Marco Guerra – Città del Vaticano
La nuova bozza di accordo sul clima diffusa oggi potrebbe essere ulteriormente modificata in queste ore finali di trattative alla Cop26 di Glasgow. Non è esclusa infatti una trattativa ad oltranza fino alla giornata di sabato per strappare impegni più vincolanti per la riduzione delle emissioni.
Negozianti ancora in corso
Aprendo i lavori di questo pomeriggio il presidente della Cop26 di Glasgow, Alok Sharma, ha detto che “i negoziati politici e tecnici continuano, con uno spirito positivo”. “Abbiamo fatto molti Progressi – ha proseguito -, la bozza diffusa stamani ci porta un passo in avanti verso un risultato efficace ed equilibrato. Ma il risultato non è ancora chiaro, ci sono freni e ostacoli”.
Gli obiettivi della bozza
Nel documento finale fatto circolare oggi si ribadiscono gli l’obiettivi di rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale dai livelli pre-industriali, di tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al 2010, e di arrivare a zero emissioni nette di CO2 intorno alla metà del secolo. Resta invece fuori la previsione di un ulteriore aggiornamento entro la fine del 2022, presente nella prima bozza, e rimane invariato nella seconda versione del documento il riconoscimento dell’importanza del ruolo dei giovani, delle donne e delle comunità indigene nella lotta alla crisi climatica.
Saltano i 100 mld per i Paesi poveri
Nel testo si esprime poi ”profondo rammarico” per il fatto che non siano stati consegnati i 100 miliardi di dollari di finanziamenti promessi ai Paesi poveri per la lotta ai cambiamenti climatici. La bozza si limita quindi a sollecitare i Paesi sviluppati a stanziare questi fondi entro il 2025. Ancora in discussione sarebbero poi i paragrafi riguardanti le regole per attuare l’accordo di Parigi sul clima e per comunicare i risultati di decarbonizzazione da parte degli Stati. Nel frattempo il comitato scientifico sul clima dell’Onu, in un’anticipazione del suo rapporto annuale che uscirà all’inizio del 2022, ha stimato che serviranno fino a mille miliardi per l’adattamento agli effetti della crisi climatica nel mondo, da qui al 2050.
Le reazioni
“Riteniamo che il compromesso sul tavolo qui a Glasgow sia un’opzione migliore di quello che era sul tavolo della Cop25 a Madrid nel 2019”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans alla plenaria alla plenaria della Cop26. La bozza del testo dei negoziati “può portare a mercati solidi, ma dobbiamo agire in fretta in modo” da “andare via dicendo che finalmente il Regolamento” che completa l’Accordo di Parigi “è stato concordato”. Dal canto suo oggi l’inviato degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, si è detto “ottimista” circa il raggiungimento di un buon accordo alla Cop26. Nel corso di un’intervista alla Bbc, Kerry ha detto che ”questo processo ci mette sulla buona strada” per mantenere l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi. Rispetto l’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Cina, da alcuni analisti definito troppo debole, Kerry ha detto che gli obiettivi sul clima “non possono essere raggiunti se i due più grandi non vi partecipano”.
Lo scetticismo degli ambientalisti
I movimenti per il clima vedono elementi positivi nella nuova bozza ma anche l’allentamento di alcune misure, in particolare quelle sul carbone. Secondo Greenpeace è stata “indebolita il modo critico” la parte relativa ai combustibili fossili. Ma il gruppo sottolinea che ci sono alcuni punti che “vale la pena mantenere” e invita i negoziatori
a “cogliere l’attimo e concordare qualcosa di storico”. Per il Wwf la bozza rivista ha compiuto “passi indietro in aree chiave”, in particolare per quanto riguarda i combustibili fossili. Ma l’organizzazione parla comunque di “segnale importante” e accoglie favorevolmente “l’aumento a breve termine degli impegni climatici entro il 2022”.
In pratica la nuova bozza attenua leggermente i termini sulle richieste ai Paesi di effettuare tagli più profondi alle emissioni, così da evitare un innalzamento delle temperature. La precedente versione invitava infatti gli Stati ad “accelerare l’eliminazione graduale del carbone e dei sussidi per i combustibili fossili”; mentre ora si parla di “eliminazione graduale dell’energia prodotta da carbone senza mitigazione, e dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili”.
Il comunicato della Santa Sede
Ieri, in un comunicato, la Santa Sede ha definito “promettenti” ed “essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili” gli impegni assunti dagli Stati, pur sottolineando alcune “lacune”, chiedendo massima attenzione “al debito ecologico ed alla solidarietà che i paesi industrializzati devono ai poveri” ed auspicando che sia scritta una “tabella di marcia chiara per rispondere al grido della Terra”.