Comunicato della COMECE sulla “Relazione Matić”

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Il Segretariato della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE) ha rilasciato giovedì 17 giugno 2021 un documento di posizione sulla cosiddetta “Relazione Matić”, in vista della sua presentazione finale alla prossima sessione plenaria del Parlamento europeo. La Chiesa cattolica riconosce l’importanza di proteggere la salute e i diritti delle donne e invita tutti gli eurodeputati a prendere in considerazione la delicatezza e la complessità della questione in gioco, che “richiede un bilanciamento legale ed etico di tutti i diritti coinvolti”.
In vista del voto finale sul progetto di relazione riguardante “La situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell’UE, nel quadro della salute delle donne”, spesso indicato come ‘relazione Matić’, il Segretariato della COMECE rilascia un documento di posizione che sottolinea l’importanza che la Chiesa cattolica dà alla salute umana come “base essenziale per una vita dignitosa”.
Nel documento, il Segretariato della COMECE accoglie “la preoccupazione fondamentale della relazione di proteggere la salute e i diritti delle donne”, pur esprimendo obiezioni a diverse dichiarazioni e argomentazioni contenute nella bozza di risoluzione.
In violazione del principio di sussidiarietà, il progetto di risoluzione ignora la responsabilità degli Stati membri di definire la loro politica sanitaria e l’organizzazione e la fornitura di servizi sanitari e cure mediche. “Questo è anche e soprattutto vero in aree altamente sensibili come i regolamenti adottati dagli Stati membri sulle condizioni per l’aborto” – si legge nella dichiarazione.
Il documento di posizione della COMECE nota con rammarico che “il progetto di risoluzione è caratterizzato da una prospettiva unilaterale in tutto, in particolare sulla questione dell’aborto, che non tiene pienamente conto delle situazioni di vita delle persone interessate e dei loro corrispondenti diritti umani”.
Secondo il Segretariato della COMECE, la Relazione Matić “nega anche il diritto fondamentale all’obiezione di coscienza, che è un’emanazione della libertà di coscienza come previsto dall’articolo 10.1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.
La Chiesa cattolica riconosce l’importanza di proteggere la salute e i diritti delle donne e invita tutti i parlamentari europei a tener conto della delicatezza e della complessità della questione in gioco, “che richiede un bilanciamento legale ed etico di tutti i diritti coinvolti”.