Congo, Mukwege premiato a Napoli e Procida “modelli di inclusione e solidarietà”

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Una piccola isola nel Golfo di Napoli che “rappresenta un modello di inclusione: qui, in appena 4 chilometri quadrati, convivono persone di 47 differenti paesi e la diversità non costituisce un limite. Qui si percepisce la libertà e io so cosa voglia dire non essere liberi”. E’ stato a Procida il primo appuntamento pubblico della tre giorni in Campania del Premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege, ginecologo, attivista per i diritti umani e pastore protestante nato a Bukavu, 67 anni fa, nel Nord Kivu tormentato da una guerriglia dimenticata dal mondo da più di 25 anni.

Il Premio Nobel a Procida: “Battersi contro la violenza di genere”

Dopo aver visitato ha i luoghi e le mostre della Capitale Italiana della Cultura 2022, accompagnato dal console della Repubblica Democratica del Congo Angelo Melone e dall’attivista Odette Mbuyi, Mukwege, che nel 1998, in piena guerra, ha fondato a Bukavu il Panzi Hospital dove ha già curato quasi 90 mila donne vittime di crimini sessuali, ha raggiunto l’Abbazia di San Michele arcangelo. Qui, alla presenza di centinaia di studenti delle scuole dell’isola e di Napoli ha ricevuto, dal sindaco Raimondo Ambrosino il Premio Cultura della Pace Procida 2022. E nel suo discorso ha ricordato che “Oggi purtroppo in molti Paesi, dall’Ucraina all’America Latina, ci sono situazioni di conflitto simili a quella del mio Congo. Bisogna battersi contro la violenza di genere, sensibilizzando anzitutto i più piccoli: la sensibilizzazione va fatta prima che nascano i conflitti”.

Nel Nord Kivu “serve l’intervento delle Nazioni Unite”

In serata, al Palazzo Reale di Napoli, nel corso dell’evento “La nuit de la paix”, il sindaco Gaetano Manfredi ha consegnato al Premio Nobel la Medaglia della Città di Napoli. Quella di Mukwege “è una presenza importante in città – ha affermato – diventa uno stimolo per aiutare le donne in Africa, ma anche a potenziare le politiche già in essere per le donne nella nostra città”. “Da Napoli arriva una solidarietà importante – ha detto il ginecologo congolese – in Congo si registrano crimini di guerra, non semplici violenze, non è possibile che continuino, serve l’intervento dell’Onu”.

L’imam di Roma: il Papa in Congo, voce di fraternità

Sono intervenuti poi il vescovo ausiliare di Napoli, il gesuita monsignor Francesco Beneduce, il rabbino capo di Napoli Umberto Piperno, e l’imam della Grande Moschea di Roma Nader Akkad. Lo abbiamo intervistato:

Ascolta l’intervista all’imam di Roma Nader Akkad

Certamente la presenza del premio Nobel Denis Mukwege, qui con noi in Italia, è una occasione unica per conoscere il dramma di questo popolo, la violenza che le donne subiscono e per mostrare anche la nostra vicinanza. Siamo tutti vicini al popolo del Congo, siamo vicini alle donne del Congo in questo dramma e siamo vicini al premio Nobel Denis Mukwege in questa sua lotta per la libertà e per la difesa dei diritti delle donne, musulmani, ebrei e cristiani insieme, mano nella mano, per dire no alla violenza, sì alla pace, sì ad un Congo libero da ogni violenza e sì alla libertà delle donne da ogni dramma e da ogni massacro che possono subire in queste terre.

La sera del 5 dicembre al Palazzo Reale di Napoli, con Mukwege eravate uniti musulmani, ebrei e cristiani…

Noi a Napoli, abbiamo avuto questo momento di premiazione da parte del sindaco di Napoli, del conferimento della medaglia al Nobel Denis Mukwege, ed eravamo presenti come rappresentanti della comunità islamica, della grande Moschea di Roma, c’era il rabbino capo di Napoli Piperno della comunità ebraica e i cristiani della diocesi di Napoli. Tutti insieme, vicini, per dire che siamo vicini al Congo in questo momento e dare anche solidarietà insieme, come fraternità di tutte le religioni, al popolo del Congo e alle donne del Congo.

Lei crede che anche la visita del Papa, che è stata confermata per fine gennaio in Congo e In Sud Sudan, con il prima della Chiesa anglicana, potrà essere un segnale per una riconciliazione?

Certamente! Abbiamo già visto che le visite del Santo Padre sono visite importanti, e che portano messaggi molto profondi, un messaggio di pace, perché in quelle terre deve vigilare la pace, non più la violenza. Sicuramente il viaggio del Santo Padre in Africa, mira a confermare l’impegno che tutte le guerre in corso in Africa devono fermarsi. Papa Francesco ha sostenuto la fraternità nella sua enciclica Fratelli tutti. Quindi portare da messaggero di pace, il messaggio di Fratelli tutti, è molto importante in quelle terre.

Sta entrando anche nel dibattito dei fedeli musulmani nel mondo questa enciclica e anche il documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana, firmato insieme al grande Imam di al-Azhar?

Sì, posso confermarlo. Fratelli tutti è una enciclica ispirata al documento sulla Fratellanza umana, firmato da sua santità Papa Francesco e da sua eminenza professor Al-Tayyib di al-Azhar il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi. Certamente, come ambasciatore di pace, Papa Francesco porta un messaggio molto importante: quello di difendere la pace tramite la fratellanza. Quindi sicuramente è un una missione molto importante del Santo Padre soprattutto in quelle terre che ancora sono schiacciate da molte violenze e le atrocità che subiscono le donne del Congo, come abbiamo sentito anche nella testimonianza del premio Nobel.

I doni di Napoli: una Tac e 110mila euro di medicinali

Nel corso della serata, all’ospedale Panzi sono stati donati una Tac dall’Istituto per i Tumori Pascale e centodiecimila euro di medicinali raccolti dall’ordine dei farmacisti di Napoli presieduto da Vincenzo Santagada. Il professore Paolo Ascierto ha annunciato una collaborazione attraverso la telemedicina tra l’istituto napoletano e l’ospedale congolese. Nel Nord Kivu, teatro del conflitto tra esercito federale e ribelli, la violenza sessuale è praticata come arma di guerra: una distruzione dell’apparato genitale femminile per evitare la riproduzione. “Mukwege restituisce la vita a queste donne e all’intera regione – ha spiegato il console della Repubblica democratica del Congo, Angelo Melone, promotore della tre giorni – Sei mesi fa abbiamo raccolto centomila euro di farmaci e oggi replichiamo l’iniziativa”.

Gli altri due giorni in Campania, il 9 in udienza dal Papa

Il 6 dicembre il Premio Nobel ha ricevuto, sempre a Napoli, la laurea honoris causa in Gestione delle politiche e dei servizi sociali, diventa conferita dal rettore della Federico II Matteo Lorito nel polo universitario di Scampia. Nel pomeriggio, l’incontro al Centro missionario diocesano di Napoli guidato dal comboniano padre Alex Zanotelli, presenti testimoni e attivisti contro la violenza di genere. la mattina di mercoledì 7, a Sant’Antimo, il medico congolese ha ricevuto la cittadinanza onoraria, gli è stata intitolata la sala concerti dell’istituto “Moscati” e gli sono stati dedicati due murales nel quartiere San Vincenzo a opera dell’artista Alessandro Ciambrone. L’ultimo incontro, è stato a Castel Capuano per la conferenza “No Peace Without Justice” con Ordini dei medici e degli avvocati di Napoli. Tra i relatori, la vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone e la presidente del Tribunale Elisabetta Garzo. Mukwege ha presentato una richiesta di giustizia per le donne congolesi e tenuto una lectio magistralis sui meccanismi giuridici per garantire giustizia alle vittime e una riconciliazione che permetta al popolo congolese di voltare pagina rispetto alle atrocità degli ultimi decenni per una pace duratura. Domani, 9 dicembre, alle 9.30, in Vaticano, l’udienza con Papa Francesco.