Roberta Barbi – Città del Vaticano
Cento moduli abitativi per ospitare le persone che in seguito alla forte scossa di terremoto del 29 dicembre 2020 sono rimaste senza casa: è questo l’accordo stipulato tra Caritas Croazia, a firma del direttore monsignor Fabijan Svalina, e l’azienda Tehnix Đuro Horvat, l’8 gennaio scorso, come riportato dal sito della Conferenza episcopale croata.
Prima di firmare il contratto, il presidente della Caritas croata e vescovo di Varaždin, monsignor Božo Radoš, ha visitato assieme al direttore monsignor Svalina, lo stabilimento dove verranno realizzati i moduli abitativi, assieme ai vertici dell’azienda che si occupa della produzione. Monsignor Radoš ha sottolineato che la Caritas croata, in collaborazione con Caritas Internationalis, l’Ordine di Malta e le donazioni provenienti dalle missioni e dalle comunità di tutto il mondo, ha ordinato 100 container che saranno destinati alle persone residenti nell’area dell’epicentro del sisma, che vengono considerati i più colpiti, e perciò più bisognosi di aiuto. L’attenzione di Caritas è rivolta al fatto che rispettino le condizioni di base e che alle famiglie con bambini siano destinati alloggi speciali, più moduli che possano collegarsi in cortile, in modo che possano stare insieme.
Monsignor Svalina: grazie alla collaborazione di tutti
All’avvio della produzione, fa sapere l’azienda, saranno consegnati circa sei container al giorno mentre Caritas si preoccuperà di preparare il terreno dove questi saranno sistemati.
Monsignor Svalina ha espresso una gioia e una gratitudine speciali al Signore per essere riusciti a firmare il contratto e avviato la costruzione di queste case modulari completamente attrezzate per la vita familiare, anche se temporanee. Il ringraziamento del vescovo è infine andato all’azienda Tehnix, che “ha fatto del suo meglio in ogni senso della parola, per poter portare a termine l’intero progetto a beneficio di persone che sono davvero in difficoltà”.
Da parte sua, il direttore di Tehnix, Đuro Horvat, ha espresso la sua gioia per la visita dei vescovi e la gioia di tutti i 500 dipendenti di aiutare attraverso la partecipazione a questo importante progetto della Caritas, realizzando i container con speciali vantaggi finanziari, perché “credono che il loro futuro sia comune in molte aree, perché stiamo facendo del bene agli altri”.