Dino Frambati – Genova
Il monito di monsignor marco Tasca a cercare sempre il dialogo ed impegnarsi affinché nessuno si senta solo nel dolore; la ministra alla Giustizia Cartabia che rassicura: “la nuova legge non inciderà minimamente sul processo per il Morandi, né per tutte le altre grandi tragedie italiane. Basta leggere il testo e non spargere notizie allarmistiche, non vere, che altro non fanno se non aumentare il dolore di chi ha perso i suoi cari”. E la prima pietra di quello che sarà il Memoriale del 14 agosto, per non dimenticare una tragedia assurda e molto probabilmente evitabile.
Scorre tra questi tre filoni la giornata di ricordo del dramma del viadotto sul Polcevera che il 14 agosto 2018 crollò dopo il cedimento di un pilone che lo sosteneva e inghiottì la vita di 43 innocenti con l’unico torto di transitare su quel ponte della A10, Genova-Savona, proprio in quell’istante.
L’omelia dell’arcivescovo Tasca: non resti nulla di intentato
Le celebrazioni sono iniziate presso la chiesa San Bartolomeo della Certosa, prossima al ponte, cuore delle fede dei quartieri che vivono dagli anni ’60 del secolo scorso, sotto quel ponte. Monsignor Marco Tasca ha ha ricordato come Gesù aveva grande seguito: “le cose per lui andavano bene nel rapporto con la gente. Poi qualcosa inizia a incrinarsi”- Ed allora, ha proseguito il frate- arcivescovo sotto la Lanterna, si è fatto delle domande su tale mutamento, visto che il padre lo aveva inviato tra la gente e predicava un annuncio di libertà, cose di saggezza. Ecco che Gesù cerca allora una relazione con il padre. Monsignor Tasca ha spiegato che da questo si deve capire come nelle difficoltà occorra cercare una relazione. “E’ bello – ha detto – essere qui con le famiglie delle vittime. Noi siamo qui per dire al Signore di aiutarci in questa prova a trovare una risposta”. “L’importante – ha sottolineato – è che chi sta soffrendo non si senta solo. Dobbiamo essere impegnati a cercare il dialogo, a non lasciare nulla di intentato “. Ed ha citato lo slancio generoso verso gli altri di padre Massimiliano Kolbe, che si offrì di morire ad Auschwitz per salvare un padre di famiglia. “Non è morto; ha dato la vita. Perché solo l’amore crea; l’odio distrugge”. E non ha mancato di fare un chiaro appello alla giustizia: “non vogliamo nessun oblio, dobbiamo conoscere con esattezza quello che è accaduto. Per questo ringrazio tutte le persone che stanno lavorando affinché si conosca quello che è accaduto. La verità deve emergere e deve orientare la consapevolezza di tutti”.
Il ministro Cartabia: tutto il supporto ai familiari delle vittime
Ed a sgombrare il campo da dubbi che nuova legge sulla Giustizia possa avere conseguenze sul processo per il Morandi è stata la stessa Guardasigilli Marta Cartabia: “ritornare qui a Genova da ministro della Giustizia significa rinnovare l’impegno per garantire ogni supporto ai familiari, al loro bisogno di giustizia che trovi piena e tempestiva risposta, e la trovi in tempi brevi. Nelle ultime settima è stata per voi e per tutta la città fonte di preoccupazione l’opinione che la riforma della giustizia possa bruciare la vostra necessità di giustizia. Non c’è e non c’è mai stato alcun rischio sul processo per il ponte Morandi. Basta leggere il testo”. Ed termine della cerimonia ufficiale, parlando con i parenti della vittime, ha persino consigliato, se abbiano congiunti impegnati in studi giuridici, a fare domanda per il concorso da magistrati, visto che ne verranno assunti 8200 proprio per sveltire la Giustizia, per la quale lavora e che deve essere “dal volto umano, che guarda alle persone, a chi ha sofferto un’offesa cosi grande”. “Bisogna riflettere più di una volta prima di dare delle opinioni che poi accrescono il peso di chi già porta il peso di un cosi grande valore. La riforma si applica ai reati successivi al 1 gennaio 2020. Inoltre tutti i processi che riguardano gravi distri devono essere portati a termine in tempi giusti”, ha precisato. “Sono qui da madre e sento lo strazio di quelle madri per il cui tempo si è fermato al 14 agosto 2018”.
I genovesi: il dolore ancora nei cuori
Commossa e commovente Egle Possetti, presidente del Comitato dei parenti della vittime, ha preso atto delle dichiarazioni del ministro ma ha anche detto tra le lacrime che “chi ha gestito incautamente le nostre infrastrutture oggi dovrebbe essere con le spalle al muro, dal 14 agosto di tre anni fa il vaso di Pandora si è aperto su un sistema senza dignità e umanità, ma la sensazione è che man mano c’è chi cerca di richiudere quel vaso, per dimenticare quanto accaduto e crearne nuovi vasi di Pandora”. Ha ricordato Gino Strada con commozione, “che è sempre stato dalla parte delle vittime”. Ed ha affermato che “sono passati tre anni da quel giorno, le urla, la pioggia, le lacrime, la polvere, sono ancora nel nostro cuore, questa vergogna resterà incisa indelebilmente nella nostra anima, stiamo aspettando segnali tangibili di giustizia ma sono ancora troppo pochi”.
Il cammino delle infrastrutture
Il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini ha detto che “in Italia ci sono tanti altri posti come questo. Troppe opere costruite molti anni fa da rimettere in sicurezza e da manutenere, in alcuni casi da smantellare da ricostruire. Chiedo ai tanti parlamentari presenti oggi di sostenere il nostro impegno con le votazioni in aula per le assegnazioni dei fondi. Il governo ha deciso di impegnarsi ancora di più in questa direzione”.
“Siamo qui per ricordare, ha detto l’ex procuratore Capo di Genova, Francesco Cozzi, principale coordinatore delle indagini, mentre il sindaco Bucci ed ii presidente Ligure Toti hanno ricordato quei terribili momenti di tre anni fa e rivendicato a Genova un ruolo di grande importanza.
Il memoriale progettato da Boeri, un Museo della memoria
Intanto le ruspe hanno abbattuto il primo pezzo del manufatto e dell’ultimo spezzone di ponte Morandi dove sorgerà il memoriale, progetto dell’architetto Stefano Boeri. Un museo della Memoria, una serra biodinamica con numero non casuale di 43 specie di felci e palme, orti botanici sul Polcevera, un giardino di fiori ed uno del mare, bar e ludoteca. Museo della memoria ma anche un luogo aperto ai bambini e ai ragazzi, 8000 metri oltre ad altri 800 destinati a serra bioclimatica, a emissioni zero. Avrà 5 tematiche. “Il Ponte Morandi e le infrastrutture della modernizzazione italiana”, che ricorderà la costruzione del viadotto, anni ’60, tanto avveniristico che i genovesi lo hanno sempre chiamato di Brooklin. Quindi la tragedia: “14.08.18: il crollo, la tragedia e i soccorsi” e quindi “La reazione dei media e della cultura nel mondo”, per dimostrare e raffigurare che l’evento ha scosso il mondo intero. “Le comunità locali: il dramma, la ricostruzione e il processo di rigenerazione della valle e del quartiere” e “L’inchiesta, il processo e le responsabilità”, saranno le due tematiche a concludere la struttura.
Intanto la sera precedente c’è stata una grande fiaccolata e intitolazione di un piccolo ponte sul Polcevera, parallelo al nuovo San Giorgio, alla data del 14 agosto 2018. ulteriore modo per ricordare le vittime.