Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Rifugiati che fanno lavori di sartoria. Ragazze madri con i loro bambini. Disabili che creano ostie e realizzano violini con il legno dei barconi dei migranti. Musicisti di un’orchestra multietnica che esegue i brani di Nicola Piovani. Volontari, collaboratori, persone da Spagna, Brasile, Argentina. Un’umanità variegata e festante si è presentata oggi agli occhi di Papa Francesco: è il popolo della Fondazione “Casa dello Spirito e delle Arti”, onlus attiva a Milano dal 2012 nel campo delle arti, della cultura e della promozione sociale che ha come obiettivo quello di mettere al centro la dignità di ogni essere umano. Soprattutto di chi vive condizioni di fragilità.
Semi di speranza
“Semi di speranza”, definisce Francesco i suoi ospiti, che accoglie in Sala Clementina dove entra mano nella mano con due bambini che gli sono corsi incontro, al suo ingresso, per abbracciarlo. Con il vostro lavoro e la vostra testimonianza “date dei segnali che si oppongono alla cultura dello scarto, purtroppo diffusa”, afferma il Pontefice. “Voi cercate di costruire, con le ‘pietre scartate’, una casa dove si respiri un clima di amicizia sociale, di fraternità. Non tutto è facile – lo sappiamo – non sono tutte ‘rose e fiori’! Ognuno di noi ha i suoi limiti, i suoi sbagli e i suoi peccati. Tutti noi. Ma la misericordia di Dio è più grande, e se ci accogliamo come fratelli e sorelle Lui ci perdona e ci aiuta ad andare avanti”.
Il grazie ai detenuti
Il Papa ricorda “con gratitudine” quanti danno il loro contributo all’opera della Fondazione. E rivolge un pensiero “grato e orante” a Marisa Baldoni, fondatrice della onlus insieme ad Arnoldo Mosca Mondadori, che questa mattina ha introdotto l’udienza. Il “mio amico”, lo definisce Papa Francesco. Un grazie particolare lo rivolge ai detenuti delle carceri di San Vittore a Milano, Opera e Alba, i direttori e il personale, per il loro lavoro: “Sono attività artigianali, e hanno anche un valore simbolico cristiano: preparare le ostie per la celebrazione eucaristica; costruire strumenti musicali con legno recuperato dalle barche dei migranti; la falegnameria, come San Giuseppe e Gesù; la produzione del vino, che è il simbolo della festa, ricordiamo le nozze di Cana!”. Questi lavori sono il segno concreto della mission della onlus, che vuole far esprimere i talenti individuali e recuperare la dignità di ognuno attraverso progetti e laboratori.
Un violino realizzato col legno dei barconi
Tra saluti e ringraziamenti, l’udienza si è conclusa tra le note del “Violino del mare”, brano composto dal maestro Piovani ed eseguito dai musicisti di un’orchestra multietnica dove è presente anche un violino realizzato con il legno dei barconi dei migranti. “Vi ringrazio ancora e vi incoraggio a continuare il cammino”, il Pontefice. “Che abbiate sempre tra di voi e nei vostri laboratori lo spirito della casa di Nazaret!”.