Gabriella Ceraso – CIttà del Vaticano
I drammatici fatti del Congo, la riforma dell’Onu ma anche gli impegni comuni sui vaccini, il cambiamento climatico e la sfida dei migranti. Questo al centro della lunga intervista del segretario generale delle Nazioni Unite al quotidiano La Stampa. Antonio Guterres, dopo aver condannato il brutale attentato del 22 febbraio scorso nella Repubblica Democratica del Congo alla missione congiunta, che ha visto l’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci, e del collega, Mustapha Milambo del Pam, dichiara l’impegno personale e dell’Onu in un’analisi approfondita dei fatti su cui manca ancora chiarezza, per garantire che i responsabili di questo crimine siano assicurati alla giustizia.
Ricalcando poi le parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti, circa la riforma dell’Onu facendo perno sulla forza delle legge e il lavoro per il bene comune, Guterres guarda al futuro e rilancia l’importanza del multilateralismo in cui si sentano voci diverse. L’impegno, con il Papa, è – affema – a lavorare “in armonia come una famiglia di nazioni, l’unico modo per affrontare i tanti problemi di oggi”. Stesso atteggiamento sulla lotta ai cambiamenti climatici. Per Guterres l’obiettivo è costituire una “coalizione globale per la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050″. Ciascuno deve” contribuire a livello nazionale, accrescendo le ambizioni su tutta la linea: nella mitigazione, ma anche nell’adattamento e nella finanza. “Questi sono i passi – dice – che esorto tutte le nazioni a compiere, mentre ci muoviamo lungo la strada per Glasgow. Devo rendere onore alla leadership costante e vitale del Santo Padre, in particolare attraverso la sua fondamentale enciclica “Laudato Si’”, nella lotta al cambiamento climatico e alle ingiustizie che esso comporta”.
Ancora parole chiare sulla lotta al Covd 19 nell’ottica di vaccini che siano “un bene pubblico globale disponibile per tutti, ovunque”. Questa è la strada spiega Gueterres, “piuttosto che abbracciare il nazionalismo dei vaccini” che è “un fallimento economico, oltre che morale”. Guterres rimarca inoltre come la pandemia sia più di un semplice problema di salute: è diventata ormai – spiega – una crisi economica e sociale, e anche in una crisi dei diritti umani rivelando “ciò che abbiamo sempre saputo” cioè “l’interconnessione della nostra famiglia umana”.
L’ultimo tema: l’emergenza migrazioni con il grande problema irrisolto del governo libico. “Loro sono noi, sono la nostra comunità, e chiunque di noi potrebbe diventare un rifugiato o un migrante”. Con questa premessa il segretario generale dell’Onu commenta il Patto sulla migrazione e l’asilo approvato di recente dalla Commissione europea e rimarca quanto sia fondamentale “che tutti gli Stati, che siano paesi di accoglienza e di transito, o paesi d’origine, adottino misure per garantire che i rifugiati e i migranti siano trattati nel rispetto della loro sicurezza e dignità” e che “la migrazione deve essere vista e gestita come un saldo netto positivo per le economie e le società, sia in termini di paesi di origine che di paesi di destinazione”. Sul fronte libico c’è ottimismo per la nuova stabilità raggiunta con lo sprone a che tutti i combattenti stranieri lascino il Paese e l’incoraggiamento alla nuova autorità esecutiva a riflettere il pluralismo politico, la rappresentanza geografica, e a includere donne e giovani nel futuro di un Paese desideroso di pace.