Eugenio Bonanata e Giovanni Orsenigo – Città del Vaticano
Ha superato ogni aspettativa il percorso di presentazione che la Libreria Editrice Vaticana ha organizzato in occasione dell’uscita di Testimone e maestro di virtù, il volume sul cammino cristiano di don Tonino Bello scritto dal vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, monsignor Domenico Cornacchia. “Mi ha sorpreso la conoscenza molto approfondita da parte dei giovani”, dice il presule, “qualcuno mi ha detto di aver letto tutto ciò che ha scritto don Tonino”.
Nei luoghi emblematici di don Tonino Bello
Di passaggio a Roma dopo le tappe a Correggio (in provincia di Reggio Emilia), Bolzano, Lecco e Verona, monsignor Cornacchia annuncia che il tour si sposterà in Puglia: “Visiteremo alcuni luoghi emblematici della vita sacerdotale ed episcopale di don Tonino”. Il presule illustra il programma che si svolgerà dal 21 al 23 maggio. Tre gli incontri in calendario: ad Alessano, in provincia di Lecce, luogo natio del Venerabile; Bari, il capoluogo della regione; e Molfetta, dove ha vissuto il suo ministero di vescovo dal 1982 al 1993.
Monsignor Cornacchia, alla guida della stessa diocesi dal 2016, confida il motivo che lo ha spinto a scrivere il libro: “Solitamente questo grande vescovo viene citato, come un promotore sociale, un animatore eccetera, ma la sua vocazione ha profonde radici spirituali”. Ed è proprio in questa dimensione che l’autore ripone le speranze per l’iniziativa: “Mi auguro che chi legge questo volumetto possa innamorarsi ancor di più di ciò che don Tonino ha testimoniato per i poveri, per l’ospitalità, per la pace, per la preghiera”.
Don Tonino e i suoi ” inediti”
Ma cos’è che rende così attuale questa figura? “Certamente l’affabilità, l’amorevolezza e la gioia che riusciva a far trapelare da ogni gesto”, risponde il vescovo di Molfetta, che ci tiene a ribadire che don Tonino è stato fondamentalmente un uomo di preghiera. Tant’è “che ripeteva che bisogna essere contemplat-tivi: con due ‘t’, spiegando che l’azione, come quella per la pace, nasce dalla contemplazione”.
Monsignor Cornacchia conosceva personalmente il suo predecessore. E ci racconta “un episodio inedito” della sua biografia che conferma questo tratto. Tre o quattro volte la settimana, don Tonino aveva l’abitudine di ritirarsi in preghiera all’interno del Duomo di Molfetta dall’ora di pranzo fino al pomeriggio. “Chiedeva alla sagrestana Tanella, ancora vivente, di chiudere le porte. E quando la donna gli domandava come facesse per mangiare, rispondeva: ‘Mi faccio invitare da Lui’, indicando il Tabernacolo”.
Anche il Papa apprezza la testimonianza di Don Tonino, come dimostra la citazione durante l’omelia della Messa per la V Giornata mondiale dei poveri. “Di certo ha letto alcune sue opere”, precisa monsignor Cornacchia che rivela un dettaglio risalente al viaggio apostolico in Perù, nel 2018, pochi mesi prima della visita a Molfetta. “Sul comodino, accanto al suo letto, Francesco aveva il libro di don Tonino Bello intitolato Maria donna dei nostri giorni”.