Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Il rispetto del Creato e la capacità di rendere prioritaria la persona umana, la cui dignità non deve mai venire meno anche in tempo di pandemia. Il mondo del lavoro, pertanto, deve tenere conto di questi due aspetti dinanzi alla sfida epocale della pandemia di Covid-19. Protagonisti del mondo degli affari, della finanza, dell’economia dello sviluppo e del mondo accademico si sono riuniti mercoledì 12 gennaio per discutere di come le società vengano trasformate dalla pandemia e per presentare nuovi modelli di economia che valorizzino, appunto, la natura, le persone e la società nel suo complesso. L’evento intitolato “Preparare il futuro, costruire un’economia sostenibile, inclusiva e rigenerativa”, è stato organizzato dalla Commissione Vaticana per il Covid-19 del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Network Deloitte.
Pensare in modo diverso
“L’attuale pandemia è l’ultimo di una lunga serie di avvertimenti in merito al fatto che i nostri attuali stili di vita non funzionano” ha ammonito il Cardinale Michael Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, nel suo discorso di apertura. “È un altro campanello d’allarme che ci implora di lasciarci alle spalle la mentalità del “business as usual” e la ricerca di una crescita economica incrementale e unidimensionale”, ha aggiunto. Riprendendo le parole di Papa Francesco, il presule ha osservato che un modo alternativo di pensare è necessario se si vuole uscire da questa emergenza in modo resiliente. “La nozione di preparazione del futuro ci sfida a usare la nostra creatività in modalità che non abbiamo mai utilizzato prima e a cercare un nuovo percorso oltre questo tempo di crisi, che inizia con un cambiamento radicale, olistico e sistemico in modo – ha concluso – da poter vivere tutti insieme in pace con un’attenzione speciale per gli ultimi e con il nostro pianeta”.
Investire meglio le risorse
I partecipanti al convegno hanno sottolineato come la pandemia abbia ingigantito le disuguaglianze economiche e sociali di lunga data, cercando le soluzioni da perseguire, a partire dal ruolo che spetta alle imprese nel preparare un futuro migliore. Strade nuove affinché nessuno sia lasciato indietro. Punit Renjen, Ceo di Deloitte Global, ha evidenziato come la crisi climatica sia una delle più grandi minacce che l’umanità deve affrontare, sottolineando come il mondo del business abbia la responsabilità di essere protagonista, di utilizzare le risorse in modo migliore per il bene della società. “Se possiamo farlo, dobbiamo farlo”, ha ribadito.
Casa comune e nuove tecnologie
Diversi interventi hanno sottolineato come la pandemia abbia fatto comprendere all’uomo quanto sia fondamentale la cura della Casa comune, la capacità di difendere valori, principi vitali per il benessere di tutti e ciascuno. Altri hanno poi spiegato come le nuove tecnologie possano essere funzionali ad un processo virtuoso, in grado di ottimizzare le risorse e ridurre le disuguaglianze. Il professor Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha spiegato come l’economia debba essere sostenibile da un punto di vista sociale ed ambientale e, non da ultimo, fraterna. Nelle osservazioni conclusive, suor Alessandra Smerilli, segretaria ad interim del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e responsabile della Commissione Covid-19 del Vaticano, ha osservato che le parole pace, azione, interconnessione e cura devono essere parte integrante del processo di ripensamento e riforma dei sistemi economici.