Chiesa Cattolica – Italiana

Dicastero per la Comunicazione, l’impegno a diffondere “il bene e il bello”

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Il Dicastero della Comunicazione ha celebrato un momento di festa nel giorno del suo patrono, l’arcangelo Gabriele, riunendo come ogni 29 settembre la sua comunità di lavoro. La mattinata ha avuto inizio con l’intervento del prefetto del Dicastero Paolo Ruffini, che è tornato a parlare degli incontri sinodali avvenuti negli ultimi mesi con i dipendenti. Ringraziando tutti per “la franchezza, la condivisione e la creatività delle proposte”, Ruffini ha sottolineato l’importanza dell’incontro, che implica il dialogo e dunque l’ascolto. Quindi ha ricordato a tutti l’unicità dei media vaticani, un luogo “dove convivono culture diverse, lingue diverse, ma tutte unite da ciò che ci trascende”, mettendo in luce la bellezza di tale contesto. In tal modo il comunicatore ha il compito di “vedere il bene e il bello che ci unisce e che troppo spesso diamo per scontato”, sforzandosi di “capire insieme gli errori fatti, senza nascondere criticità e problemi” così da “immaginare insieme il futuro”. La diversità nell’unità è dunque la caratteristica del Dicastero della Comunicazione: “Laici e chierici, uomini e donne, di Paesi diversi, con mestieri e carismi differenti, impegnati – ha rimarcato – su mezzi di comunicazione diversi”. “La sinodalità – ha concluso – si può scegliere come stile di vita, così da essere comunità non solo sul luogo di lavoro”. 

La teologia degli angeli 

Alle 11:30, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, è stata celebrata la Messa, presieduta da monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero. L’omelia è stata incentrata sugli angeli e gli arcangeli, sul loro servizio e sull’importanza della missione. “La teologia degli angeli è bella ed importante, perché – ha spiegato – ancora una volta manifestano la presenza di Dio nella storia dell’uomo, non come qualcosa di lontano, ma vicino fino al punto di capire la storia e agire in essa. Gli angeli, come i custodi, e ancor più gli arcangeli, come i nostri tre patroni, sono gli inviati, in situazioni critiche della vita dell’essere umano per aiutarci nel camminare, perché Dio mai ci lascia da soli, non esiste combattimento nella storia nella solitudine, senza la tenera presenza di Dio”. Quindi monsignor Ruiz ha voluto riflettere sul ruolo dei giornalisti e più in generale dei comunicatori. “Anche a noi è stata affidata questa missione. Nel nostro ministero del comunicare, associati al ministero petrino, anche noi dobbiamo proteggere, guarire e salvare il Popolo di Dio facendole arrivare la Buona Novella e la verità, perché nella missione affidataci dobbiamo comunicare verità e speranza che possono cambiare la storia delle persone e del mondo”.

I riconoscimenti

Al termine della Messa, nella Sala S. Pio X del palazzo di via della Conciliazione, sede della direzione del Dicastero, si è svolta la cerimonia di consegna delle onorificenze pontificie ad alcuni dipendenti che si sono distinti per impegno e professionalità nel proprio lavoro. Sono state consegnate anche le targhe commemorative per i programmi della Radio Vaticana come quella per i 30 anni del Programma in lingua swahili, festeggiati proprio due giorni fa. Il trentennale segna in realtà un ritorno dell’idioma africano, la cui storia nell’emittente pontificia è ben più antica. Il 6 novembre 1961, alle ore 11:15, Papa Giovanni XXIII inaugurò le trasmissioni quotidiane verso l’Africa e appena sei ore più tardi, alle 17:15, andava in onda anche la prima emissione in lingua swahili, curata dai Padri Bianchi. Le trasmissioni furono poi interrotte a metà degli anni Sessanta per riprendere stabilmente nel 1992. 

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