Da Santa Sede e Onu appello ad una solidarietà umana e fraterna

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Presentare l’Enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale e riflettere sull’impatto che la crisi, generata dall’attuale pandemia, sta avendo sulla comunità internazionale e sull’intera famiglia umana. Sono state queste le finalità dell’incontro tenutosi nel pomeriggio, on line, promosso dalla Missione permanente della Santa Sede presso l’Onu a Ginevra, e organizzato dalla Missione dell’Ordine di Malta presso le Nazioni Unite a Ginevra, dalla Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni, dal Forum delle Organizzazioni non governative cattoliche, dalla Pontificia Università Lateranense e dalla Fondazione Caritas in Veritate.

Sentirsi fratelli

L’incontro, moderato nella prima parte dall’osservatore permanente della Santa Sede a Ginevra l’arcivescovo Ivan Jurkovič, si è aperto con le riflessioni del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Il porporato ha offerto alcuni spunti di riflessione su come l’Enciclica di Papa Francesco possa essere considerata uno strumento diplomatico vivo. Il cardinale Parolin ha anche indicato una priorità: quella “non più di fronteggiare, ma di preparare un progetto in grado di rispondere a ciò che viene dopo”. “In questa prospettiva – ha detto il porporato – l’ordinamento giuridico non ha più necessità solo di regole comuni, ma che queste siano efficienti ed efficaci rispetto alle situazioni di oggi”. “L’elemento in più è la responsabilità individuale e la capacità di sentirsi fratelli, cioè di far propri i bisogni degli altri attraverso una reciprocità di rapporti che superi l’isolamento e coinvolga gli Stati, i singoli e gli organismi internazionali”.

Dialogo, pace e armonia

Il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha focalizzato il proprio intervento sul contributo che i leader delle diverse tradizioni religiose possono offrire alle società. Per Papa Francesco, ha detto il porporato, l’arte di saper dialogare “è la via per aprirsi ai bisogni del mondo e costruire l’​amicizia sociale”. “Il dialogo perseverante e coraggioso – si legge nell’Enciclica – non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto”. “Il Santo Padre – ha affermato il porporato – è fermamente convinto che grazie ad un’autentica collaborazione fra credenti, si possa lavorare per contribuire al bene di tutti, individuando le tante ingiustizie che ancora affliggono questo mondo e condannando ogni violenza”. La collaborazione interreligiosa “deve e può sostenere i diritti di ogni essere umano, in ogni parte del mondo e in ogni tempo”. “Siamo tutti membri dell’unica famiglia umana – ha concluso – e come tali abbiamo uguali diritti e doveri in quanto cittadini di questo mondo”.

Lavorare insieme per il mondo post Covid

La “Fratelli tutti” offre un progetto per un mondo dopo il Covid-19. Lo ha affermato il direttore generale delle Nazioni Unite a Ginevra, Tatiana Valovaya, ricordando che per la prima volta quest’anno, il 4 febbraio, si è celebrata la Giornata mondiale della Fraternità umana, un’occasione per riflettere sui valori al centro dell’Enciclica di Papa Francesco. Il Covid-19, ha detto, ha dimostrato quanto il mondo sia interconnesso. La crisi sanitaria ha scosso principi economici e politici e le sfide poste dalla pandemia non possono essere affrontate in modo unilaterale. È necessario promuovere un approccio multilaterale e si deve anche incoraggiare il dialogo interreligioso e culturale per migliorare la comprensione dei valori condivisi. Il nostro dovere, ha aggiunto Tatiana Valovaya, è quello di costruire un ambiente favorevole alla pace. Serve un sistema inclusivo e rinnovato, più si lavora insieme e in modo solidale, più è possibile compiere autentici progressi.

Agire come una famiglia globale

Il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, Guy Ryder, ha incentrato la propria riflessione sul  tema della fraternità e della pace. Papa Francesco, ha affermato, ci invita ad adottare principi etici ma, spesso, questi inviti sono stati ignorati. Si continua a lavorare seguendo i dettami dell’economia. Il Pontefice ci invita invece ad agire. Prima di tutto, dobbiamo rispristinare la solidarietà: si deve riprendere un dialogo alla pari tra le nazioni, tra le culture, tra le religioni. Il dialogo, come dice il Papa, aiuta il mondo a funzionare meglio. Se vogliamo adottare il messaggio dell’Enciclica “Fratelli tutti” dobbiamo tracciare una nuova traiettoria comprendendo realmente che nessuno si salva da solo. Per questo è importante creare un’economia etica. Ed è necessario, ha osservato il direttore generale dell’Oil, promuovere una vera solidarietà, anche per quanto riguarda la ripartizione dei vaccini. Dobbiamo concentrarci sui poveri, su quelle persone che vedono negati i loro diritti fondamentali. Si deve dunque agire non a livello nazionale, ma come una famiglia globale.

Assistere prima i più vulnerabili

Il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Peter Maurer, ha ricordato il dramma di regioni e Paesi scossi dalla guerra, come la Siria. Ha sottolineato che i bisogni delle vittime sono gli unici criteri validi per offrire assistenza ai più vulnerabili. Bisogna prima guardare a coloro che sono più svantaggiati, altrimenti potrebbero essere dimenticati. Come ricorda il Papa nell’Enciclica “Fratelli tutti”, ha affermato Peter Maurer, il dialogo è uno strumento imprescindibile. Si deve difendere la linea della nostra comune umanità.

Non un mondo diviso tra inoculati e infetti

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha sottolineato che ognuno ha diritto ad ottenere protezione dalle persecuzioni. In un video registrato e trasmesso durante l’incontro, Grandi ha ricordato il 70.mo anniversario dell’istituzione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ed ha anche sottolineato che il virus si sconfigge superando il nazionalismo dei vaccini. Questo nazionalismo, ha osservato, porterà solo a dividere il mondo tra inoculati e infetti. È necessaria, quindi, una maggiore equità nella ripartizione dei vaccini. Questo impegno, nel solco del multilateralismo, deve essere garantito anche in altri ambiti in modo che vengano affrontati i crescenti squilibri.

Dalle ceneri della pandemia nasca una nuova era

In un video diffuso durante l’incontro, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la salute, Adhanamom Ghebreyesus, si è soffermato poi sulle sfide poste dalla crisi sanitaria. La pandemia da Convid-19 ha mostrato di cosa è capace l’umanità nella sua parte migliore e peggiore. Ci sono dimostrazioni di solidarietà, ha detto, ma anche disparità scioccanti. Più di 800 milioni di dosi sono state somministrate a livello globale. Ma l’80 per cento di queste sono andate ai Paesi sviluppati. La pandemia ci ha tolto molto, ma ci ha anche ricordato alcune verità fondamentali: servono soluzioni condivise per affrontare minacce comuni. Dopo un incendio c’è una nuova crescita. La mia preghiera, ha affermato infine Ghebreyesus,  è che dalle ceneri della pandemia nasca una nuova era di fraternità, pace e multilateralismo.

Guarire il mondo ferito

La seconda parte dell’incontro, moderata dall’ambasciatore Marie-Thérèse Pictet-Althann, si è aperta con l’intervento del professor Ioan Sauca, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese. Sauca ha ricordato che l’attenzione alle ferite del mondo è la chiave della giustizia sociale e della fraternità umana. Vi è anche un altro tipo di attenzione, ha detto, su cui si deve riflettere. Ed è ben evidenziata nell’Enciclica “Fratelli tutti”. Si tratta dell’attenzione agli errori del passato. Lo sforzo di cercare Dio con un cuore sincero ci aiuta a riconoscerci sinceramente come compagni di viaggio, come fratelli e sorelle. Questa duplice attenzione alle ferite del mondo e agli errori del passato, ha spiegato Ioan Sauca, è un elemento cruciale per costruire realmente un mondo in pace.

Sogni di fraternità

Il rabbino argentino Abraham Skorka ha sottolineato che nell’Enciclica “Fratelli tutti” emerge un nuovo sogno di fraternità. Un sogno che non si limita alle parole. Il Papa, ha detto, invita a sognare tutti come un’unica famiglia, come figli di una casa comune che ospita tutti gli uomini. Francesco, ha aggiunto, esorta tutti gli uomini ad avanzare seguendo i sentieri della speranza. L’auspicio, guardando al futuro, è di proporre un nuovo dialogo basato sulla fraternità. Il principe Hassan bin Talal di Giordania ha infine sottolineato, in un video pubblicato al termine dell’incontro, che l’esperienza temporale del rallentamento delle attività umana, a causa della pandemia, è in contrasto con le accelerazioni determinate dalla globalizzazione. La crisi, però, può essere anche un’opportunità per porre un freno a stili di vita sempre più costosi. Un’opportunità per promuovere un approccio multilaterale che risponda alle sfide poste dalla pandemia.