Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Padre Jules Koffi Manzan, parroco della Chiesa del Sacro Cuore di N’guessanko, nella diocesi di Abengourou, in Costa d’Avorio, ha chiesto aiuto alla direzione nazionale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, con una lettera accorata che è arrivata fino a Roma. Per 150 bambini della sua parrocchia, padre Jules vorrebbe organizzare corsi di alfabetizzazione, perché, scrive, “quest’anno abbiamo avuto enormi difficoltà a causa del Covid-19: molte attività economiche si sono fermate. A questo si è aggiunto il calo dei prezzi del caucciù, del cacao e del caffè”, le materie prime che si producono nei campi e nelle foreste intorno Abengourou, nell’est del Paese, al confine con il Ghana. Così “moltissime famiglie non hanno più denaro per la cura dei loro bambini. Molti di loro, quest’anno, sono stati obbligati ad interrompere i loro studi”.
Progetti finanziati dalle offerte dei bambini del mondo
Il progetto di padre Jules e dei suoi collaboratori parrocchiali è stato accolto con entusiasmo dai fedeli di N’guessanko. Ma la volontà e l’impegno non basteranno. Per questo il parroco chiede l’aiuto finanziario della Poim. E il suo progetto di alfabetizzazione è stato inserito tra quelli che verranno finanziati quest’anno con le offerte dei bambini di tutto il mondo, raccolte nelle Giornate dell’infanzia missionaria che si stanno celebrando dal 6 gennaio. Nel video che segue vediamo la celebrazione della Giornata del 2020, proprio ad Abengourou.
Imparare a scrivere ed educarsi alla fede
Nella stessa diocesi padre Pierre Ehui Assanyo, parroco della chiesa di San Paolo a Tanguelan, ha 200 bambini che partecipano al catechismo, ma vorrebbe realizzare per loro nuovi corsi di formazione spirituale e biblica, da tenere una volta alla settimana, per “offrire loro argomenti forti per potere essere piccoli testimoni della propria fede”. A Tanguelan, infatti, stanno crescendo i piccoli fedeli di famiglie musulmane o che aderiscono a nuove sette religiose, e padre Pierre e i suoi collaboratori parrocchiali vogliono dare ai bambini cattolici una formazione solida che permetta loro “di difendere la loro fede quando si trovano con i loro amici musulmani o appartenenti a sette religiose”.
I piccoli della Costa d’Avorio per gli amici di altri Paesi
A inviare questi progetti al segretariato delle Pontificie opere dell’infanzia missionaria, è stato padre Jean Noel Gossou, direttore nazionale delle Pom e della Poim per la Costa d’Avorio, che a Vatican News ricorda come, nello spirito del fondatore dell’Opera della Santa Infanzia, il vescovo di Nancy Charles de Forbin-Janson, i bambini missionari della Costa d’Avorio aiutano se stessi, perché una parte delle loro offerte finanzieranno proprio i progetti di padre Jules e padre Pierre, ma, come è accaduto nel 2020 per il Mozambico, sosterranno progetti per i piccoli di altri Paesi.
R. – Sì, i ragazzi donano, e il loro contributo va anche al Fondo di solidarietà universale delle Pom. Per esempio, l’anno scorso abbiamo fatto un’iniziativa missionaria che è servita per finanziare alcuni progetti in Mozambico. Ogni anno, nella celebrazione della Giornata dell’Infanzia missionaria, nonostante tutte le difficoltà che abbiamo, i ragazzi si aprono anche alla condivisione universale, per dare quello che possono dare, e così contribuiscono anche ai finanziamenti di alcuni progetti sia qui in Costa d’Avorio sia all’estero.
Ci descriva brevemente, padre Jean Noel, i due progetti della diocesi di Abengourou e perché sono stati scelti per un aiuto straordinario della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria…
R. – Questi due progetti della diocesi di Abengourou provengono da due parrocchie che vivono una situazione particolare: il primo riguarda la formazione spirituale e biblica dei ragazzi della parrocchia di San Paolo di Tanguelan, che ha tanti bambini, perché la base della nostra Chiesa che è in Costa d’Avorio, è fatta da bambini e ragazzi, grazie anche al grande sviluppo demografico. Avendo tutti questi ragazzi è importante anche avere una formazione equilibrata sia a livello sociale che ecclesiale e spirituale. Il loro progetto riguarda la formazione spirituale e biblica di questi bambini, in Costa d’Avorio altre religioni stanno crescendo ed è necessario dare una formazione che possa permettere a questi bambini di vivere al meglio la loro fede, e anche per poterla difendere. I nostri ragazzi sono minacciati, se non hanno una formazione spirituale e biblica equilibrata. Quindi per prima cosa è importante salvaguardare la fede cattolica in questi ragazzi e permettere loro di crescere in questo ambiente cattolico e spirituale. Dopo il catechismo c’è uno spazio dedicato ai ragazzi per approfondire quello che hanno visto al catechismo e anche alcune tematiche bibliche. Una volta alla settimana fanno questi corsi per approfondire.
Il corso di alfabetizzazione è organizzato da una parrocchia che si trova in una zona rurale, di foreste, dove i prezzi delle materie stanno calando e la povertà della gente che vive di agricoltura sta crescendo. Le due parrocchie si trovano nella parte est del Paese, qui la gente vive di agricoltura e le materie prime sono il cacao, il caffè e il caucciù. Alcuni bambini abbandonano la scuola o alcuni genitori non hanno più i soldi per mandare i loro ragazzi a scuola. Così dando un minimo di conoscenza a questi bambini, insegnando loro a leggere e a scrivere, si permette di non rimanere troppo indietro rispetto agli altri ragazzi che vanno a scuola.
E’ un corso che offre loro di inserirsi nella nostra società, sapendo leggere e sapendo anche scrivere. Essendo una zona agricola e di foreste questi ragazzi aiutano anche i loro genitori nel lavoro dei campi e a casa. Bisogna quindi aiutare i genitori a dare un minimo di istruzione ai loro figli. La Chiesa propone questi progetti per tendere una mano ai genitori e anche permettere a questi bambini, che sono il presente della nostra Chiesa e della nostra società, ma anche il futuro, di crescere serenamente.
Oltre 200 i bambini nel primo progetto e 150 nel secondo. Oltre a loro, quante persone sono coinvolte nei progetti, tra animatori spirituali, biblici e insegnanti? Si tratta di volontari o ricevono uno stipendio, anche grazie ai fondi stanziati dalle Poim?
R. – Qui sia l’animazione che il catechismo sono fatti sempre da volontari. Sono ragazzi o adulti che volontariamente danno la loro disponibilità senza richiedere un soldo. Quindi sono volontari che si dispongono a dare il loro contributo per aiutare questi bambini a crescere in un ambiente spirituale e anche in un ambiente educativo. Sono da 10 a 15 o 20 persone, che aiutano e danno una mano alla Chiesa e alla parrocchia.
Ci sono però le spese vive, anche del materiale didattico e anche per le sedi…
R. – Sì, per esempio i contributi servono per il materiale didattico, i quaderni, i libri per gli insegnanti e i bambini ma anche per pagare il biglietto per il bus ai volontari, con il quale raggiungere la parrocchia.
Gli aiuti che arrivano dalla Poim non riescono sicuramente a coprire tutte queste spese. E’ la diocesi che fa fronte a quello che manca?
R. – Sì anche la diocesi contribuisce, secondo le sue possibilità, a finanziare gli acquisti necessari ai progetti, per arrivare agli obiettivi.
La pandemia di Covid-19 sta limitando l’opera di queste parrocchie e anche delle Pom in Costa d’Avorio?
R. – Sì, il Covid ormai è universale e ci sta limitando tanto. Per esempio, abbiamo avuto difficoltà per i raduni e per ritrovarci anche in chiesa per poter elaborare i progetti e per le celebrazioni.
Veniamo alla Giornata Mondiale dell’Infanzia missionaria del 2021: l’avete già celebrata o la celebrerete presto? E in che modo? Con celebrazioni in presenza o la maggior parte on-line?
R. – Per quest’anno a livello nazionale sarà on-line, per l’impossibilità, data la pandemia, di fare un grande raduno in un unico luogo. Ma a livello diocesano verrà vissuta in presenza perché qui in Costa d’Avorio abbiamo la fortuna di avere un numero di contagi un po’ più basso, e quindi il Governo permette piccoli raduni. Ogni diocesi fissa la sua data, alcuni l’hanno già celebrata all’Epifania, altre si spostano fino a febbraio.
Quale messaggio vuole inviare, in conclusione, alle comunità missionarie e parrocchiali del mondo, che vi hanno aiutato e vi stanno aiutando con la loro preghiera e le loro offerte nella Giornata missionaria dei ragazzi?
R. – Vorrei ringraziare tutte queste comunità missionarie e parrocchiali del mondo che ci hanno aiutato. Vorrei rendere grazie a Dio per il loro aiuto per la loro condivisione e vorrei dire loro di continuare a sostenere la missione , non solo da noi in Costa d’Avorio, ma a livello universale, perché ne abbiamo bisogno. La Parola di Cristo che dice: “Andate in tutto il mondo fate discepoli”, è una questione di dono totale della nostra disponibilità fisica, economica e mentale, di tutto il nostro essere. E quindi ringrazio tutte queste persone che si dispongono ad aiutare i ragazzi e ad aiutare la missione ad essere una realtà nel cuore e nella mente, insomma nell’esistenza dell’uomo.