Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Un contributo del Papa per l’Istituto “Giuseppe Toniolo” destinato agli studenti meritevoli ma con minori possibilità. Nel giorno in cui viene elevata agli onori degli altari Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica, che tanto impegno profuse per l’Ateneo e soprattutto per i ragazzi, il cardinale Pietro Parolin annuncia il dono del Pontefice all’Istituto di Studi Superiori con sede a Milano, quale segno di vicinanza e incoraggiamento per coloro che stanno costruendo il proprio futuro. Il segretario di Stato lo scrive in una lettera inviata all’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, presidente del Toniolo, in occasione della 98.ma Giornata dell’Università Cattolica.
Fuoco, speranza, servizio
La prestigiosa università celebra il centenario della fondazione: un secolo scandito da “molti e significativi” eventi e da una “tradizione di vicinanza e di sostegno” dei Papi e della Santa Sede, scrive Parolin. Che ricorda il videomessaggio del Papa per l’inaugurazione dell’anno accademico, il 19 dicembre 2021, per rilanciare l’incoraggiamento all’Università Cattolica a coltivare “il fuoco e l’ardore degli inizi”, coltivare “la speranza”, aiutando i giovani “ad affrontare in modo consapevole e competente le sfide di un’epoca in rapida trasformazione”, e custodire “lo spirito di servizio per continuare a porsi come incisivo fermento culturale e valido ambiente educativo a servizio della società e della Chiesa”.
Conforto a chi soffre
Tre le parole, ancora mutuate dal Papa, che il cardinale propone per indirizzare la missione dell’Ateneo: “Ricordo, passione e conforto”. Quindi, “fare memoria grata del cammino compiuto e dei doni ricevuti, per continuare a farli fruttificare”; passione, “per assumere ‘lo stile di Dio’ che si manifesta nella vicinanza, nella compassione e nella tenerezza, soprattutto verso i più fragili”. E conforto per le persone più bisognose di cure e sostegno, soprattutto oggi, in questi “momenti difficili che stiamo vivendo a causa di molteplici sconvolgimenti a cui è sottoposta l’umanità”.
Omaggio a Armida Barelli
Il segretario di Stato si sofferma poi sulla figura di Armida Barelli, oggi proclamata beata a Milano insieme al sacerdote Mario Cicero dal cardinale Marcello Semeraro. È dedicato a lei, “La zingara del buon Dio” – come recita il titolo del volume di Ernesto Preziosi di cui il Papa firma la prefazione – il tema della 98.ma Giornata della Cattolica: “Con cuore di donna al servizio della cultura e della società”. “Un atto di doveroso omaggio – scrive Parolin – a colei che ha contribuito – con la sua intensa spiritualità francescana e la fede incrollabile nel Sacro Cuore, con la sua formidabile capacità di animare e organizzare il sostegno alla nascente istituzione accademica, con la sua spiccata sensibilità educativa ed ecclesiale – a realizzare ‘il miracolo’ dell’Università Cattolica”. Una espressione, questa, coniata da Pio XI, in riferimento all’impressionante mobilitazione che la Barelli, nella sua veste di cassiera, riusciva a realizzare attorno all’annuale giornata dedicata all’Ateneo.
Operatrice di pace
Il porporato ricorda ancora la testimonianza della nuova beata, “sia di santità personale sia di impegno ecclesiale e sociale”, in una stagione drammatica comq quella delle due Guerre mondiali che ha costituito uno dei passaggi cruciali della storia recente. “Oggi, in mezzo a grandi tensioni e nuovi conflitti, vogliamo ricordarla anche come operatrice di pace che sempre ha saputo porre segni di riconciliazione e di speranza”, scrive nella lettera a Delpini, dove aggiunge: “Molti aspetti della vita e dell’opera della Barelli hanno precorso i tempi e hanno intuito profeticamente le direttrici su cui la Chiesa era chiamata a muoversi”. E anche per i giovani l’impegno della Barelli fu “geniale e operoso”, tradotto nella fondazione e nella guida per trent’anni della Gioventù femminile di Azione Cattolica e nella stretta collaborazione con padre Agostino Gemelli “al fine di garantire ai cattolici italiani, e non solo, uno spazio di libertà formativa dove fosse possibile coniugare le più alte competenze scientifiche con i valori morali e la responsabilità per la costruzione del bene comune”.