Fausta Speranza – Città del Vaticano
“Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio”. Sono parole del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel discorso al Parlamento dopo il giuramento per il secondo mandato oggi pomeriggio, in cui ha espresso raccomandazioni e indicato priorità. Hanno segnato l’intervento di Mattarella in Aula cinquantacinque applausi e un’ovazione finale durata oltre tre minuti. “I grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale – ha avvertito – impongono soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità dei problemi e non soltanto agli interessi particolari”.
Il pensiero a Papa Francesco
Mattarella ha rivolto un pensiero a Papa Francesco, “al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano”, riscuotendo uno dei lunghi applausi dei parlamentari e delegati regionali in Aula che hanno accompagnato l’intervento.
Le ragioni del secondo mandato
Il capo dello Stato ha parlato di attese spiegando che “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà”. “Leggo questa consapevolezza dei rischi nel voto del Parlamento, ha affermato il capo dello Stato aggiungendo: “Il voto ha concluso giorni travagliati per tutti, anche per me”. Dunque, ha spiegato: “Questa stessa consapevolezza ha motivato il mio sì e sarà al centro del mio impegno di Presidente della Repubblica nell’assolvimento di questo nuovo mandato”.
Tra le priorità
Mattarella ha indicato l’obiettivo di “una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche”. L’Italia sia “un Paese che cresce in unità, in cui le disuguaglianze, territoriali e sociali, che attraversano le comunità vengano meno”. Nella visione di Mattarella c’è un’Italia che “offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del popolo”. “Un’Italia – ha proseguito – che sappia superare il declino demografico cui l’Europa sembra condannata”. Un’Italia che tragga vantaggio dalla “valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione”. Un’Italia “impegnata nella tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni”. “L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa”, ha ribadito Mattarella ricordando che il Paese è il maggiore beneficiario del programma Next Generation e che si deve “rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale”.
L’impegno del governo Draghi e di tutti
“Su tutti questi temi – all’interno e nella dimensione internazionale – è intensamente impegnato il governo guidato dal presidente Draghi”, ha affermato Mattarella, ricordando che è “nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e che è ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell’Europa”. Dunque, al governo “un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”.
“La stabilità di cui si avverte l’esigenza – ha detto Mattarella – è fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune”. Ha parlato di “tempi duri che siamo stati costretti a vivere” che – ha chiarito – ci hanno lasciato “una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i concittadini”. Lo sguardo è rivolto al governo ma anche ai cittadini: “L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno. Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati”.
La dignità delle persone “interrogata” da migrazioni e povertà
Il termine dignità è forse quello più ricorrente nel discorso del presidente italiano che ha promesso che sarà “come pietra angolare” dell’impegno, della passione civil richiesti. Ha sottolineato che la dignità viene “interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri”. “E’ anzitutto la nostra dignità – ha sottolineato – che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani”. “Costruire un’Italia più moderna è il nostro compito – ha ribadito – ma affinché la modernità sorregga la qualità della vita e un modello sociale aperto, animato da libertà, diritti e solidarietà, è necessario assumere la lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche pubbliche”. Mattarella ha parlato di dignità anche per ribadire che significa “garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente”.
Sul piano internazionale no a esibizioni di forza
“Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale”, ha affermato ancora Sergio Mattarella, aggiungendo: “Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini”. In aderenza alle scelte della Costituzione, la Repubblica italiana – ha ricordato – ha sempre perseguito una politica di pace. In essa, con ferma adesione ai principi che ispirano l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato del Nord Atlantico, l’Unione Europea, l’Italia ha “costantemente promosso il dialogo reciprocamente rispettoso fra le diverse parti affinché prevalessero i principi della cooperazione e della giustizia”.
Nell’Ue rendere strutturali gli impegni presi in emergenza
“I popoli dell’Unione Europea – ha detto il capo dello Stato – devono esser consapevoli che ad essi tocca un ruolo di sostegno ai processi di stabilizzazione e di pace nel martoriato panorama mediterraneo e medio-orientale. Non si può sfuggire alle sfide della storia e alle relative responsabilità”. Dunque, “rafforzare l’Italia significa anche metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia. L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti”. “La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Ue protagonista nella comunità internazionale”.
Lo scandalo delle morti sul lavoro
Forte il richiamo allo scandalo delle vittime di incidenti sul lavoro. Dignità – ha detto Mattarella – è “azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita”. Dunque, l’appello del capo dello Stato: “Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli”, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro e rimasto ucciso per un incidente. “Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società”.
Marginalità femminile e giovani in periferie esistenziali
A proposito di lavoro, Mattarella ha sottolineato che: “Nell’ultimo periodo gli indici di occupazione sono saliti ed è un dato importante ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo, oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano. Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali”. “è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni”.
L’inaccettabile violenza sulle donne
“Dignità è impedire la violenza sulle donne”, ha affermato infine con forza il capo di Stato definendo il fenomeno “una profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”.
Una riforma della giustizia e rinnovato rigore
Rivolgendo un saluto rispettoso alla Corte Costituzionale, presidio di garanzia dei principi della Carta costituzionale e nell’inviare un saluto alle Magistrature che Mattarella ha definito “elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della società”, il presidente ha voluto sottolineare che “un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia”, sottolineando che “per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”. E’ forte l’appello: “E’ indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore”.
Il ruolo dei partiti
“I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali. Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica”. Lo ha detto il presidente Mattarella aggiungendo: “Il parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione. Anche sul piano etico e culturale, è necessario proprio nel momento della difficoltà sollecitare quella passione che in tanti modi si esprime nella comunità”. Spazio ai giovani: “Occorre che tutti, i giovani in primo luogo, sentano su di loro la responsabilità di prendere il futuro sulle loro spalle, portando nella politica e nelle istituzioni novità ed entusiasmo”.
Il parlamento e il tempo
“Una riflessione si propone anche sul funzionamento della democrazia, a tutti i livelli”, ha asscurato Mattarella spiegando: “Proprio la velocità dei cambiamenti richiama, ancora una volta, il bisogno di costante inveramento della democrazia. Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione”. Ha messo in luce che “l’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte”. E c’è una raccomandazione precisa: “Quel che appare necessario, nell’indispensabile dialogo collaborativo tra governo e parlamento, è che particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese l parlamento sia sempre posto in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi. Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione”.
I rischi per la democrazia
A livello mondiale Mattarella ha evidenziato gli attacchi alla democrazia che giungono da “poteri forti sovranazionali che tendono ad aggirare il processo democratico” e, su un altro piano, la pressione che viene “da regimi autocratici che tendono ad apparire più efficienti di quelli democratici” le cui decisioni basate su libero consenso prendono tempi diversi ma che sono invece “più solide ed efficaci”. Il presidente della Repubblica a questo proposito ha parlato di “sfida mondiale”.
La forza della cultura con il pensiero a Monica Vitti
“L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura”, ha ribadito Mattarella affermando che “la cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana”. Dunque il richiamo: “Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni – da preservare e sostenere – divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni”. “Consentitemi – ha aggiunto – di rendere omaggio a Monica Vitti grande protagonista della vita culturale del Paese”.
Il ricordo di Sassoli
Mattarella ha ricordato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso a inizio anno affermando che “la sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le istituzioni democratiche ai livelli più alti, è entrata nell’animo degli italiani”. E ha ricordato: “Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in pubblico dopo aver detto: “La speranza siamo noi”.