Da Trieste un appello di pace rivolto alla politica, “la più alta forma di carità”

Vatican News

Otto tra le principali sigle cattoliche lanciano il loro richiamo soprattutto a chi si candiderà alle prossime elezioni europee affinché ci si prodighi per la pace, “ostinato e creativo dovere” dei politici. La richiesta è di non dimenticare la responsabilità nei confronti “dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide”

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La guerra che non è mai una soluzione alle tensioni tra popoli e nazioni, “ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e in particolare per i più deboli, che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto”. Parte da questo un appello lanciato da alcune delle principali realtà cattoliche, rivolto alle forze politiche e a chi si candida alle prossime elezioni europee. L’invito è ad assumersi “esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la Pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica”.

L’appello a chi guiderà l’Unione europea

Acli, Agesci, Azione cattolica italiana, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimento cristiano lavoratori, Movimento politico per l’unità e Rinnovamento nello Spirito, ritrovatisi in questi giorni a Trieste per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo “Al cuore della democrazia”, dal 3 al 7 luglio nella città capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia, sono i primi firmatari dell’Appello di Trieste per la pace, con il quale viene rivolto “un appello accorato per la pace ai leader dei Governi, ai rappresentanti delle istituzioni”, in particolare a chi si propone per guidare l’Unione europea.

Le parole di Papa Francesco

Nel testo si ricorda come soltanto pochi giorni fa il Papa abbia “ribadito in modo inequivocabile” che non ci si deve dimenticare delle guerre, che bisogna pregare per la pace e che la guerra è sempre una sconfitta. I firmatari quindi citano, tra i tanti conflitti che imperversano nel mondo, quello in Ucraina e quello in Terra Santa, sottolineando gli effetti devastanti, per persone e ambiente, provocati dall’uso di armi sempre più potenti. “In questa ora così terribile per il mondo – si legge – sentiamo di essere chiamati a una conversione profonda e a dare un giudizio comune e chiaro: la Pace è il dovere della politica. Un ostinato e creativo dovere”.

L’Ue, costruita sull’utopia della pace

Nel ricordare anche i numerosi richiami del presidente italiano Sergio Mattarella al ruolo decisivo dell’Unione europea, “sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace”, l’appello ricorda la responsabilità di tutti nei confronti “dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide”.

La politica, alta forma di carità

Non ci si può rassegnare, quindi, al fatto che “la retorica bellicista e la non cultura dello scontro” invada la vita, le relazioni personali, sociali e politiche. L’impegno che viene assunto è quindi quello di operare sul “terreno educativo e formativo, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel dialogo per il bene comune con le donne e gli uomini di buona volontà”. Oggi più che mai, è la conclusione, “la politica è ‘la più alta forma di carità’ se persegue la pace”.