Nell’unione fra la visione esterna e la visione interna Friedrich indicava dunque l segreto per un quadro autentico e sincero. “L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che l’artista ne sia conscio, per impulso interiore del cuore.” La mostra itinerante è stata presentata per la prima volta al Meeting di Rimini del 2002 per offrire un incontro con un grande artista e con la sua proposta di cercare la presenza immancabile di Colui che ci ama sempre per primo in ogni istante della vita, e di saper ascoltare la Sua consolazione nella natura e nella sua bellezza.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti