Michele Raviart – Città del Vaticano
Già alle prime luci dell’alba i fedeli sono arrivati in Piazza San Pietro in attesa dell’apertura, alle ore 9, della Basilica Vaticana per portare l’ultimo saluto al Papa emerito. Laici, religiosi, moltissimi giovani, provenienti da tutto il mondo che in Benedetto XVI hanno riconosciuto un padre e una guida. Tantissime le suore, molte straniere ma residenti in istituti a Roma; tante anche le famiglie. I primi nella fila ai metal detector, in piazza già dalle 5.30, un gruppo di studenti di teologia indiani che parlano di Benedetto come di “un faro”.
Rendere omaggio a un “Sapiente di Dio”
“È stato il nostro insegnante, il nostro pastore, quindi è giusto riconoscerlo e salutarlo”, spiega una fedele di Roma. “Ci ha insegnato come si crede e qual è l’amore di Dio per i suoi figli”, ribadisce una donna proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo. In molti ricordano il suo ruolo di studioso e teologo. “Benedetto è un padre, ma è riduttivo dire che era solo un uomo intelligente e colto”, spiega don Andrea, parroco nella Capitale. “Era un uomo di Dio e ci ha realmente insegnato a pensare da cristiani. È un sapiente di Dio e non si può non andare a salutarlo”.
Una guida nella fede
Molti percorsi personali si intrecciano poi con la vita del Papa emerito. “Per me Ratzinger è una figura importante”, afferma Angelo, commuovendosi. “Si è dimesso nei giorni in cui sono mancati mio padre e mia suocera. Con lui sento la mancanza di una persona mite come erano loro”. “Grazie a lui per me è diventato più facile seguire la Chiesa”, testimonia un altro fedele: “È stato un grande Papa, un uomo di fede e mi sono sempre riconosciuto nel suo pensiero e nelle sue parole”.
Un esempio per i sacerdoti
Forte la riconoscenza dei religiosi presenti che proprio da Benedetto XVI hanno avuto una spinta decisiva nella loro vocazione. Suor Maria Caritas, giunta a Roma dal Nebraska, negli Stati Uniti, ha scelto il suo nome da consacrata ispirata dall’enciclica Deus caritas est. “Io ero in seminario quando è stato eletto quindi il mio ricordo è molto vivo”, racconta invece don Luca, da Milano. “Mi rimane la sensazione di un padre, un grande educatore di una tenerezza infinita”. “Siamo qui perché lui fa parte della nostra famiglia”, spiega un religioso brasiliano che vive a Palermo., “l’ho visto negli Stati Uniti, in Brasile, e poi a Roma e con la sua semplicità ha colpito tanto la mia vocazione”.