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Cop28: i combustibili fossili al centro dei primi dibattiti

Nel secondo giorno del vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato la creazione di un fondo di 30 miliardi di dollari per una “finanza climatica più equa”. Iniziate le trattative sulla bozza del testo finale dell’incontro

Marine Henriot – inviata a Dubai (Emirati Arabi Uniti)

Entrano nel vivo a Dubai, oggi, 1 dicembre, ai lavori della Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici apertasi ieri e che si concluderà il 12 dicembre. In questi giorni le parti della convenzione quadro dell’Onu sull’azione per il clima discuteranno e si confronteranno su una bozza del testo finale dell’incontro. Nella prima bozza condivisa nella giornata odierna, si afferma che i Paesi devono preparare una “riduzione/uscita dei combustibili fossili”, come si legge nel documento preparato dal Regno Unito e da Singapore. La difficoltà, per gli Stati partecipanti, sarà quella di trovare un accordo sulla scelta del termine “riduzione” o del termine, molto più ambizioso, “uscita”.

La proposta degli Emirati Arabi Uniti

Nella sua introduzione, all’apertura del vertice dove sono attesi 140 capi di Stato, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato un avvertimento: “La scienza è chiara: il limite di 1,5°C è sostenibile solo se smettiamo di bruciare tutti i combustibili fossili”. Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato la creazione di un fondo privato dedicato alle “soluzioni” da adottare di fronte al cambiamento climatico, dotato di 30 miliardi di dollari e che dovrà “promuovere gli sforzi internazionali per creare una finanza climatica più equa, con particolare attenzione al miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per i Paesi del Sud”, si legge nel comunicato. Una delle sfide della monarchia federale per questa Cop è aumentare la partecipazione finanziaria delle aziende private.

Gli assenti e le tensioni diplomatiche

Non parteciperà alla 28.ma conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici il presidente iraniano Ebrahim Raïssi, perché Israele è stato invitato a partecipare in un contesto di guerra nella Striscia di Gaza, secondo i media ufficiali. Da parte sua, il presidente israeliano Isaac Herzog intende approfittare della sua visita a Dubai per incontri diplomatici a proposito degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Da segnalare anche l’assenza del presidente americano Joe Biden, rappresentato dalla vicepresidente Kamala Harris, e del presidente cinese Xi Jinping, rappresentato dal primo vice premier Xuexiang Ding.

La partecipazione della Santa Sede

Per quanto riguarda la delegazione della Santa Sede, sarà guidata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin che sabato, 2 dicembre, consegnerà il messaggio di Papa Francesco. Il giorno dopo il porporato parteciperà all’inaugurazione del Padiglione della Fede, una “première” per la Cop. Dell’assenza del Pontefice si sono rammaricati molti delegati: “Deve pregare per noi”, dicono dalla delegazione senegalese. Papa Francesco, che sta seguendo molto da vicino questa Cop, in un post su X, esorta: “In questo momento storico siamo invitati ad assumerci la responsabilità dell’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio a questo mondo. Se non reagiamo adesso, il cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di milioni di persone”.

Il fondo “perdite e danni”

Ieri, 30 novembre, la Cop è iniziata con l’annuncio della realizzazione del fondo “perdite e danni” che i Paesi più vulnerabili aspettavano da tempo. Si tratta di un fondo di compensazione per i danni climatici, finanziato dai Paesi sviluppati, che sono in gran parte responsabili degli sconvolgimenti climatici. I delegati dei 200 Paesi partecipanti hanno accolto la notizia con una standing ovation. Concretamente, questo fondo consentirà, tra l’altro, la ricostruzione di case distrutte a causa dell’erosione o di compensare le colture sommerse dall’acqua. Il testo che lo istituisce, molto dibattuto negli ultimi nove mesi, prevede un consiglio di amministrazione di 26 Stati, di cui 14 in via di sviluppo, che dovrà definire contribuenti e beneficiari. Sarà ospitato dalla Banca Mondiale e dovrebbe essere operativo il prossimo anno. Si tratta di un primo passo. Madeleine Diouf Sarr, presidente del gruppo dei Paesi meno sviluppati, che rappresenta 46 Nazioni tra le più povere, ha accolto con favore l’iniziativa che, in una dichiarazione all’agenzia AFP, ha definito una decisione di “enorme significato per la giustizia climatica”. “Ma un fondo vuoto non può aiutare i nostri cittadini”, ha sottolineato, mentre le perdite ammontano a centinaia di miliardi.

Una Cop già storica

Questa Cop28 è ufficialmente la più grande mai organizzata con 97mila partecipanti, secondo gli ultimi dati. Si svolge sui 483 ettari di ExpoCity a Dubai, nata in mezzo al deserto per l’Expo Universale del 2020. Le ultime COP, da Sharm el-Sheikh (Egitto) a Glasgow (Regno Unito), hanno ospitato circa 40mila partecipanti. La delegazione brasiliana è la più numerosa con 1.336 persone, quella del Paese ospitante, gli Emirati Arabi Uniti, conta circa 620 delegati, mentre quella degli Stati Uniti ne ha 158.

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