E’ un messaggio in chiave sinodale quello per la Domenica del mare 2023 che si celebra il prossimo 9 luglio, diffuso oggi dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Oltre un milione sono coloro che lavorano sulle navi per trasportare merci in tutto il mondo. Il prefetto : “La Chiesa vi è vicina. Ciò che vi rallegra e ciò che vi opprime ci sta a cuore”
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Un’occasione per accendere l’attenzione di ogni comunità cristiana su coloro grazie ai quali ci raggiungono gran parte dei beni di cui ci nutriamo o facciamo uso ogni giorno. È questo la domenica del mare che la Chiesa celebra il 9 luglio 2023 secondo il messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale diffuso oggi e firmato dal cardinale prefetto Michael Czerny.
Non una domenica per addetti ai lavori
Sono oltre un milione i lavoratori oggi sulle navi che trasportano merci per il mondo intero. La Domenica del mare “non è riservata agli addetti ai lavori”, ma richiama la comunità cattolica mondiale a pregare per ciascuna di queste persone grazie alle quali – mette in luce il documento – “ la nostra quotidianità diviene possibile e l’economia si sostiene”. Il messaggio si rivolge a loro.
Navigare insieme
“Siamo una Chiesa sinodale”, “dobbiamo andare avanti insieme, navigare insieme” “in uno scambio continuo che renda il vostro lavoro meno lontano dal percorso e dalla fede di tutti”. “La Chiesa vi è vicina. Ciò che vi rallegra e ciò che vi opprime ci sta a cuore”, scrive il cardinale Czerny. “Non abbiamo solo da darvi qualcosa, ma anche da ricevere”: “il punto di vista sul lavoro, sull’economia, sui rapporti fra religioni e culture diverse, sulle condizioni del mare e della terra, sulla fede, che soltanto dalla vostra esperienza può raggiungere e interrogare tutti i membri della Chiesa e, per loro tramite, le nostre società”.
Non dimenticare nessuno
Domenica è infatti giorno dell’Eucarestia e Pasqua settimanale e – rileva il messaggio per la Domenica del Mare – “sono molti a non avervi accesso perché forzatamente lontani dalla propria comunità”. “Per tutta la Chiesa celebrare il Risorto significa non dimenticare nessuno”.
Come gli apostoli sulle navi
D’altronde, si legge ancora, il Nuovo Testamento racconta “i molti modi la vita che i messaggeri della Buona Notizia trascorrevano con i lavoratori del mare”, condividendo la quotidianità e aprendo menti e cuori alla fede. “Gli apostoli sulle navi raccontavano Gesù e radunavano comunità in ogni città di porto, presenti a un mondo che oggi è sempre meno conosciuto”. Da qui la sfida di far luce sui tesori spirituali e sui bisogni materiali delle persone umili spesso lasciati “in una zona d’ombra dalla “complessa organizzazione delle nostre società” e da “una certa propensione a nascondere le diseguaglianze”.