Chiesa Cattolica – Italiana

Cop 26. Quattro diocesi britanniche dicono no a combustibili fossili

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Poco prima della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop26 a Glasgow, 72 istituzioni religiose, tra cui 37 dal Regno Unito, annunciano dal sito della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles il loro disinvestimento dai combustibili fossili nella più importante iniziativa congiunta da parte di organizzazioni religiose,  che hanno più di 4.2 miliardi di dollari di patrimonio combinato in gestione tra Australia, Irlanda, Italia, Kenya, Nepal, Perù, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti e Zambia. Si include anche la Conferenza episcopale cattolica di Scozia; tutte le diocesi cattoliche in Scozia e quattro diocesi cattoliche in Inghilterra e Galles, e precisamente le arcidiocesi di Glasgow, St. Andrews ed Edimburgo, Birmingham e Southwark e le diocesi di Brentwood e Portsmouth; cinque ordini religiosi cattolici tra cui i Religiosi dell’Assunzione in Inghilterra e i Missionari Colombani in Gran Bretagna; la St Mary’s University, Twickenham; e le diocesi della Chiesa di Inghilterra di Truro e Sodor & Man. Le Chiese e le diocesi britanniche coinvolte in questo annuncio rappresentano quasi duemila chiese locali. 

Monsignor Longley, Birmingham: “Questa la nostra risposta al grido della Terra”

“Il nostro impegno per il disinvestimento dai combustibili fossili è una risposta sia al grido della Terra che dei poveri, e ci porta un passo avanti verso la sua consolazione”. Questo il commento dell’arcivescovo di Birmingham, monsignor Bernard Longley. “Ci uniamo a molte altre organizzazioni di fede che stanno facendo la scelta etica di ‘fare attenzione a non sostenere le aziende che danneggiano l’ecologia umana o sociale o l’ecologia ambientale’, come Papa Francesco ci chiama a fare”, ha continuato.

Monsignor Egan, Portsmouth: “Facciamo la nostra parte per vivere come i poveri”

Anche il vescovo della diocesi di Portsmouth, monsignor Philip Egan, ha rilasciato una dichiarazione in merito: “Questa decisione, che ha il mio pieno sostegno, è stata presa recentemente dagli amministratori diocesani e riflette l’impegno sia del clero che dei laici in tutta la diocesi di Portsmouth per fare la nostra parte nella ricerca di un uso più equo delle risorse della nostra madre terra – ha detto – e per vivere semplicemente e in solidarietà con i poveri. Sono lieto che ci stiamo unendo a molte altre organizzazioni di fede per alzare le nostre voci e portare l’attenzione sull’urgente necessità di un cambiamento nel modo in cui usiamo le nostre risorse globali”.

Dalla Scozia monsignor Nolan: “Decisione giusta, status quo non accettabile”

Monsignor Bill Nolan, vescovo di Galloway e incaricato per l’Ambiente della Conferenza episcopale cattolica di Scozia, commentando l’annuncio, ha detto: “I vescovi hanno deciso che il disinvestimento avrebbe dimostrato che lo status quo non è accettabile e inoltre che, dato il danno che la produzione e il consumo di combustibili fossili sta causando all’ambiente e alle popolazioni dei Paesi a basso reddito, non era giusto trarre profitto dagli investimenti in queste aziende. L’annuncio segue il recente appello di Papa Francesco e di altri leader religiosi ai governi globali per affrontare la ‘crisi ecologica senza precedenti’ e la richiesta di un’alleanza internazionale di attivisti per la fine immediata di tutti i finanziamenti ai combustibili fossili. L’annuncio di oggi mostra che un numero crescente di istituzioni cattoliche sta rispondendo alla recente raccomandazione del Vaticano di disinvestire dalle compagnie di combustibili fossili e investire in soluzioni climatiche”.

La crescita del movimento in favore del disinvestimento nei combustibili fossili

Il movimento di disinvestimento dai combustibili fossili è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni. Secondo un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, più di 1.485 istituzioni, con un patrimonio combinato di oltre 39mila miliardi di dollari, si sono impegnata per il disinvestimento. Le istituzioni religiose sono state in prima linea nel movimento globale di disinvestimento, rappresentando più del 35 percento degli impegni totali. Rio de Janeiro, Glasgow, Parigi, Seattle, Auckland stanno anche annunciando i loro impegni di disinvestimento unendosi al C40 Divest/Invest Forum che sostiene l’avanzamento del disinvestimento delle loro città e fondi pensione.

Iea: stop a sviluppi di carbone, petrolio e gas entro il 2050

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) ha dichiarato recentemente che entro il 2050 non ci potranno più essere nuovi sviluppi di carbone, petrolio e gas se il mondo vuole limitare il riscaldamento globale a meno di 1.5° e prevenire impatti climatici catastrofici. Intanto il governo britannico è sempre più sotto pressione per i piani del giacimento petrolifero Cambo al largo della costa scozzese, sostenuto dal gigante petrolifero Shell, che rilascerebbe emissioni equivalenti all’inquinamento annuale da carbonio di 18 centrali a carbone.

Il “caso” Africa

Il mese scorso, più di 20 vescovi anglicani dell’Africa meridionale, tra cui l’arcivescovo di Città del Capo, i tre vescovi del Mozambico e il vescovo della Namibia, hanno chiesto un arresto immediato dell’esplorazione di gas e petrolio in Africa. Hanno detto che “una nuova era di colonialismo economico da parte delle compagnie di combustibili fossili è ben avviata” e che “gli habitat naturali dell’Africa vengono distrutti a un ritmo allarmante attraverso l’estrazione di petrolio e gas”. James Buchanan, responsabile della campagna Bright Now di Operation Noah, ha detto: “Siamo lieti che 37 istituzioni religiose britanniche abbiano deciso di disinvestire dalle compagnie di combustibili fossili e unirsi a questo annuncio di disinvestimento globale record. Chiediamo al Regno Unito e ai governi del mondo di porre fine ai sussidi per i combustibili fossili e di fermare immediatamente le nuove esplorazioni di petrolio e gas, compreso il campo petrolifero Cambo”. Operazione Noah è un’associazione cristiana di beneficenza che lavora con la Chiesa per ispirare l’azione sulla crisi climatica.

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