Il Tavolo Tecnico istituito presso la Segreteria Generale fa il punto della situazione, a due mesi di distanza (11 ottobre 2022), sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) descrivendo l’attuale quadro normativo, ancora incompleto, illustrando le questioni aperte, indicando le cautele necessarie e le azioni auspicabili.
Il Tavolo tecnico, formato dall’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dall’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici, dall’Economato e Amministrazione, da Caritas Italiana e dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, ricorda che le CER rappresentano una fisiologica evoluzione del sistema di distribuzione dell’energia oltre che della sua produzione. Si tratta di un nuovo soggetto giuridico composto da un gruppo di singoli soggetti che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo a nuove esperienze e modelli di sviluppo economico, sostenibile e partecipato.
Le CER sono dunque uno strumento importante per favorire la transizione energetica in un’ottica di ecologia integrale, contrastare la povertà energetica che ha colpito famiglie e persone fragili nel nostro Paese e favorire la creazione di legami comunitari solidali nella rete territoriale civile ed ecclesiale.
Al momento, tuttavia, non sussistono tutte le condizioni normative per una immediata costituzione delle CER. Nello specifico, non sono delineate nel dettaglio quali configurazioni e quali incentivi economici sarà possibile implementare e fruire a livello di “cabina primaria” (un’area formata da due o tre paesi di medie dimensioni o due tre quartieri di grandi città) e a livello di “zona di mercato” (che raggruppano 2-3 Regioni); non è chiaro se e in quale misura saranno previsti incentivi per le CER a finalità sociale od operanti in aree particolarmente svantaggiate; è probabile – in applicazione della recente normativa europea sugli Aiuti di Stato e secondo quanto riportato nel documento pubblicato dal MASE per la consultazione pubblica – che siano esclusi dagli incentivi gli impianti già in funzione o i cui lavori di installazione abbiano inizio prima della promulgazione del decreto sugli incentivi o gli impianti realizzati tramite accesso a contributi a fondo perduto.
Di fronte a tale panorama, la CEI si sta impegnando in interlocuzioni istituzionali, anche partecipando a consultazioni pubbliche, per poter favorire una rapida e soddisfacente definizione delle disposizioni in materia. Intanto, il Tavolo Tecnico suggerisce di non assumere impegni vincolanti con enti pubblici o soggetti privati. In questo modo, quando la normativa sarà completa, si potranno valutare liberamente tutte le possibilità offerte dalle disposizioni senza precludersi eventuali opportunità di costituire “CER Solidali” oppure forme di “condivisione dell’energia” anche a livello diocesano o di Regione ecclesiastica. Inoltre raccomanda di non iniziare i lavori per la realizzazione degli impianti per non correre il rischio di non poter usufruire degli incentivi economici previsti dai decreti attuativi di futura pubblicazione.
Resta comunque auspicabile che le Diocesi continuino nella loro opera di formazione e di discernimento, promuovendo percorsi formativi e di sensibilizzazione sulle Comunità energetiche rinnovabili in relazione ai temi della conversione ecologica, della povertà energetica e dell’inclusione sociale; costruendo relazioni e processi partecipativi volti a creare i presupposti per la costituzione di CER; valutando progetti e piani di fattibilità e sostenibilità economica sulla base delle attuali configurazioni ammesse e incentivate dalla normativa già in vigore (tenendo conto che, in ogni caso, una parte pari almeno al 30% degli impianti già esistenti dovrebbero poter beneficiare delle nuove disposizioni di legge); partecipando a Bandi di istituzioni pubbliche o private per il finanziamento delle fasi di studio, progettazione e realizzazione degli impianti (fatta salva la cautela nell’assumere impegni vincolanti per la realizzazione di impianti, come sopra ricordato).
Le CER rimangono, per gli Enti ecclesiastici, uno strumento interessante che potrebbe fornire possibilità maggiori rispetto a quelle fino ad oggi prospettate. Per questo è necessario mantenersi informati e attendere la definizione delle questioni ancora aperte prima di assumere impegni non modificabili.
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