Chiesa Cattolica – Italiana

Crisi del grano. Francesco: il grido di chi ha fame sale fino al cielo

Al termine della preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro il Papa prega ancora una volta per la martoriata Ucraina e rivolge un appello affinché sia ripristinata l’iniziativa del Mar Nero e il grano possa essere trasportato in sicurezza

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Un nuovo monito accorato: “Non cessiamo di pregare per la martoriata Ucraina, dove la guerra distrugge tutto, anche il grano”. Francesco lo pronuncia dalla finestra del Palazzo Apostolico subito dopo la preghiera mariana dell’Angelus di fronte ai fedeli in un’assolata Piazza San Pietro. “È una grave offesa a Dio”, dice il Vescovo di Roma, “perché il grano è un suo dono per sfamare l’umanità”. “Il grido dei milioni di fratelli e sorelle che soffrono la fame sale fino al cielo”, prosegue rivolgendo un appello “ai miei fratelli, le autorità della Federazione Russa, affinché sia ripristinata l’iniziativa del Mar Nero e il grano possa essere trasportato in sicurezza”.

Guterres: crisi ricadrà su tutti, in particolare sui paesi poveri

Proprio oggi in un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica il Segretario Generale Onu Antonio Guterres critica la decisione della Federazione Russa di porre fine all’attuazione della Black Sea Initiative, l’accordo mediato dalle Nazioni Unite che ha consentito l’esportazione sicura di oltre 33 milioni di tonnellate di cereali e prodotti alimentari in 45 paesi con oltre mille navi. “Quando si tolgono dal mercato milioni e milioni di tonnellate di grano, in base alle leggi economiche, questo porterà a prezzi più alti di quelli che esisterebbero con il normale accesso del grano ucraino ai mercati internazionali. E questi aumenti di prezzo – dichiara Guterres – saranno pagati da tutti, ovunque, e in particolare dai paesi in via di sviluppo e dalle persone vulnerabili nei paesi a reddito medio e persino sviluppati”.

Onu determinata a favorire dialogo

Il Segretario Generale del Palazzo di Vetro si dice tuttavia determinato a non interrompere gli sforzi “per facilitare l’accesso senza ostacoli ai mercati globali di prodotti alimentari e fertilizzanti provenienti sia dall’Ucraina che dalla Federazione Russa. Andremo avanti con determinazione con tutti i nostri contatti, con tutte le parti – Turchia, Ucraina, Russia e altri paesi rilevanti dal punto di vista del mercato globale – per rifondare la Black Sea Initiative. Anche se non c’è nulla che mi dia molto ottimismo sulla rapida conclusione di questo conflitto, continueremo a cercare di essere utili, offrendo piattaforme di dialogo su questi aspetti per ridurre al minimo la sofferenza delle persone”.

“Molte comunità – ha constatato Guterres- sono a un passo dal precipitare nell’insicurezza alimentare o addirittura nella carestia, e questo quadro terribile è diventato più cupo con la fine della Black Sea Initiative da parte della Federazione Russa. La Federazione Russa e l’Ucraina sono entrambe essenziali per la sicurezza alimentare globale e storicamente rappresentano circa il 30% delle esportazioni mondiali di grano e orzo, un quinto di tutto il mais e più della metà di tutto l’olio di girasole”.

Putin: pace e accordo sul grano non sono correlati

Da parte sua nelle ultime ore il presidente russo Vladimir Putin si è detto convinto che il piano di pace in Ucraina e l’accordo sull’export di grano attraverso il Mar Nero non siano correlati. Il leader di Mosca ha parlato nel corso di una conferenza stampa sul vertice con i Paesi africani a San Pietroburgo. “Una cosa non ha niente a che fare con l’altra”, ha detto Putin. Preoccupazione è stata però espressa nel corso anche dai leader africani che, stando alle notizie riportate dei media internazionali, hanno chiesto il ripristino dell’accordo per il transito di grano sul Mar Nero. “Le interruzioni delle forniture di energia e grano devono finire immediatamente. L’accordo sul grano deve essere esteso a beneficio di tutti i popoli del mondo, in particolare di quelli africani”, ha detto il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat. La guerra in Ucraina, ha rimarcato, “deve finire e può finire solo sulla base della giustizia e della ragione”.

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