Cristiani e musulmani: le migrazioni interpellano la coscienza di tutti

Vatican News

Dopo il tragico naufragio sulle coste della Calabria, in un documento dal titolo “Affrontiamo insieme la realtà dei migranti”, esponenti di entrambe le confessioni sollecitano una azione comune a sostegno di chi decide di lasciare il proprio Paese perché è “un fatto umano” che “chiama tutti a un’assunzione di responsabilità”

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Cristiani e musulmani si mobilitino perché “l’ultimo, tragico, naufragio di una barca di migranti nel Mar Mediterraneo chiama tutti a un’assunzione di responsabilità”. L’appello condiviso islamo-cristiano, è contenuto in un documento dal titolo “Affrontiamo insieme la realtà dei migranti”, sottoscritto da molti esponenti di entrambe le confessioni. Il fenomeno migratorio, si legge, oltre a chiamare soluzioni che “tengano conto dei fattori politici, sociali, economici e ambientali dei Paesi che vi sono implicati”, è “innanzitutto un fatto umano che interpella la coscienza di ognuno”. Cristiani e musulmani, dunque, “dovrebbero sentirsi particolarmente toccati da questa realtà”, poiché la maggior parte dei migranti che cercano di arrivare in Europa sono fedeli di queste due religioni, i territori che attraversano “hanno una significativa presenza cristiana o musulmana”, mentre e i luoghi da cui s’imbarcano “sono perlopiù Paesi a maggioranza musulmana”.

Il dialogo interreligioso guardi alle migrazioni

Nell’appello si spiega come il dialogo tra cristiani e musulmani, negli ultimi anni, sia stato “comprensibilmente incentrato su temi come la convivenza pacifica, la cittadinanza paritaria e la prevenzione della violenza religiosa”, arrivando anche alla “pubblicazione di documenti condivisi, prese di posizione e organizzazione di conferenze”. Anche l’emigrazione, con il suo carico di sofferenze, merita simile attenzione, è il richiamo. Nonostante le molte iniziative già avviate sia da singoli che da realtà istituzionali, “un’azione comune concorrerebbe ad approfondire le ragioni dell’amicizia islamo-cristiana”. Il testo specifica che non è “compito immediato delle autorità religiose e dei fedeli cristiani e musulmani suggerire soluzioni tecniche alle sfide che l’emigrazione comporta”, possono però “intervenire sia a livello umanitario sia a quello culturale, contribuendo al dibattito su questo tema alla luce dei valori custoditi dalle loro tradizioni”. Nel testo si citano alcuni dei passaggi del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib il 4 febbraio del 2019, e dell’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, per ribadire che i credenti sono chiamati a esprimere la fratellanza umana, che l’emigrazione è sempre esperienza di sradicamento, che si ha il diritto di essere messi nelle condizioni di restare nella propria terra, e che la fuga di molti è dettata da guerra, da persecuzioni, da catastrofi naturali o dalla ricerca di un futuro migliore per se stessi o per la propria famiglia.

Uniti contro ingiustizie e oppressioni

Per governare l’emigrazione, è quindi la sollecitazione contenuto nell’appello, “occorre agire a ogni livello, a monte e a valle contemporaneamente: operare per cercare di rimuovere le cause che la generano, limitandone in questo modo la portata, e allo stesso tempo prevedere percorsi sicuri e forme adeguate di accoglienza e integrazione per le persone che decidono di lasciare il proprio Paese”. Sia i cristiani che i musulmani, dunque, devono dare il proprio contributo, “impegnandosi contro le ingiustizie e l’oppressione che sono spesso alla base della decisione di partire, contrastando le chiusure nazionalistiche ed egoistiche che impediscono l’accoglienza e condannando l’azione senza scrupoli di trafficanti di uomini e scafisti che si arricchiscono sulla pelle dei migranti”. Senza voler “escludere o negare l’apporto di persone di altre tradizioni religiose e altre convinzioni”, conclude il testo, l’invito alla mobilitazione islamo-cristiana, “punta a fare in modo che un patrimonio spirituale e morale in parte condiviso tra cristiani e musulmani sia messo a servizio della vita buona di tutti”.

I firmatari dell’appello

Angelo Scola – Fondatore di Oasis, Cardinale e Arcivescovo Emerito di Milano; Franco Agnesi – Vicario Generale della Diocesi di Milano; Nader Akkad – Imam della Grande Moschea di Roma, Copresidente Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana; Ali Ebrahim – Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia; Cenap Aydin – Istituto Tevere; Pierluigi Banna – Docente di Teologia presso l’Università Avvenire venerdì 03 mar 2023 pagina: 3 Appello islamo-cristiano sui migranti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress – powered by Volo.com Pagina 3 Cattolica di Milano; Massimo Borghesi – Professore di Filosofia Morale presso l’Università di Perugia; Paolo Bizzeti – Vicario Apostolico dell’Anatolia; Francesca Bocca-Aldaqre – Direttrice Istituto di Studi Islamici Averroè di Piacenza; Luca Bressan – Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale della Diocesi di Milano; Roberto Catalano – Già co-direttore del Centro Interreligioso del Movimento dei Focolari e docente di teoretica all’Istituto Universitario Sophia; Asmae Dachan – Giornalista e scrittrice; Ignazio De Francesco – Monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata; Izzedin Elzir – Imam di Firenze; Wael Farouq – Docente di Letteratura araba presso l’Università Cattolica di Milano; Paul Hinder – Vicario Apostolico Emerito dell’Arabia meridionale; Marco Impagliazzo – Presidente della Comunità di sant’Egidio; Yassine Lafram – Presidente dell’Ucoii; Claudio Lurati – Vicario Apostolico di Alessandria d’Egitto; Saifeddine Maaroufi – Imam di Lecce; Paolo Martinelli – Vicario Apostolico dell’Arabia meridionale; Abd alGhafur Masotti – Referente dialogo interreligioso Coreis; Mario Mauro – Ex Ministro della Difesa; Abu Bakr Moretta – Presidente Coreis Comunità Religiosa Islamica Italiana; Karima Moual – Giornalista e scrittrice; Aziza Nevone – Coordinatrice Coreis programmi Integrazione; Andrea Pacini – Presidente della Commissione Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Torino; Roberto Maria Pagani -Responsabile del servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo della Diocesi di Milano; Yahya Pallavicini -Imam della Moschea al-Wahid, Milano Coreis; Javier Prades – Rettore dell’Università San Dàmaso di Madrid; Abdellah Redouane – Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia; Diego Sarriò Cucarella – Presidente del Pisai; Bernhard Scholz – Presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli; Younis Tawfiq – Giornalista e scrittore; Pierbattista Pizzaballa – Patriarca di Gerusalemme dei Latini