Il cardinale prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è intervenuto in apertura dei lavori della Consultazione su “La cura è lavoro, il lavoro è cura”. Personalità a confronto sulla necessità di costruire comunità inclusive che promuovano il cambiamento: “Impegnatevi insieme nella promozione della giustizia sociale nel mondo del lavoro”
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Il lavoro è sempre stato al centro dell’insegnamento sociale e pastorale della Chiesa e oggi “è urgente riflettere sul futuro del lavoro nel contesto dei grandi cambiamenti che stanno avvenendo nel nostro tempo”. L’intervento del cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, apre i lavori della Consultazione sul tema “La cura è lavoro, il lavoro è cura”, che vede riuniti personalità vaticane e di varie istituzioni legate alla Chiesa cattolica assieme a rappresentanti del Consiglio Mondiale delle Chiese, dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), di associazioni di lavoratori e di imprenditori, di università, di centri di ricerca, di ong e di altre organizzazioni nazionali e internazionali.
Difendere la dignità e i diritti dei lavoratori
“L’obiettivo primario è sempre quello di difendere la dignità e promuovere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”, afferma il cardinale Czerny, che cita le parole di Papa Francesco nel 2021 in occasione della 109.ma Conferenza internazionale del lavoro: “Il lavoro che non si prende cura, che distrugge il Creato, che mette in pericolo la sopravvivenza delle generazioni future, non rispetta la dignità dei lavoratori e non può essere considerato dignitoso”. L’iniziativa di cui i lavori di questi giorni rappresentano la fase 2 del progetto “Il futuro del lavoro – Il lavoro dopo la Laudato si'”, che il Dicastero ha accompagnato fin dall’inizio, ha avuto inizio nel 2018, allo scopo di “promuovere la giustizia sociale nel mondo del lavoro, aiutare a far sentire la voce di coloro che sono ai margini di questo mondo” e rispondere con azioni concrete “a livello locale, regionale e internazionale” alle nuove sfide.
Il metodo dell’ascolto “sinodale”
E c’è un metodo di lavoro che il cardinale Czerny evidenzia, quello dell’ascolto “sinodale” sperimentato già con successo ad esempio nel corso del Dialogo sociale che si è tenuto a Chicago nel 2023 nella fase precedente del progetto. “È accaduto qualcosa di straordinario”, afferma il prefetto vaticano. Grazie a questo metodo “sconosciuti e individui con opinioni molto divergenti sono stati aiutati ad ascoltarsi a vicenda e alla fine a convergere verso un risultato che nessuno avrebbe potuto prevedere o immaginare”. Attraverso questo tipo di ascolto reciproco, prosegue il porporato, “alleati improbabili” hanno potuto tendere insieme all’obiettivo comune che in quel caso riguardava il settore alberghiero, superando gli interessi particolari.
Costruire comunità agenti di cambiamento
L’auspicio del prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è dunque che quell’esperienza possa guidare anche la Consultazione, la cui posta in gioco, sottolinea, è la traduzione in pratica della “necessità di costruire comunità trasformative diverse e inclusive come agenti di cambiamento, capaci di integrare la dimensione relazionale tipica delle comunità con le efficaci azioni su larga scala e dal basso che il nostro tempo richiede” e così contribuire all’agenda dello sviluppo globale. E’ quanto si legge anche nella Laudato si’ che il cardinale Czerny cita in chiusura: “I problemi sociali devono essere affrontati dalle reti comunitarie e non semplicemente dalla somma delle buone azioni individuali”.