Nell’attuale contesto di conflitto, l’eccessiva dipendenza dell’Unione Europea da un unico fornitore di petrolio e gas ha rafforzato l’insicurezza energetica in Europa e provocato un’impennata dei prezzi dell’energia, con un impatto negativo sulla società nel suo complesso e, in particolare, sui più vulnerabili. Di fronte a tale situazione e con l’avvicinarsi dell’inverno, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (COMECE) ha rivolto un appello alla solidarietà collettiva, chiedendo ai decisori politici di “garantire un’energia accessibile e a prezzi ragionevoli alle persone più colpite attraverso misure temporanee di mitigazione e un’equa distribuzione delle risorse”; “dare priorità all’efficienza energetica e identificare gli obiettivi per i quali è possibile una riduzione responsabile del consumo energetico” e “perseguire partenariati energetici bilaterali e multilaterali responsabili e basati sui valori e gettare le basi di un nuovo sistema energetico globale governato dai principi di giustizia, solidarietà, partecipazione inclusiva e sviluppo sostenibile”.
“La crisi energetica – si legge nella dichiarazione diffusa il 7 novembre – è un ulteriore fardello dal punto di vista economico e mentale. Mentre molte aziende stanno fallendo, altre stanno licenziando i propri lavoratori e molti non sono più in grado di far fronte all’aumento del costo della vita”.