Dentro la residenza estiva dei Papi, tra arte, fede e natura

Vatican News

Il Palazzo papale di Castel Gandolfo è il luogo dove per secoli i Papi hanno trascorso l’estate. Dal 2016 aperto al pubblico come Polo Museale propone oggi una nuova sezione espositiva e la visita al Giardino del Moro e al Giardino Segreto. Oltre alla retrospettiva storico documentaria “Castel Gandolfo 1944”, ancora in corso, il Palazzo si prepara ad accogliere anche la mostra di due capolavori dei Musei Vaticani. Barbara Jatta: “Vogliamo arricchire l’offerta di questo luogo meraviglioso”

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Dai tempi di Urbano VIII Barberini fino ai nostri giorni è stato la residenza estiva dei Papi. Sorto sui resti di una delle più famose ville dell’antichità, l’Albanum Domitiani, imponente villa di campagna dell’imperatore Domiziano, il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo ha rappresentato per secoli continuativamente, ad eccezione degli anni post-unitari e fino al Trattato Lateranense, un luogo riservato alla villeggiatura dei Pontefici che qui venivano a ritemprare le forze, generalmente nei mesi più caldi dell’anno.

Il Palazzo Papale di Castel Gandolfo

La vita quotidiana dei Papi

Paolo VI e Pio XII vi trascorsero le loro ultime giornate terrene. L’ultimo a soggiornarvi, dopo Giovanni Paolo II, è stato Benedetto XVI nelle settimane antecedenti il suo trasferimento nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Gli ambienti in cui si svolgeva la vita quotidiana del Papa, accessibili fino a pochi anni fa solo ai loro stretti collaboratori, sono perfettamente integri e dal 2016 per volere di Papa Francesco sono stati aperti ai visitatori: dalle stanze dell’attività ufficiale come la Sala del Concistoro, la Sala dei Palafrenieri, la Sala del Trono o la Sala degli Svizzeri a quelli privati come la camera da letto, la cappella privata con la copia della Madonna di Czestochowa, la biblioteca, lo studio.

Le Collezioni Storiche nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo

Si ha davvero l’impressione che la vita non si sia mai fermata in queste stanze. L’immaginazione e il ricordo rendono ancora palpabile la vita che qui si svolgeva: dalle udienze ai momenti di raccoglimento e preghiera che per tanti anni hanno caratterizzato le ferie del Successore di Pietro.

La camera da letto del Papa

Le nuove aree espositive

Il Polo Museale del Palazzo di Castel Gandolfo offre inoltre la possibilità di accedere alle Collezioni Storiche e, novità degli ultimi mesi, alle nuove aree espositive inaugurate a febbraio con la mostra Castel Gandolfo 1944, commemorativa dei mesi in cui la residenza, godendo dei privilegi della extraterritorialità, fino alla liberazione di Roma diventò per volere di Pio XII Pacelli punto di riferimento ed asilo sicuro per le popolazioni locali in fuga dai bombardamenti.

La mostra Castel Gandolfo 1944

Castel Gandolfo 1944

“Il 1944 fu un anno drammatico per la storia italiana – spiega a Vatican News il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta – un anno di guerra, un anno di sbarchi di Alleati mentre era ancora in corso l’occupazione tedesca di Roma, un anno di bombardamenti, paura, terrore. Pio XII insieme ad Emilio Bonomelli, allora direttore delle Ville Pontificie, aprì le Ville agli sfollati, tra i 12mila e i 13mila sfollati. Questi mesi di accoglienza sono stati caratterizzati anche da momenti drammatici. Nel bombardamento del 10 febbraio 1944 sono morte più di 500 persone. È una parte drammatica di questa storia e quindi abbiamo pensato che andasse raccontata, così come andasse raccontata tanta accoglienza e le tante cose belle di quei mesi in cui nacquero nel letto del Papa più di 40 bambini. I primi furono due gemelli Eugenio Pio e Pio Eugenio, chiamati così in onore del Papa.  Il giorno dell’inaugurazione della mostra alcuni sopravvissuti ci hanno raccontato di quei momenti. Ad esempio un particolare che anche i documenti documentano: i paesi locali dipingevano i tetti di bianco e giallo, perché Roosevelt aveva dichiarato che la Santa Sede sarebbe stata neutrale e quindi risparmiata dai bombardamenti. Tanti hanno riconosciuto fotografie di parenti tra quelle in mostra. L’esposizione è molto significativa per la comunità di questi luoghi, ma è anche un monito per tutti: la guerra è una realtà terribile”.

Ascolta l’intervista a Barbara Jatta

Lo spazio espositivo in cui è allestita la mostra è una novità all’interno del percorso di visita del Polo Museale di Castel Gandolfo. Viene dunque arricchita l’offerta per i visitatori?

Il Polo Museale del Palazzo Papale di Castel Gandolfo nasce già qualche anno fa con l’intenzione di Papa Francesco di offrire la residenza estiva dei pontefici di Castel Gandolfo a un pubblico molto più vasto. Lui decise che non andava in vacanza e quindi valutò questa cosa e affidò alla direzione dei Musei e dei Beni culturali l’attività museale di accoglienza dei visitatori. Negli anni si è andata sviluppando. Attualmente stiamo valorizzando proprio il Palazzo papale attraverso una serie anche di esposizioni temporanee, per fare in modo che tutti coloro che intendono visitare questo polo museale possano avere l’occasione di godere non soltanto delle bellezze di questo luogo che da una parte si affaccia sul lago di Albano, dall’altra ha un panorama mozzafiato su tutta Roma e i dintorni fino al mare. È un luogo veramente magico.

Il Palazzo Papale di Castel Gandolfo

La visita offre la possibilità di entrare all’interno dell’appartamento pontificio. Per secoli è stato riservato solo ai Pontefici e ai loro stretti collaboratori. Possiamo definirlo come uno spaccato di vita quotidiana dei Papi di storia recentissima?

Assolutamente sì. Benedetto XVI ci ha vissuto fino all’anno in cui ha deciso di lasciare il pontificato ed è qui che si è ritirato per un periodo prima di andare nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Qui si è svolta la vita di tanti pontefici del secolo scorso anche dei secoli passati. I luoghi dove il Papa riceveva, viveva, scriveva, dormiva, pregava nella sua cappella privata, si possono visitare al secondo piano del Palazzo.

Arazzo: Pesca miracolosa, Serie con le storie degli Atti degli Apostoli (detto della Scuola Vecchia) © Musei Vaticani

Dopo “Castel Gandolfo 1944” prevedete altre mostre?  

Sì, assolutamente. A brevissimo, a fine marzo, un altro spazio espositivo verrà inaugurato con una importante mostra dedicata ad Antonio Allegri detto il Correggio. Esporremo un’opera della nostra Pinacoteca Vaticana. Così come porteremo un arazzo della Scuola Vecchia di Raffaello concepito per la Cappella Sistina, tra l’altro il più bello. Si tratta de “La pesca miracolosa”. Vogliamo in questo modo arricchire l’offerta che questo Palazzo meraviglioso può offrire.

La Cappella di Urbano VIII

Sono previste anche visite speciali? Mi riferisco a stanze o luoghi particolari, solitamente chiusi al pubblico?

Sì, ci sono dei reparti solitamente chiusi. C’è una bellissima cappellina di Urbano VIII con degli affreschi di Simone Lagi, veramente qualcosa di preziosissimo. Ma anche spazi che raccontano la vita intima dei pontefici: la sala di biliardo, la Sala della musica. Si tratta di stanze che generalmente non facciamo vedere al visitatore ordinario, ma che su richiesta possiamo aprire. Inoltre non dobbiamo dimenticare le diverse offerte del Polo Museale del Palazzo di Castel Gandolfo: l’antiquario di Villa Barberini, ovvero quel luogo che raccoglie testimonianze preziosissime provenienti dalla grandiosa residenza di campagna dell’imperatore Domiziano su cui le Ville e lo stesso Palazzo Barberini è stato costruito, ma anche la Specola Vaticana che è una realtà di scienziati e di studiosi degli astri costituita da un gruppo di gesuiti che da secoli se ne occupa. Abbiamo valutato insieme a loro di farla conoscere ancora di più. Quindi abbiamo aperto le porte non soltanto degli osservatori, ovvero due grandi cannocchiali, ma anche tutto un percorso espositivo che racconta le attività degli scienziati e lo studio sulle meteoriti. Tra l’altro una volta al mese, e questa è una straordinaria novità, si può partecipare alle osservazioni notturne, quando la Luna lo permette, guidate da astrofisici e guide specializzate. Supportiamo la Specola nel comunicare al mondo, ai visitatori, questo aspetto straordinario di scienza e di attenzione alla ricerca del nostro creato che tanti non conoscono.

La Specola Vaticana

Scienza, arte, storia. Tutto in un’ottica di fede…

Sentendo parlare gli scienziati della Specola, si ha esattamente questa percezione: la scienza è al servizio della fede. Tutto è correlato ed è importante condividere anche questa istituzione così particolare in seno al Vaticano.

Il Giardino Segreto

Una domanda sui giardini afferenti al Polo Museale di Castel Gandolfo: il Giardino del Moro e il Giardino Segreto. Due gioielli dell’arte botanica che con la bella stagione ormai alle porte rendono questa visita ancora più allettante…

Sono due appendici del Palazzo papale di Castel Gandolfo che generalmente avevamo valutato di non far visitare. Invece abbiamo deciso di organizzarci per una loro apertura. Offrono non soltanto uno spaccato interessantissimo di un luogo ameno da dove puoi vedere tutta Roma e tutti i dintorni, ma al tempo stesso c’è anche un affaccio sul Lago di Albano e su Rocca di Papa e su questo spazio naturalistico meraviglioso che sono i Castelli Romani. Si tratta di un’occasione che ulteriormente arricchisce l’offerta del Polo cosiddetto museale naturalistico di Castel Gandolfo.