Chiesa Cattolica – Italiana

Dal Papa vicinanza e affetto al Festival di Mediterranea

Francesco scrive a don Mattia Ferrari in occasione della riunione a Roma dell’organizzione umanitaria. In mattinata è intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che sui migranti ha rimarcato la necessità di salvare vite umane

Alessandro Guarasci – Città del Vaticano

“Invio a tutti voi un cordiale saluto assicurando la mia vicinanza e il mio affetto. Prego per voi, per favore fatelo per me”. E’ il cuore del messaggio che Papa Francesco invia a don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, per il Festival della ong, fondata da Luca Casarini, che si è aperto oggi a Roma. Le parole del Pontefice sono una forma di incoraggiamento per chi ogni giorno solca il mare con la nave Mare Jonio in soccorso dei migranti che dall’Africa cercano di raggiungere l’Europa.

Il cardinale Zuppi: non si può morire di speranza

Alla Città dell’Altra Economia sono decine i volontari di Mediterranea arrivati da tutta Italia. E a parlare con loro c’è pure il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, che si concede anche una foto con i volontari della ong. “Non si può morire di speranza”, dice il porporato che rimarca come “l’umanitario” non debba “mai essere identificato col buonismo e non” debba “mai essere messo in discussione”. Zuppi fa notare che “nell’umanitario c’è una urgenza che è tutt’altro che accondiscendenza, pressappochismo o addirittura, come si arriva a dire, complicità. Dire questo dell’umanitario è pericolosissimo, è come se nella parabola evangelica il missionario fosse accusato di complicità”, “non c’è nessuna complicità e nessun fare le cose perché conviene”. Il presidente della Cei, quindi lancia un monito: “Non si metta in discussione il principio di salvare le vite”, e poi ringrazia Mediterranea per far conoscere tante situazioni legate ai migranti.

Contro i reati minorili puntare sull’educazione

Il cardinale, a margine del Festival, parla anche della richiesta di perdono alla città dell’arcivescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia dopo l’uccisione del musicista Giovanbattista Cutolo. “Ho sentito stamattina don Mimmo Battaglia – dice – l’ho molto ringraziato per le cose che ha detto, per la richiesta di perdono che è anche la mia, è anche un impegno su cui lui, la città di Napoli, deve sentire la vicinanza di tutta la Chiesa”. Per prevenire reati del genere, dunque, “serve sia inasprire le norme che l’educazione. Ma sicuramente se non si punta sull’educazione è difficile pensare di risolvere” il problema della delinquenza giovanile.

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