Chiesa Cattolica – Italiana

Da Arezzo all'”Arena di Janine”: la marcia della pace arriva a Rondine

Quattromila ragazzi hanno inaugurato l’ottava edizione del Festival YouTopic della Cittadella della pace con un cammino di dieci chilometri fino all'”Arena di Janine”, nuovo spazio pubblico dedicato alla prigioniera di Auschwitz, insieme a Liliana Segre, morta nelle camere a gas. Un contributo all’avanzamento di una cultura della pace e all’arretramento della cultura della guerra”, spiega il presidente Franco Vaccari

Michele Raviart – Rondine (Arezzo)

“Rondine è un luogo magico per me, perché lì regna l’amicizia e la pace. Tutto il mondo è diverso da Rondine e nei miei ricordi tragici mi sento realizzata dal fatto che a Rondine ci sia l’Arena di Janine”. Così la senatrice a vita a Liliana Segre, con un videomessaggio, ha inaugurato il nuovo spazio pubblico della Cittadella della Pace. Janine, ricorda Segre, era una ragazza prigioniera con lei ad Auschwitz. Il suo compito era quello di produrre munizioni per l’esercito tedesco in guerra, fino a quando un incidente la privò delle dita della mano. Diventata inutile per lo sforzo bellico, fu poi uccisa nelle camere a gas, lasciando in Liliana Segre, che allora aveva 13 anni, un ricordo indelebile e il rimorso per non averla salutata un’ultima volta dopo aver capito quella che sarebbe stata la sua fine.

Scegliere il crinale della pace

In un luogo che fa dell’affrontare il conflitto con l’altro e superare la logica del nemico la propria missione, quale è Rondine – dove Segre nel 2020 tenne il suo ultimo intervento pubblico con i giovani – è significativo che i primi spettatore dell’Arena di Janine siano i quattromila ragazzi che hanno scelto di marciare per la pace da Arezzo a Rondine, nell’evento inaugurale dell’edizione del 2024 del YouTopic Festival. “Camminare insieme e abbracciare è un segno semplice e antico”, spiega il presidente di Rondine Franco Vaccari. Chi ha scelto di marciare per la pace, sottolinea, “sono giovani coraggiosi che qui a Rondine cercano di fermare l’odio in sè stessi, nelle loro relazioni e quindi contribuire in modo concretissimo all’avanzamento di una cultura della pace e all’arretramento della cultura della guerra”. Quello appena passato, racconta, “è stato un anno drammatico. Siamo in un francobollo di terra dove arrivano tantissimi dolori del mondo e i giovani si alzano la mattina con l’angoscia di sapere se i loro genitori e familiari sono ancora vivi. “Sono sul crinale tra la morte, la vita e la distruzione ogni giorno, ma nonostante questo stanno dall’altra parte, quella che niente può sottrarre alla possibilità di compiere un passo verso l’altro”.

La fiducia e l’ascolto

“Tre giorni disarmanti per ritrovare la fiducia” è il sottotitolo della manifestazione, che si svolgerà fino al primo giugno. “La fiducia matura nella conoscenza e nel dialogo”, spiega invece monsignor Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-San Sepolcro. A Rondine, ribadisce, i giovani coltivano un’amicizia vera. Il mondo adulto impara la capacità dell’ascolto”. “Non bisogna perdere mai la speranza in una pace che chiede a ciascuno di fare un passo”.

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