Chiesa Cattolica – Italiana

Cop28, appello dei leader religiosi: agire insieme per guarire il nostro mondo ferito

Anche Papa Francesco tra i firmatari della dichiarazione dei rappresentanti delle diverse fedi riuniti a Dubai per la Conferenza Onu sul clima. Nel documento si chiede un impegno importante alla politica, ai governi e alle imprese per accelerare la transizione energetica senza “lasciare indietro” nessuno, a cominciare dalle comunità più vulnerabili. L’invito è a unirsi in modo collaborativo e risoluto per “custodire lo splendore della Casa comune”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Impegno e speranza: corre su questi due binari la dichiarazione dei leader religiosi per la Cop28 di Dubai. Un documento, firmato, tra gli altri, anche da Papa Francesco, nel quale si ribadisce l’unità, la responsabilità condivisa e la fratellanza tra tutti per un’azione che porti a centrare l’obiettivo di abbassare di 1,5 gradi la temperatura della terra entro il 2030 ma anche sostenere le comunità colpite dai cambiamenti climatici.

I rappresentanti di diverse fedi e tradizioni indigene, attraverso il dialogo con scienziati, studiosi religiosi, accademici, organizzazioni femminili, giovani, società civile, leader aziendali e responsabili delle politiche ambientali riuniti ad Abu Dhabi, esprimono dolore per quello che si sta vivendo, riconoscendo inoltre “le connessioni tra cambiamento climatico, le migrazioni, i conflitti ma anche il potenziale ruolo delle persone di fede come costruttori di pace ambientale”.

Appello all’azione

Nel documento si richiedono risposte urgenti perché si acceleri verso la transizione energetica garantendo “equità e giustizia”, invitando ad abbracciare un modello circolare per vivere “una vita equilibrata e dignitosa in armonia con la natura”. Quindi l’appello alle imprese perché passino dai combustibili fossili a fonti di energia pulita; l’invito ai governi per promuovere un’agricoltura sostenibile nella piena garanzia della sicurezza alimentare e della salvaguardia degli ecosistemi. “Nessuno deve essere lasciato indietro – si legge nel testo – i bisogni di tutte le persone, in particolare dei bambini, delle comunità vulnerabili che affrontano disastri e conflitti, dei giovani, delle donne e delle popolazioni indigene, così come degli animali e della natura, devono essere al centro dei nostri sforzi”. Fondamentale in questo è l’attivazione di meccanismi finanziari che affrontino perdite e danni soprattutto nelle zone più vulnerabili del mondo.

Per un futuro diverso e in armonia con la terra

I leader religiosi si impegnano poi a cambiare i propri modelli di consumo e a promuoverli, ad alzare la voce per la difesa della biodiversità e della conservazione della fauna selvatica, a sostenere l’uguaglianza e i diritti dei popoli indigeni, “difendendo la saggezza ancestrale che si intreccia con il benessere della Terra”. “Mentre ci troviamo sull’orlo della storia, considerando la gravità delle sfide che dobbiamo affrontare collettivamente – recita il documento – restiamo consapevoli dell’eredità che lasceremo alle generazioni a venire. Imploriamo ardentemente tutti i decisori riuniti alla Cop28 di cogliere questo momento e di agire con urgenza, tessendo un arazzo di azione condivisa e profonda responsabilità”.

Da qui l’invito ad agire rapidamente, “in modo collaborativo e risoluto per guarire il nostro mondo ferito e preservare lo splendore della nostra Casa comune”. Un modo per riportare la speranza per le generazioni future e “intraprendere questo viaggio verso un futuro di resilienza, armonia e fioritura per tutta la vita sulla Terra”.

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