Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“L’intuizione carismatica del beato Francesco ha guidato tante donne e tanti uomini di diverse nazioni e lingue alla sequela del Vangelo e grazie all’opera della famiglia salvatoriana ha contribuito alla diffusione del messaggio di salvezza in oltre 50 Paesi”. Lo ha sottolineato il cardinale vicario Angelo De Donatis durante la Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano con il rito di beatificazione di Francesco Maria della Croce Jordan, fondatore della Società del Divin Salvatore e della Congregazione delle Suore del Divin Salvatore.
Tre fili e due verbi
Il cardinale De Donatis, ricordando la testimonianza del nuovo beato, ha indicato tre fili. “Il primo è meditare la Scrittura”: solo “frequentando” la Scrittura, leggendola meditandola, “si acquisisce la saggezza spirituale per l’annuncio”. Il secondo filo è la sintesi dell’opera missionaria del beato Francesco della Croce: “Annunciare a tutti, per salvare tutti”. Il terzo filo, ha detto il cardinale vicario, è la comunione apostolica, “l’unità che siamo chiamati a testimoniare nella vita”. Il porporato si è poi soffermato sui due verbi che ricorrono molte volte nei testi del beato Francesco: annunciare e salvare. Parole che devono risuonare anche nel tempo in cui viviamo. Un tempo che ha bisogno “di un annuncio d’amore, di una prospettiva di salvezza, di uno sguardo verso il cielo, verso l’eternità, per superare il vuoto, la noia, l’apatia, l’indifferenza, la superficialità”.
Una vita in missione
Francesco Maria della Croce Jordan ha trascorso la sua vita con una missione: quella di portare e far conoscere la parola di Gesù. Nato il 16 giugno del 1848, all’età di 29 anni entra in seminario e nel 1878 viene ordinato sacerdote. Mentre si trova in Terra Santa, ha l’ispirazione di fondare un’opera completamente dedita alla diffusione della fede. Così l’8 dicembre 1881 dà inizio a Roma alla Società del Divin Salvatore (Salvatoriani). Sette anni dopo fonda a Tivoli la Congregazione delle Suore del Divin Salvatore (Salvatoriane). Nel 1893 la Congregazione di Propaganda Fide affida ai Salvatoriani la prefettura apostolica della missione di Assam in India. Nel primo Capitolo generale della Società del Divin Salvatore, nel 1902, viene eletto superiore generale a vita. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale si trasferisce a Friburgo. Muore l’8 settembre 1918 a Tafers, in Svizzera.
Ispirati dalle opere dei primi apostoli
Il nuovo beato – ha detto nell’omelia il cardinale De Donatis, ricordando alcuni momenti della vita di Francesco Maria della Croce Jordan – aveva pienamente compreso “la forza evangelizzatrice della comunione apostolica, dell’armonia tra le persone che annunciano il Vangelo”.
Fondando la società apostolica del Divin Salvatore con lo scopo di proclamare Cristo come Rivelatore dell’unico vero Dio che salva, volle unire insieme sacerdoti, consacrati, consacrate e laici. Fu ispirato a creare un gruppo, una società di persone in cui tutti i carismi e i ministeri risplendessero e fossero espressi ed esercitati. Egli desiderava che nella condivisione dell’unico carisma i membri della Società Apostolica venissero ispirati dalla testimonianza, dalle parole e dalle opere dei primi apostoli.
La famiglia salvatoriana
“Oggi il testimone della santità del beato Jordan – ha detto in fine il cardinale De Donatis – passa nelle mani di ciascuno di noi”. È affidato alla famiglia salvatoriana. La Società del Divin Salvatore è una congregazione religiosa internazionale. Oggi i membri della Società sono impegnati in attività apostoliche in 40 Paesi nel mondo. Le suore del Divin Salvatore sono presenti in varie regioni e sono impegnate a costruire ponti di carità e giustizia con i popoli del mondo intero.