Presentato in Sala Stampa vaticana la 53.ma edizione dell’evento internazionale, in programma dall’8 al 15 settembre in Ecuador sul tema “Fraternità per sanare il mondo”. L’arcivescovo Espinoza Mateus: “Proclamerà a tutti che la fraternità è l’unica via possibile per fare e costruire un mondo nuovo”
L’Osservatore Romano
Il Congresso eucaristico che si terrà a Quito in Ecuador dovrà «essere quella voce con accento latinoamericano per la Chiesa di tutto il mondo»: sarà, pertanto, una «voce di speranza che si annuncia da questo continente della speranza». Così il salesiano Alfredo José Espinoza Mateus, arcivescovo di Quito e presidente del Comitato locale, durante la conferenza stampa di presentazione del 53° Congresso eucaristico internazionale (Iec 2024). L’incontro ecclesiale si terrà nella capitale dell’Ecuador, dall’8 al 15 settembre, sul tema “Fraternità per sanare il mondo – Voi siete tutti fratelli (Mt 23, 8)”.
Il congresso, ha aggiunto il presule, cercherà anche di essere quella «voce profetica che proclamerà a tutti che la fraternità è l’unica via possibile per fare e costruire un mondo nuovo». Commentandone il tema, l’arcivescovo ha sottolineato che non si può negare vi siano molte ferite nel mondo; ma — si è chiesto — come guardare i fratelli e le sorelle che soffrono? Da qui l’invito a riflettere se si è in grado di ascoltare la voce di quanti gridano per le loro ferite e di curarle, diventando “missionari eucaristici” della fraternità.
Papa Francesco, ha ricordato Espinoza Mateus, invita a sognare come un’unica umanità, «come figli di questa stessa terra che ci ospita tutti, ognuno con la ricchezza della sua fede», ognuno con la «sua voce, tutti fratelli e sorelle». Questo, ha fatto notare, è il significato profondo del congresso. Infatti, l’Eucaristia porta «ad essere costruttori di fraternità». Il congresso renderà pienamente consapevoli di essere «missionari eucaristici della fraternità».
Successivamente, padre Juan Carlos Garzón, segretario generale del Congresso, ha sottolineato che il tema evoca l’enciclica Fratelli tutti e coincide con il significato ecclesiale dell’Eucaristia, «fonte di comunione per coloro che la celebrano, con la sua missione di rendere visibile l’opera di guarigione di Cristo nelle ferite del mondo». Il documento di base, ha detto, è stato redatto dalla Commissione teologica del congresso eucaristico e dal Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali, con l’intento di evidenziare «la centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa» e «favorire l’approfondimento teologico, il rinnovamento spirituale e il bene della Chiesa particolare».
Infine, il monfortano Corrado Maggioni, presidente del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali, ha ripercorso la storia di questi avvenimenti ecclesiali. «L’idea di chiamare a congresso gente di vari Paesi per celebrare l’Eucaristia e riflettere sulla sua portata ecclesiale e sociale — ha spiegato — ha avuto fin dall’inizio l’intento di ravvivare la coscienza che la presenza di Cristo in mezzo a noi e attraverso di noi è il cuore della Chiesa e della sua missione». Riguarda infatti tutte le Chiese, ogni parrocchia, in tutti i Paesi. In effetti, ha fatto notare, riunirsi insieme per l’Eucaristia, «con diverse sensibilità, culture, storie, nonostante le differenze linguistiche, forse con ferite ancora aperte da ostilità fratricide», significa puntare «sull’unico fermento capace di lievitare davvero la storia umana rendendola pasta nuova del Regno dei cieli». L’internazionalità del congresso, ha evidenziato, «manifesta l’universalità del Mistero eucaristico che plasma ogni battezzato, nel suo stato di vita, come ogni famiglia cristiana, comunità religiosa, parrocchia, diocesi».
La città di Quito «si vestirà a festa e allargherà le sue tende per ospitare, al 53° Congresso eucaristico, delegazioni delle varie Chiese sparse nel mondo, specialmente dell’America latina». Intanto proprio oggi è stata pubblicata la nomina del cardinale Kevin Farrell a Legato pontificio per le celebrazioni a Quito.