Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
L’incontro con il Papa significherà trovarsi attorno a lui, portargli fatiche, dolori, e le difficoltà, che sono anche quelle proprie dell’Africa. Giovanni Putoto, medico, per anni in Africa assieme alla sua famiglia, anticipa le aspettative che l’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm, di cui è responsabile della programmazione, ripone nell’incontro domani, in Aula Paolo VI, con Francesco che interverrà in occasione dell’Annual Meeting dell’organizzazione. Al Papa si consegneranno anche i risultati del lavoro, dei “tentativi – spiega Putoto a Radio Vaticana-Vatican News – che si fanno di dare una risposta ad un continente, e alla sua popolazione, che è scomparso dai radar dei media, che non è posto più all’attenzione dell’opinione pubblica e che invece sta soffrendo molto molto di più di altre sfide che si stanno affrontando”.
L’aiuto di Cuamm alle popolazioni africane
Sono oltre 70 anni che Medici con l’Africa Cuamm è al fianco delle popolazioni africane, che vengono supportate nell’accesso ai “servizi essenziali, al parto assistito sicuro, alla cura del bambino, specie della prima infanzia”, laddove la mortalità ha tassi altissimi. La speranza è che, continua Putoto, ci possa essere un richiamo del Papa a tutti, affinché ci si focalizzi “sulla situazione che l’Africa sta sperimentando. È vero che si stanno attraversando molteplici crisi, ma il prezzo pagato dall’Africa è molto elevato ed è intollerabile”. Putoto racconta di ospedali pieni di bambini malnutriti, in particolare a causa anche della guerra in Ucraina e per la crisi energetica. “Lì veramente l’inflazione ha rotto gli argini e una famiglia che già spendeva il 60, 70, 80% del proprio misero stipendio per il cibo, quando c’è una inflazione che fa raddoppiare o triplicare, come nel caso dell’Angola o dell’Etiopia, il costo del cibo fondamentale, si va in una situazione di rischio alimentare, c’è la fame”. Un dato questo, che dovrebbe richiamare tutti a fare di più, perché l’urgenza è fornire “i servizi essenziali per i malnutriti acuti, che sono a rischio di morte e per i malnutriti cronici, che sono anch’essi in aumento e che sono quelli che vedono alterate le proprie prospettive di vita e della qualità della propria esistenza”. La malnutrizione cronica infatti “deforma e altera in maniera spesso irreversibile il funzionamento delle varie dimensioni celebrali, quelle cognitive e comportamentali”. Ciò che l’organizzazione attende dal Papa è, dunque, di essere confermata nella sua missione, ma la speranza è anche di un richiamo a tutti a fare di più nei confronti di un continente che “è proprio vicino a noi, è un vicino di casa”.
I tre punti più importanti
Temi fondamentali dell’Annual Meeting saranno i risultati del programma “Prima le mamme e i bambini. Persone e competenze”, che coinvolge tutti e otto i Paesi dove è presente Cuamm e che ha a che fare “con le dimensioni chiave fondamentali: quelle della maternità, del parto sicuro, dell’assistenza al neonato e al bambino nella prima infanzia, inclusi gli aspetti nutrizionali”. Il secondo punto riguarderà le persone, le competenze. “Fare del bene è essenziale, la motivazione è profonda, è etica, nel nostro caso – prosegue il medico – è anche evangelica, religiosa. Ma anche c’è il bisogno di farlo in maniera professionale, con l’attenzione ai risultati e allo sviluppo delle competenze”, questo quindi significa investire sui giovani africani, così come anche sugli italiani, coinvolgendo le università e quindi avviando formazione e scambio anche tra istituti accademici italiani e africani perché i giovani africani diventino “protagonisti del loro futuro perché – aggiunge Putoto – vediamo che i giovani, una volta che si sono qualificati, che sono formati, non se ne vanno rimango nel Paese, vengono assunti negli ospedali e lavorano a casa propria, per le proprie comunità”. Il terzo messaggio è quello di invitare tutti a dei cambiamenti, conclude Putoto, “come ha detto il Papa prima di tutti, e forse anche meglio di tutti, stiamo attraversando non un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca, dobbiamo attrezzarci, bisogna cambiare alcune cose del nostro stile di vita, del nostro modo di fare comunità, del nostro modo di essere solidali e si deve farlo con l’Africa, non da soli”. Una dimensione globale che per il Cuamm si sposa “in maniera cruciale col diritto alla salute, che è un diritto globale”. Anche durante l’epidemia di Covid, è stato evidente come l’Africa fosse trascurata, ad esempio nel caso dell’accesso ai vaccini. La richiesta è quindi quella di recuperare il senso della comunità, “e di avere un atteggiamento gioioso nei confronti anche dei bambini e in generale dell’infanzia, perché sono loro a darci il senso della prospettiva del futuro”.