Creatività contro le “giungle legislative”, nell’ultimo discorso pubblico di Sassoli

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Per il presidente del Parlamento Ue David Sassoli, scomparso nella notte tra lunedì e martedì,  camera ardente oggi al Campidoglio e funerali di Stato domani nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, celebrati dal cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e dei presidenti della Commisione e del Consiglio Ue Ursula von der Leyen e Charles Michel. Sul piano istituzionale, la riunione degli ambasciatori dei Paesi membri dell’Ue (Coreper) ha osservato un minuto di silenzio per ricordare Sassoli, mentre il Consiglio Ue lo ha omaggiato con una clip che racchiude i “momenti più belli” della sua presidenza. Da Washington, il dipartimento di Stato americano ha voluto sottolineare come Sassoli abbia rappresentato una “voce per la democrazia e i diritti umani”. La vicepresidente Usa, Kamala Harris, in un tweet lo ha ricordato come “un grande europeo impegnato per gli ideali della democrazia”. Intanto alle istituzioni e alla famiglia giungono molti messaggi da parte di giovani.

Il “cambiamento possibile e necessario per fare l’Europa più forte e moderna”

Dall’ultimo intervento di David Sassoli a capo dell’Assemblea di Strasburgo – il 16 dicembre scorso – emerge quello che ha definito il “triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro”. “La pandemia non arretra, l’uscita dal tunnel continua ad allontanarsi e stiamo tardando a vedere i progressi di cui l’Unione ha bisogno, il progetto europeo di speranza che tutti i nostri concittadini europei stanno aspettando”. Con queste parole il presidente iniziava un discorso lucidamente programmatico in cui  indicava  gli obiettivi:  “il Green Deal, la transizione digitale, un’Europa più forte e democratica, una maggiore giustizia sociale”.  Ma – aggiungeva – “l’Europa ha anche e soprattutto bisogno di un nuovo progetto di speranza, un progetto che ci accomuni, un progetto che possa incarnare la nostra Unione, i nostri valori e la nostra civiltà, un progetto che sia ovvio per tutti gli europei e che ci permetta di unirci”. Ragionava intorno a tre assi forti: “Un triplice desiderio di Europa che sia unanimemente condiviso da tutti gli europei: quello di un’Europa che innova, di un’Europa che protegge e di un’Europa che sia faro”. Emerge un forte appello a innovare, e non solo sul piano della tecnologia, per difendere la democrazia, come sottolinea Giampiero Gramaglia, già direttore dell’Ansa e consigliere scientifico dello Istituto Affari Internazionali (Iai):

Ascolta l’intervista con Giampiero Gramaglia

Gramaglia nota lo sguardo programmatico e preciso di questo discorso che riflette –  sottolinea – lo spirito profondamente europeista e pieno di convinzione e speranza di Sassoli che proprio perché voleva mettere in atto pientamente il progetto vedeva con chiarezza – aggiunge – i limiti dell’Ue. L’analista ricorda che Sassoli nel discorso del 16 dicembre di chiusura mandato chiedeva “un’innovazione in tutti i settori, un rinnovato senso di creatività, per le  istituzioni, per le  politiche, per i  modi di agire e anche per gli stili di vita”, ribadendo che è proprio quello che la transizione ecologica e i nuovi equilibri mondiali richiedono. E poi Gramaglia si sofferma sulla proposta molto concreta di Sassoli di superare quelle che definiva “giungle legislative”. Una definizione sulla quale Gramaglia concorda spiegando che l’espressione ben fotografa la serie di nuove normative o accordi intergovernativi che si sommano alla legislazione acquisita, frutto di una mancanza di coraggio per cambiare davvero. E questo comporta l’accumulo e il rischio di confusione legislativa.

Gli “scricchiolamenti della democrazia”

L’analista di politiche internazionali poi ricorda la fragilità in questa fase del concetto di democrazia nello scenario internazionale, affermando che ci sono “scricchiolamenti” anche all’interno di alcuni contesti europei. Ribadisce che Sassoli era molto lucido su questo e chiedeva decisioni forti e importanti proprio per blindare certi valori. Gramaglia ricorda quindi come l’Ue, davanti allo strapotere dei giganti della tecnologia, abbia portato avanti per prima nel mondo  la battaglia  per la protezione dei dati personali, sottolineando come dal discorso di Sassoli emerga l’urgenza di essere all’altezza della sfida dei mercati digitali, “per evitare – come diceva Sassoli –  che siano i giganti del web a legiferare al posto dei cittadini”.  

Sicurezza europea e previsione delle crisi

Un altro punto forte che viene sottolineato da Gramaglia riguarda l’idea di un’Europa della sicurezza: si epnsa troppo spesso – afferma – ai confini esterni, mentre i rischi gravi vengono su altri piani e cita l’importanza di consolidare davvero l’idea di un’Europa della salute, lanciata dalla Von der Leyen e difesa caldamente da Sassoli.  Si deve – ricorda –  offrire una maggiore prevenzione, una maggiore protezione e una maggiore preparazione alle crisi. Sassoli – ricorda Gramaglia – citava la decisione dell’Assemblea mondiale della sanità di avviare i negoziati su uno strumento vincolante di lotta alle pandemie. Proteggere i cittadini europei significa disporre di una migliore preparazione per reagire alle crisi future, sanitarie, naturali, commerciali, diplomatiche o militari, ma anche – ribadisce Gramaglia citando Sassoli – significa “proteggere” il lavoro attraverso, per esempio, il progetto del salario minimo comune in Europa proposto dall’europarlamento. 

Il termine per il mandato di presidenza dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo di David Sassoli era fissato al 31 dicembre, dopo due anni e mezzo. Sarebbe rimasto in carica fino alle prossime elezioni che erano previste la settimana prossima. Al momento ha assunto l’interim, come da regolamento, il primo vicepresidente Roberta Metsola.