Covid: studenti italiani in quarantena a Dubai, Malta e Grecia

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Trecento studenti italiani, arrivati negli Emirati Arabi per studiare l’inglese e divertirsi, grazie ad una vacanza premio messa in palio dall’Inps, in collaborazione con l’Accademia Britannica, sono bloccati in quarantena per il contagio di molti di loro, probabilmente dopo una visita al mercato. Dopo i primi 11 casi di positività, il numero di contagiati è salito a 200, con i risultati del secondo tampone. I giovani, assistiti da una task force di medici e paramedici e monitorati dal Consolato italiano, sarebbero dovuti rientrare in patria mercoledì 14 luglio. Nessuno di loro, comunque, sarebbe in condizioni di particolare gravità.

Le disavventure a Malta e in Grecia

Per lo stesso motivo 120 studenti sono in quarantena in un Covid hotel di Malta, “senza “un’adeguata assistenza sanitaria”, denunciano i genitori. Il caso è arrivato fino in Parlamento, dove la senatrice Laura Garavini ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri Di Maio, perché si attivi per risolvere la situazione. E 15 giovani veneziani in vacanza nell’isola greca di Ios per festeggiare la maturità, hanno deciso di autoisolarsi quando uno di loro ha iniziato ad accusare i sintomi della malattia. Cinque sono risultati positivi al tampone, le condizioni di tutti sono buone, ma non sanno quando potranno rientrare in Italia.

In Sardegna e Sicilia nuove misure contro i contagi 

Anche in relazione a questi casi, il ministero degli Esteri raccomanda di “pianificare i viaggi internazionali con estrema attenzione, contemplando la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo lontano da casa”. In Italia, spaventate dal rischio di contagio durante le vacanze estive, Sardegna e Sicilia si stanno attrezzando con misure ad hoc. La prima sta lavorando a un’ordinanza per ripristinare i test anti-Covid all’ingresso, mente la seconda ha già disposto un tampone obbligatorio per chi arriva da Malta, Spagna, Portogallo e da alcuni Paesi extraeuropei. 

la variante Delta e l’ aumento di casi in Europa

Intanto l’Oms avverte che la pandemia di coronavirus non è assolutamente alle spalle: la Gran Bretagna registra un nuovo picco di casi, il più alto da gennaio: con oltre 48.553 contagi e 63 decessi nelle ultime 24 ore, e l’Austria prepara nuove restrizioni per frenare la diffusione del virus. In Italia, la Fondazione Gimbe evidenzia come ancora oltre due milioni di over 60 non siano vaccinati e dunque risultino a rischio.

Due dosi di vaccino proteggono dai sintomi più gravi

Attualmente, assicura l’Ema, Agenzia europea del farmaco, un ciclo completo dei quattro vaccini anti-Covid disponibili fornisce “un’alta protezione” contro tutte le varianti in circolazione, inclusa la Delta, soprattutto contro la malattia grave e l’ospedalizzazione. Una conferma ulteriore arriva anche dalla pubblicazione sulla rivista “New England Journal of Medicine” dei dati che confermano l’efficacia del monodose Johnson&Johnson contro la variante Delta e la durata della risposta immunitaria per almeno otto mesi. A fronte di vaccini efficaci, è dunque estremamente importante immunizzare il maggior numero possibile di persone.

Moderna potrebbe essere somministrato anche ai dodicenni

L’Agenzia Ue sta inoltre valutando la richiesta di estendere l’uso del vaccino Spikevax di Moderna ai giovani tra i 12 e i 17 anni, vaccinabili al momento solo con l’immunizzante Pfizer, e una decisione è attesa alla fine della prossima settimana. Riguardo ad una eventuale terza dose, “è ora troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una dose di richiamo, perché non ci sono ancora sufficienti dati dalle campagne vaccinali e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione del vaccino”, chiarisce il responsabile Ema della strategia sui vaccini, Marco Cavaleri.

La situazione in Giappone e Australia

In Giappone, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ha assicurato che le misure anti-Covid alle Olimpiadi di Tokyo stanno “funzionando”, ma la metropoli ha registrato il record di nuovi casi da gennaio. In Australia anche Melbourne, dopo Sydney, torna in lockdown, anche se solo per 5 giorni, per cercare di limitare i contagi della variante Delta. In questo momento 12 su 25 milioni di australiani possono uscire solo per le spese essenziali e motivi di lavoro, salute ed esercizio fisico. A Sydney le misure restrittive sono cominciate a fine giugno e prorogate fino alla fine di luglio. L’Australia ha sempre puntato alla “zero” diffusione del virus, approfittando della condizione di “isola” e chiudendo i contatti con il resto del mondo. I risultati le hanno finora dato ragione, con solo 31.626 casi e 912 decessi, ma nell’ultimo mese i contagi hanno per la prima volta superato il migliaio, mentre la campagna di vaccinazione va a rilento e finora solo il 10% degli australiani sono stati immunizzati.

Casi in salita in Messico, in ribasso in Brasile

Infine il Messico ha registrato ieri 12.821 nuovi casi di Covid-19, record giornaliero dallo scorso 5 febbraio: il numero totale di contagiati nel Paese centramericano sale così a 2.629.648 e le vittime sono 235.740. Il Brasile, invece, seconda nazione al mondo con il maggior numero di morti per il coronavirus, dietro agli Stati Uniti, e il terzo con il maggior numero di casi, dopo Stati Uniti e India, da tre settimane mostra una netta tendenza al ribasso, anche se i numeri restano comunque elevati, con 1.548 nuovi decessi nelle ultime 24 ore, per un totale di 538.942 morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria, e 52.789 nuovi contagi.