Covid: record di casi in India, più di 330 mila in un giorno

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

In India l’emergenza pandemia ha raggiunto livelli allarmanti. Il grande Paese asiatico, terzo al mondo per diffusione del Covid-19 dopo Stati Uniti e Brasile, ha superato ormai i 16 milioni di contagiati, e crescono anche i morti, 2.263 in un solo giorno, quasi 187 mila dall’inizio della pandemia. Continua anche l’emergenza ossigeno negli ospedali: a New Delhi sei strutture hanno finito le scorte da ieri sera. E 13 malati di Covid sono morti per un incendio scoppiato alle 3 di stamattina, le 23.30 di ieri in Italia, nella terapia intensiva di un ospedale alla periferia di Mumbai (ex Bombay), la più grande città dell’India. Sono in corso le indagini sulle cause.

I numeri negli Usa e in Brasile

Intanto negli Stati Uniti le vittime hanno superato quota 570 mila, su 32 milioni di casi, ma sono già state somministrate 218,9 milioni di dosi di vaccini. In Brasile 2027 morti ieri, con oltre 45 mila contagi. Le vittime salgono così ad oltre 382 mila e i contagi superano i 14 milioni.

In Giappone nuovo stato di emergenza per Tokyo

Il Giappone sta per dichiarare un nuovo stato di emergenza nella capitale Tokyo e in altri tre dipartimenti, a tre mesi dall’inizio delle Olimpiadi, per un forte aumento di casi e finora ha vaccinato solo l’1 per cento della popolazione.

Italia verso le riaperture del 26 aprile

In Italia, infine, è in vigore da oggi il decreto legge che prevede riaperture graduali dal 26 aprile. Ieri i positivi al test, in crescita, sono stati più di 16.000, mentre sono scese di poco le vittime, 360 i decessi. Il tasso di positività è del 4,4%, in aumento rispetto al 3,9% di ieri. Si avvicinano a 4 milioni i casi, 3.920.945, dall’inizio della pandemia, e sono in totale 118.357 i morti. Ma la campagna di vaccinazione sta accelerando: il commissario all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, comunica che sono state somministrate più di 16 milioni di dosi di vaccini. 

Uno studio: già molto efficace la prima dose di vaccino

Da uno studio dell’università di Oxford e dell’Office for National Statistics britannico, condotto analizzando i risultati dei test Covid su oltre  350 mila persone nel Regno Unito tra dicembre e aprile, emerge che una dose di vaccino anti-Covid di Oxford/AstraZeneca o di Pfizer/BioNTech riduce il rischio di infezione di quasi due terzi, e protegge le persone anziane e più vulnerabili così come quelle più giovani e sane. E’ quanto emerge da uno studio dell’università di Oxford e dell’Office for National Statistics britannico, condotto analizzando i risultati dei test Covid su oltre 350mila persone nel Regno Unito tra dicembre e aprile.

Con la seconda dose protezione al 90 per cento

I ricercatori hanno osservato che, a 21 giorni dalla prima somministrazione, le nuove infezioni Covid sono diminuite del 65%. I vaccini si sono dimostrati più efficaci contro le infezioni sintomatiche (-72%) rispetto a quelle asintomatiche (-57%). Un seconda dose di vaccino Pfizer, per il quale è possibile stimare l’effetto del richiamo essendo stato approvato e lanciato per primo rispetto a quello di AstraZeneca, ha ulteriormente potenziato la protezione, con una riduzione del 90% delle infezioni sintomatiche e del 70% di quelle asintomatiche. I risultati, diffusi oggi, secondo gli autori, supportano la decisione del Regno Unito di dare priorità alla somministrazione di una prima dose di vaccino alle persone anziane e più vulnerabili, ritardando i richiami.