Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Un giorno che non dimenticheremo tanto facilmente questo 24 maggio 2021. La mattina in cui il Papa si è recato in visita a Palazzo Pio, sede del Dicastero della Comunicazione. L’attesa dei giorni scorsi era nell’aria già dalle prime ore di oggi. Entrando in sede, lo scambio di battute con i lavoratori della portineria che da lì a poche ore avrebbero visto l’ingresso del Santo Padre. Un’attesa condivisa minuto per minuto con gli ascoltatori, a partire dal radiogiornale delle 8 e poi nel consueto appuntamento del programma Radio Vaticana con voi, dove “tutte le luci si accendono per l’arrivo del Papa”, oltre a quella rossa che indica l’inizio delle trasmissioni in diretta.
Mentre nei corridoi ci si predispone per l’arrivo del Papa, ai microfoni si racconta il significato di una visita che arriva 15 anni dopo quella di Benedetto XVI. Tra gli ospiti del programma Radio Vaticana con voi ci sono i giornalisti Michele Raviart e Marina Tomarro della redazione italiana.
In studio anche Renato Martinez, del canale spagnolo. Lui, latinoamericano come il Papa, ricorda l’emozione di quel 13 marzo 2013, quella fumata bianca che diede inizio al primo pontificato di un cittadino americano. Quindi l’importanza di una comunicazione “concreta, efficace, ma anche creativa e capace di farsi prossima a chi legge ed ascolta, come tante volte – sottolinea Martinez – Francesco ci ha ricordato”.
I messaggi degli ascoltatori
Protagonisti sono anche gli ascoltatori, invitati a scrivere un messaggio al successore di Pietro. Lo fanno in tantissimi, prima e durante la visita. Filomena ad esempio scrive: “Sono felicissima. Sono emozionata. Sono qui come ogni mattina. Santo Padre, sei il nostro faro, sei la nostra guida, la nostra luce, sei la nostra speranza che guida i nostri passi, sulla strada che ci conduce a Gesù nostra Pasqua, sei nel mio cuore prego sempre per te”. Questo il messaggio di Rosamaria: “Caro Papa Francesco, grazie per tutte le volte che ci ricorda come la prossimità e la misericordia siano le chiavi per aprire le porte del cuore verso la fraternità”. Ancora Francesca ringrazia il Papa “per la pace e la serenità che trasmette in ogni angolo del mondo”, mentre Antonio chiede una preghiera “per tutte quelle donne che desiderano diventare madri, perché possano farlo in serenità nonostante le sfide legate alla pandemia”. Tra le decine di messaggi, anche il grazie a Francesco “per essere il padre dell’umanità, soprattutto di quella più povera. Lei ci fa e mi fa sentire la tenerezza di Dio. Con lei io so di non essere sola”.
L’attesa in Sala Marconi
L’ultimo atto della visita avverrà nei pressi dell’ingresso di Palazzo Pio, la Sala Marconi. Qui una quarantina di giornalisti, a rappresentare le altrettante lingue del Dicastero della Comunicazione, attendo l’arrivo di Francesco. Tra loro il responsabile dei social, Thaddeus Jones, e quello dell’archivio, Pietro Cocco. Entrambi sottolineano la bellezza di un momento, da vivere “tutti insieme”, occasione anche per “interagire con lui, capire le priorità del nostro lavoro”. Si scrive oggi, dunque, un’altra pagina dell’archivio. “Una tappa di cui fare memoria, per condividere con il Papa gli sforzi che facciamo per conservare la memoria della storia, del cammino della Chiesa”. Giancarlo La Vella, responsabile della redazione italiana, afferma che “la sfida di oggi è essere meno giornalisti e più persone rispetto al solito, perdendo gli schemi abituali per ricevere dal Papa il messaggio più vero”.
Decine di lingue, dunque, presenti al Dicastero della Comunicazione. L’attesa è fatta dunque anche di culture e costumi diversi, compresi gli accenti che cogliamo nelle voci di Helene Destombes, Robert Attarian e Silvonei Protz, responsabili rispettivamente delle redazioni in lingua francese, armena e portoghese.
Il racconto dalla portineria
C’è poi un lavoro che è anche una missione, quella di essere il primo volto che accoglie le persone al Dicastero. Ci riferiamo alla portineria, che anche oggi per prima ha visto l’arrivo del Santo Padre. Nelle parole di Antonio Menenti, da decenni in servizio in questa struttura, l’emozione e la gioia di un giorno che non si potrà dimenticare.
“Ricevere oggi chi ogni giorno ci indica la strada è un onore, riempie l’anima di gioia. Qui in portineria – afferma – proviamo la sensazione nel quotidiano di essere al servizio delle persone, accogliendole. Dunque aver visto il Papa è stata davvero una grande emozione. Siamo chiamati – prosegue – a mettere a loro agio le persone quando entrano qui, specie la prima volta, magari con qualche soggezione. Il nostro compito è farli sentire a casa, anche con un sorriso”.