Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Digiunare sì, ma come? E da cosa? Il Papa in questi anni di Pontificato lo ha ripetuto in lungo e in largo nei suoi messaggi per la Quaresima: il digiuno non riguarda solo il cibo. Non vuol dire privarsi della barretta di cioccolato, dei dolci in generale o della carne ma di tutto ciò che limita, confonde e distrae dal rapporto con Dio e con il prossimo. E quindi il denaro, l’avidità, la brama di potere, la superbia, il desiderio smodato di accumulare e consumare, anche a scapito degli altri. Perciò può essere opportuno digiunare da internet, dalla TV, da certe abitudini malsane che spesso sfociano in vere e proprie dipendenze; digiunare dal peccato ricorrente e ancor più da ciò che può far male, distruggere l’uomo e il Pianeta. Il digiuno ci riporta a dare il giusto valore alle cose, va fatto in segreto, senza sbandierare il sacrificio che esso comporta, custodito nell’intimo del proprio cuore, con umiltà e coerenza, senza trucchi, ipocrisie né cercando l’approvazione umana. Ma, scrive il Papa “Se la preghiera, la carità e il digiuno devono maturare nel segreto, non sono segreti i loro effetti”. Esse non sono medicine solo per noi, ma per tutti: “possono infatti cambiare la storia”, togliendo persino forza alla violenza a cui da giorni ormai, con la guerra in Ucraina, stiamo dolorosamente assistendo.
Cosa fare concretamente
Perciò il Movimento Cattolico Globale per il Clima (GCCM – Global Catholic Climate Movement), durante l’ultimo incontro degli animatori Laudatosi si’ sul tema “Se vuoi la pace, prepara la pace”, ha proposto di digiunare dal gas, tra i protagonisti di questo conflitto marchiato dal sangue degli innocenti e da fortissimi interessi economici. Negli anni passati il GCCM, aveva scelto, in Quaresima, di promuovere il digiuno dalla plastica e dalle altre sostanze responsabili dell’inquinamento della Terra. Ma oggi dire no ai combustibili fossili, no al saccheggio e al conflitto vuol dire ancora di più chiamare l’intera famiglia umana alla corresponsabilità. In attesa di scelte green da parte dei governi europei e non solo e dell’accelerazione degli investimenti per energie rinnovabili e idrogeno, in attesa pure che l’Ue modifichi il quadro delle forniture di gas naturale, per recidere il cordone ombelicale con la Russia e diminuirne la dipendenza, ognuno di noi, può fare la differenza. Come? Abbassando la temperatura dei riscaldamenti in casa, usando con parsimonia l’acqua calda o valutando impianti di riciclo dell’acqua stessa, consumando cibi freddi o cucinati senza l’ausilio del gas. Verificare l’efficienza di finestre e infissi e magari decidere di sostituirli o di inserire materiali di isolamento termico.
Rompere il legame tra estrazione di combustibili fossili e guerre
Come Movimento Laudato Si’ in Italia – si legge nel comunicato di questa iniziativa – invitiamo dunque ad unirvi in un “digiuno dal gas” in solidarietà con i nostri fratelli e sorelle colpiti dalla guerra in Ucraina e tutti i profughi a causa dei conflitti nel mondo che non hanno acqua calda con cui lavarsi, una fiamma con cui cucinare, un calore con cui scaldarsi e tante altre privazioni quotidiane. E’ un digiuno che vuole anche essere denuncia di come l’industria dei combustibili fossili, il suo potere economico sproporzionato, l’influenza politica e la natura distruttiva delle sue attività, hanno portato ad una connessione frequente tra l’estrazione di combustibili fossili, la sofferenza umana, la distruzione del Creato ed il conflitto. Con questo gesto simbolico vogliamo fare la nostra parte con stili di vita sostenibili per una transizione energetica più equa. Come durante la pandemia da COVID-19, la salute è passata prima degli affari di questa economia del saccheggio, digiunando dal gas, durante questa Quaresima, vogliamo chiedere che i diritti umani, la libertà, la democrazia vengano messi al primo posto.
L’appello alla solidarietà e all’azione
A richiamare il mondo su questa urgenza è Svitlana Romanko, responsabile delle campagne zero combustibili fossili del Movimento Laudato si’ che vive a Ivano-Frankivs’k, in Ucraina. “Non potevamo immaginare una guerra nel XXI secolo, nel cuore dell’Europa, mentre parliamo di democrazia, di diritti umani e invece – dice Romanko – ci siamo ritrovati ad essere epicentro della distruzione, delle morti, delle bombe che inevitabilmente oltre a provocare vittime, scaldano la Terra e distruggono l’uomo e il Creato. Conosciamo tutti la speculazione che esiste sui combustibili fossili, le lotte di potere attorno al gas…Perciò io sono qui per fare un appello alla solidarietà e all’azione, come ha affermato anche Papa Francesco, sapendo che l’obiettivo finale della comunità umana è l’abolizione della guerra. Tutti – prosegue – possiamo digiunare dal gas nelle nostre abitazioni e persuadere governi, istituzioni, parrocchie e conferenze episcopali dei vari paesi sull’opportunità di una transizione energetica verde che sarà finalmente pulita dal sangue, dalle sofferenze, dai morti. Noi possiamo essere il cambiamento!” Svitlana Romanko insiste sulla necessità di modificare i nostri stili di vita cominciando proprio nella Quaresima, tempo opportuno di conversione, per poi proseguire saldi in questa direzione.
Preparare la pace con scelte quotidiane
“E’ così che si costruisce la pace – conferma Cecilia Dall’Oglio, direttrice dei programmi europei del Movimento cattolico globale per il clima. La pace va preparata, come una foresta che cresce. Con scelte che partono dal basso, con interventi mirati che progressivamente potranno traghettare il mondo fuori dalle fonti fossili, ma anche rifiutando quella che il Papa definisce ‘cultura dell’indifferenza’ e testimoniando la sofferenza di fratelli e sorelle stretti nella morsa di interessi particolari che cercano guadagni economici o politici a breve termine. Ogni giorno con le nostre scelte possiamo applicare sanzioni a questa economia che uccide, di cui la guerra è solo un aspetto, per quanto atroce e più doloroso”.