Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Come vedono i giovani cristiani il progetto europeo, i suoi valori e come possono contribuire ad esso? Come possono favorire i processi di dialogo significativo con le persone al di fuori dell’Europa? Quali sono le loro raccomandazioni per il futuro dell’Europa e le loro idee per un progetto europeo più inclusivo, sostenibile e co-creato? Sono le domande che i ragazzi pongono ai funzionari dell’Unione europea durante la Convenzione dei giovani cattolici, sul tema “Condividere i nostri sogni sul futuro dell’Europa”, organizzata dalla Comece, in collaborazione con la Fondazione Konrad-Adenauer, oggi e il 15 giugno, via Zoom.
Obiettivo dell’evento, giunto alla sua seconda edizione dopo quella dello scorso anno, è quello di rafforzare il dialogo con tutti i cittadini europei, e in particolare con i giovani, per incrementare la loro partecipazione alle discussioni sulla politica, l’economia, l’ambiente, l’istruzione e le questioni importanti per le giovani generazioni. Vatican News ne parla con don Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea.
Don Prieto chi sono i giovani che partecipano a questa iniziativa di oggi e del 15 giugno prossimo?
Sono in primo luogo dei giovani che sono stati designati dalle Conferenze episcopali dell’Unione europea. Quando l’anno scorso abbiamo lanciato questa Convention della gioventù cattolica, abbiamo chiesto alle Conferenze episcopali di scegliere, attraverso la pastorale giovanile, un giovane che la rappresentasse a questa riunione. Volevamo avere una rappresentanza dei diversi Paesi dell’Ue di giovani coinvolti con la Chiesa. Sono quindi giovani di diverse parti d’Europa, all’incontro del 2 giugno si sono iscritti in più di 100 giovani, tra i delegati delle Conferenze episcopali altri giovani ai quali abbiamo dato la possibilità di partecipare se interessati, perché vogliamo aprirci il più possibile ad ascoltare le proposte che vengono dei giovani.
Quali sono le domande più significative di questi ragazzi? Quali sono i temi importanti che pongono all’attenzione dei loro interlocutori?
Questa convention, la seconda sessione, ne abbiamo fatta una lo scorso anno, si inquadra in un questo processo che ha portato avanti l’Ue, quello della Conferenza sul futuro dell’Europa, ossia una proposta di coinvolgere i cittadini europei a pensare sul futuro, a quello che vogliamo per l’Europa. È stato un lungo processo, è stata creata una pagina web, una piattaforma digitale, in modo che i cittadini europei potessero partecipare e far arrivare le loro proposte, poi si sono creati anche dei gruppi di lavoro e degli incontri di diversi settori con cittadini scelti in modo aleatorio, alla fine, poi, c’è stata la sessione plenaria e, il 9 maggio di quest’anno, sono state presentate queste proposte alle istituzioni europee. In questo processo della Conferenza sul futuro dell’Europa, noi abbiamo voluto inserire questa Convention per far sì che i giovani cattolici potessero contribuire in qualche modo a questo processo pensando a qual è il futuro che si vuole per il nostro continente. I temi sono quello della democrazia, quello dei valori europei, per esempio, è un tema molto importante, e poi quello dell’ecologia, della transizione digitale, del recupero dalla pandemia, tutti temi che in parte abbiamo trattato anche l’anno scorso, nel primo incontro di questa convention e che adesso vengono trattati di nuovo, perché il punto è su come siano state prese in considerazione queste grandi tematiche durante la Conferenza sul futuro dell’Europa. Noi vogliamo che i giovani parlino con i rappresentanti delle istituzioni europee che sono state coinvolte in questo processo, per vedere un po’ quali sono le idee dei ragazzi, come sono state prese in considerazione e come sono state introdotte queste proposte finali.
Secondo lei, questi ragazzi che sogni hanno sul futuro dell’Europa?
Durante il primo incontro, quello che a me ha colpito di più, ascoltandoli, è la consapevolezza di essere loro responsabili del loro futuro e questo è un messaggio che vogliamo lanciare, che loro devono pensare al loro futuro, lo devono costruire, devono pensare a come lo vogliono. L’idea che è uscita molto spesso da questi giovani cattolici è il tema della solidarietà e della preoccupazione per i più vulnerabili, della fratellanza, della giustizia e molto anche ha riguardato le difficoltà che hanno i giovani, soprattutto dei Paesi dell’Est europeo, a trovare un lavoro per essere uguali agli altri giovani di altre parti. Io credo che la ricchezza sia quella di ascoltare le loro preoccupazioni, i loro sogni e quindi di vedere un po’ come questi sogni possano essere introdotti in queste proposte e non solo durante la Conferenza per il futuro dell’Europa, perché questo è un processo che continua: sognare insieme il futuro che vogliamo.
E la Chiesa che speranze ha per questi ragazzi?
Il Papa insiste molto sul fatto che i giovani non sono solo il futuro ma anche l’oggi della Chiesa. Io ho molte speranze in loro e su come si coinvolgono. Credo che tocchi anche a noi e questa è un po’ anche la finalità di questa iniziativa: creare degli spazi perché i giovani si possano esprimere, e possano presentare le loro proposte, possano farci arrivare le loro inquietudini, quello che per loro è importante, come vedono il futuro di questo continente. Quindi io, in questo, sono molto ottimista, vedo veramente un coinvolgimento nell’Unione europea, questo anche si vede dalle ultime elezioni al Parlamento, dove la presenza del voto giovanile è stata abbastanza notevole.