Czerny: la pace richiede giustizia economica e sociale e accesso equo alle risorse

Vatican News

Anna Poce – Città del Vaticano

“Insieme – e solo insieme – possiamo lottare per lo sviluppo umano integrale di individui, comunità e nazioni”. Sono le parole del prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il cardinale Michael Czerny, intervenuto oggi alla Conferenza di due giorni del Forum internazionale di Azione cattolica (Fiac), sul tema “Azione Cattolica. Passione per un’umanità rinnovata in Cristo”. L’evento, iniziato ieri, sabato 26 novembre, si è tenuto online e in presenza alla Domus Mariae di Roma.

Forum internazionale di Azione cattolica

Il porporato, nel suo discorso, guardando al “nostro mondo molto ferito”, loda innanzitutto l’impegno e gli sforzi compiuti dal Forum, organismo che raccoglie e coordina le associazioni di Azione Cattolica nel mondo. Czerny ne apprezza gli sforzi che, scrive nel suo messaggio, “raggiungono un equilibrio tra la Chiesa universale e quella locale, come dimostrano i diversi partecipanti e i vari argomenti di questa conferenza”, e trova molto incoraggiante l’enfasi posta sulla partecipazione dei giovani, “poiché una conversazione intergenerazionale è essenziale per costruire e sostenere un movimento forte”.

L’importanza di un equilibrio tra universale e locale

Parlando del lavoro svolto quotidianamente dal proprio Dicastero, il porporato precisa come anch’esso cerchi di trovare un equilibro tra la dimensione universale e quella locale, essendo il suo obiettivo “quello di promuovere lo sviluppo umano integrale, ispirato dal Vangelo e che riflette l’insegnamento della Chiesa”.

“L’azione concreta in risposta alle urgenze è invariabilmente locale – osserva Czerny -, e le esperienze che alimentano le nostre idee sull’azione nascono anch’esse da realtà locali”. Proprio per questo il Dicastero, è stato recentemente ristrutturato in tre sezioni, dedicate in primis all’ascolto e al dialogo, poi alla ricerca e alla riflessione, e infine alla comunicazione e alla restituzione. Ricordando come tutto sia collegato, il prefetto invita quindi ad evitare “di separare le questioni le une dalle altre”, facendo l’esempio della salute e di come essa sia connessa all’economia, all’ecologia, alle migrazioni e alla sicurezza.

Fraternità e dialogo

Czerny passa poi ad analizzare “le quattro parole” della convivenza, proposte dal Forum, per vivere con dignità di persone in ogni contesto: fraternità, dialogo, pace e amicizia sociale.

Prima di tutto, “essere fratelli tutti (fraternità) significa rispettare l’altro e ascoltare con cuore aperto”, afferma il porporato; significa essere aperti all’incontro autentico, nella consapevolezza, “come dice San Giovanni, che ‘chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede’”. Senza dimenticare, inoltre, che, in questo nostro essere tutti fratelli, la natura è inseparabile. “Siamo – dunque – responsabili l’uno dell’altro e della nostra casa comune” e “se queste relazioni e responsabilità vengono trascurate, allora la vita stessa viene messa in pericolo”.

Pace e amicizia sociale

Per creare, però, un terreno comune, avere uno scambio per arricchirci a vicenda e per cercare pazientemente la verità, sostiene Czerny, è essenziale il dialogo. Dialogo inseguito, precisa il porporato, dallo stesso Dicastero, per promuovere lo sviluppo umano integrale, soprattutto nel lavoro svolto a favore dei migranti e dei rifugiati, in cui vengono ascoltate le Chiese locali e le persone coinvolte, per conoscerne i bisogni, le sfide, e per promuovere la collaborazione.

L’accettazione e l’integrazione delle differenze, dunque, sono aspetti essenziali ai fini della pace, per perseguire obiettivi che siano a beneficio di tutti, sottolinea Czerny. Infatti, “una pace duratura non si ottiene solo attraverso accordi istituzionali o economici, ma soprattutto attraverso la vita autentica delle persone ogni giorno”. La pace, che è molto più che l’assenza di guerra, continua il cardinale, “richiede giustizia economica e sociale tra i popoli, così come un accesso equo alle risorse e alle opportunità” e “si intreccia con la tutela dell’ambiente locale e dell’ecologia mondiale”.

Una vera apertura universale

Attraverso quanto espresso da Papa Francesco nelle sue due encicliche Fratelli tutti e Laudato si’, che “la sopravvivenza del pianeta richiede la cura della nostra casa comune, e il nostro essere fratelli e l’amicizia sociale all’interno di questa casa comune sono essenziali”, il porporato conclude affermando che è proprio l’amicizia sociale, questo “modo di relazionarsi con gli altri che trascende i confini, le culture, le credenze religiose e persino gli interessi personali”, che “rende possibile una vera apertura universale”.

Priorità assoluta, sia per il Dicastero che per il Forum Internazionale di Azione cattolica, secondo Czerny, deve essere dunque il dialogo, perché solo con “un dialogo continuo e instancabile, basato sul nostro essere tutti fratelli e sulla nostra crescente amicizia sociale, possiamo promuovere un vero sviluppo umano integrale e, quindi, una pace duratura”.