Isabella Piro – Città del Vaticano
Il Brasile rimane uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus. Nelle ultime 24 ore si sono registrati oltre 66 mila nuovi contagi e il livello dei decessi ha superato quota mille, hanno riferito le autorita’ sanitarie locali. Dall’inizio della pandemia il Paese sudamericano ha avuto otto milioni e 390.341 contagi, con 208.133 vittime. Una situazione che sta mettendo a dura prova le strutture sanitarie pubbliche e private di Roraima e dell’Amazzonia. L’arcivescovo di Manaus, monsignor Leonardo Steiner, lancia un accorato appello tramite un video messaggio. “Nella prima ondata dell’emergenza sanitaria – sottolinea il presule – le persone sono morte per mancanza di informazione, di posti letto negli ospedali e nelle unità di terapia intensiva”.
L’appello dell’arcivescovo
Oggi, nell’attuale seconda ondata, si muore anche, per quanto possa sembrare incredibile, per mancanza di ossigeno”, sempre più carente nelle strutture sanitarie. Per questo, monsignor Steiner implora: “Per l’amor di Dio, mandateci ossigeno, dateci ossigeno. La gente non può continuare a morire così”.
No ai negazionismi
Dall’arcivescovo di Manaus anche l’invito a tutti i fedeli a “lasciare da parte i negazionismi, la politica che divide e corrompe, il profitto come priorità”, per dare spazio, invece, “al servizio nei confronti di tutta l’umanità”, un servizio da porre in atto anche grazie alla “forza spirituale” di ciascuno. Infine, monsignor Steiner sottolinea l’importanza di attenersi alle linee guida anti-contagio: “Rispettiamo il distanziamento sociale – spiega – indossiamo la mascherina, non trascuriamo la nostra salute, perché siamo in un momento difficile, su una strada quasi senza uscita”.
In arrivo ossigeno dal Venezuela
La grave situazione viene confermata da Stefano Calcara, imprenditore italiano che da anni vive in Brasile. Ai nostri microfoni afferma che la variante brasiliana del coronavirus sta spaventando sia il Paese che il resto del mondo. Diverse le Nazioni che hanno bloccato i collegamenti aerei dal Sud America.
A questa nuova emergenza si aggiunge la mancanza di ossigeno, essenziale per i ricoverati in terapia intensiva. Il problema riguarda soprattutto Manaus, capoluogo dell’Amazzonia. Una situazione talmente grave per la quale si è mosso addirittura anche il Venezuela, che, nonostante la propria crisi economica, starebbe inviando presidi sanitari e ossigeno. Imminente la somministrazione dei vaccini, che però non sono stati ancora approvati dall’Istituto preposto, attualmente l’unico modo per fermare con efficacia la pandemia.