Chiesa Cattolica – Italiana

Con il Leone d’argento a Miller Puckette entra nel vivo la 67a Biennale Musica di Venezia

Premiato il matematico, programmatore e musicista statunitense, vero e proprio idolo di chi lavora nel campo della musica elettronica. Per Lucia Ronchetti, direttore artistico del Festival, il candidato ideale per un’edizione dedicata al digitale e alle nuove forme di fruizione musicale

Marco Di Battista – Venezia

“Ho messo le mani su un computer in grado di produrre suoni e questa era stata una cosa speciale nel 1979, quando ho iniziato. La possibilità di realizzare le cose a cui stavo pensando da tanti anni, sentirle all’improvviso, è stato come una porta che si apre. Ha influenzato il resto della mia vita. Non sono stato in grado di fare nient’altro”. Dietro queste parole c’è Miller Puckette, matematico, programmatore e performer. A lui Lucia Ronchetti, direttore artistico della Biennale Musica, ha consegnato il Leone d’argento per l’edizione 2023.

Un mito rivestito di semplicità

La semplicità di queste parole (e le altre pronunciate da Puckette durante la premiazione) e la modestia che le accompagnano, potrebbero far dimenticare che l’americano è una sorta di mito per l’ambiente della musica elettronica in tutto il mondo. È stato lui a ideare e a sviluppare due software – Max/Msp e Pure Data – che hanno cambiato il mondo del digitale. Da enormi computer e centri di calcolo si è passati a dei normali pc – o meglio Mac – alla portata di tutti. Dal lavoro di un singolo si è passati alla condivisione dei materiali, alla interazione in rete tra persone che vivono agli antipodi.

Puckette: figura importante in diversi campi

La sua premiazione è stata caratterizza da applausi a scena aperta tanto è stata importante la sua figura nei vari campi, importanza testimoniata dai tantissimi riconoscimenti avuti. Come matematico il primo premio alla William Lowell Putnam Mathematical Competition; nel campo musicale, tanto per citare solo alcuni riconoscimenti, devono essere segnalati il Software Innovation of the Year del 1990, il Seamus Lifetime Achievement Award del 2008 oltre a numerose lauree e dottorati onorari. Attualmente è professore emerito presso il dipartimento di musica dell’università di San Diego in California. Come insegnante ha formato generazioni intere di compositori, artisti, programmatori e ricercatori. Chi ha lavorato con lui gli riconosce le doti di apertura mentale ed entusiasmo per il lavoro di equipe. Parte della sua fama è dovuta al fatto di avere realizzato una versione open source del suo software Max MSP, che era stato brevettato dall’Ircam di Parigi. Il nuovo software, chiamato Pure Data, continua a essere disponibile gratuitamente per tutti.

Ronchetti: ha cambiato il mondo della musica elettronica

Ascolta le parole di Lucia Ronchetti

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/10/19/19/137380441_F137380441.mp3

“Micro-Music” al Festival di Musica Contemporanea 

Mentre aspettiamo la cerimonia di premiazione per il Leone d’oro alla carriera (e il concerto già sold out) che quest’anno andrà a Brian Eno, ricordiamo che il titolo di questa 67° edizione del Festival internazionale di Musica Contemporanea è Micro-Music. Per il direttore artistico si vuole così evocare la musica generata attraverso la “cattura” microfonica e indagare nello stesso tempo la natura microscopica del suono. “Ho scelto questo titolo proprio per l’ambiguità di questa parola ‘Micro’, perché da una parte vogliamo portare il pubblico a fare un viaggio all’interno del suono e quindi indagare la microscopia del suono e dall’altra vogliamo usare uno strumento meraviglioso che è il microfono come se fosse un microscopio che ci permette di vedere e ascoltare nel suono qualcosa che non abbiamo mai ascoltato veramente”, ci dice Lucia Ronchetti aggiungendo che “micro vuole indicare sia la dimensione microscopica sia proprio il microfono come strumento fondamentale per questa Biennale che è dedicata al suono elettronico e al suono digitale, ma anche al suono strumentale amplificato nello spazio acustico”.

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