Chiesa Cattolica – Italiana

Davos, il grido di Oxfam: siamo all’apartheid vaccinale

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Al via oggi fino a venerdì prossimo, per il secondo anno consecutivo in modalità virtuale a causa del Covid-19, il World Economic Forum di Davos. Ad aprire i lavori l’intervento in video-conferenza del presidente cinese Xi Jinping e del fondatore e presidente esecutivo del Forum, Klaus Schwab. Sullo sfondo la denuncia e i dati del rapporto sulle disuguaglianze stilato dalla Ong Oxfam: 163 milioni i nuovi poveri a causa delle disuguaglianze esacerbate dalla pandemia. 

Aumenta la disuguaglianza 

È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite. Ogni minuto 15 persone nel mondo perdono la vita per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, a causa della fame e della violenza di genere. Il Covid-19 ha reso le disparità ancora più acute, favorendo chi già apparteneva all’1% della popolazione più ricca del pianeta. Oxfam denuncia quanto sta accadendo a due anni dall’avvento del nuovo coronavirus, sottolineando come a pagare il prezzo più alto siano sempre i soggetti più fragili da un punto di vista sociale ed economico. 

Vaccini per pochi

Un esempio lampante – si legge nel rapporto “La pandemia della disuguaglianza”, pubblicato in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos – è rappresentato dall’attuale contesto pandemico con poche potenti multinazionali in grado di monopolizzare la produzione dei vaccini e trattamenti salvavita, che determina quello che viene definito un apartheid vaccinale con conseguenze fatali per coloro che non sono vaccinati, ma anche per coloro che sono vaccinati, a causa dell’aumento del rischio di nuove varianti che possono rendere inefficaci i vaccini esistenti. Secondo Oxfam ad essere messo in crisi è lo stesso sistema democratico, permettendo che vi siano persone lasciate sole dinanzi ad una battaglia globale. 

Sempre più poveri 

L’esito di tali disparità è certificato dai numeri presentati da Oxfam. La pandemia ha infatti portato a un forte aumento della povertà in tutto il mondo. Ci sono oggi 163 milioni di persone in più che si stima vivano con meno di 5,50 dollari al giorno rispetto al 2019. Ma – nota l’organizzazione internazionale – se nel 2020 la maggior parte delle persone ha registrato un calo nei livelli reddituali, nel 2021 lo scenario appare mutato. Confrontando le differenziate traiettorie di ripresa economica tra i Paesi, la Banca Mondiale prevede infatti che i redditi del 20% più ricco della popolazione mondiale saranno in risalita, recuperando quasi la metà di ciò che hanno perso nel 2020, mentre quelli delle persone meno agiate perderanno un ulteriore 5% rispetto al primo anno di pandemia. Dinanzi ad un simile scenario, i livelli di povertà non torneranno a quelli dello scorso decennio neanche nel 2030. 

Le risposte possibili

Nei primi due anni di pandemia i dieci uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15mila dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. “Il problema non è puntare il dito contro di loro, ma evidenziare che anche in questi due anni nel mondo la ricchezza si è creata, ma anziché andare a risolvere i grandi problemi globali, è finita nelle mani di pochi”. Lo afferma Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento Campagne e Programmi in Italia di Oxfam, nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News.

Ascolta l’intervista ad Elisa Bacciotti

“Questo è l’effetto di un sistema economico mondiale malfunzionante, che non è cambiato neanche dinanzi ad un fenomeno distruttivo e globale come la pandemia”, osserva Bacciotti. “In questo momento meno dell’1% dei vaccini prodotto dalle grandi multizionali ha raggiunto le persone che vivono in Paesi a basso reddito, non a caso la percentuale di morti di questi Paesi è doppia rispetto a quelli più sviluppati”. Ma quali le risposte possibili? “Davos sta diventando un appuntamento sempre più importante, che non si esaurisce in cinque giorni, ma risulta essere un luogo di dibattito permanente. Crediamo – spiega – che sia la sede per fare proposte ambiziose e dunque speriamo che si arrivi alla decisione di sospendere i brevetti sui vaccini Covid-19. Un altro auspicio – conclude – è che si ridisegni un’architettura globale in tema di tassazione, come già si è detto all’ultimo G20. Idee che possono tramutarsi in iniziative globali, come già accaduto in passato, soluzioni comuni che stanno compiendo i primi passi e che ora meritano una maggiore ambizione per uscire tutti insieme da questa situazione”. 

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