Chiesa Cattolica – Italiana

Colombia: la Chiesa condanna l’assassinio della leader indigena María Bernarda Juajibioy

Anna Poce – Città del Vaticano

La Chiesa di Mocoa, in un comunicato del 18 marzo, diffuso dalla Pastorale Sociale della diocesi di Mocoa Sibundoy, ha respinto totalmente il brutale assassinio, il 17 marzo, per mano di un commando armato, della leader indigena María Bernarda Juajibioy, sindaco della riserva Cabildo Camentzá Biyá, e di sua nipote di appena un anno e cinque mesi. Secondo il quotidiano El Espectador, la donna stava viaggiando in moto in compagnia di altre donne, e si stava recando ad El Placer, nel comune di Valle del Guamuez, Putumayo, per un’ispezione. Un gruppo di uomini armati avrebbe bloccato la moto, aperto il fuoco e ucciso  la leader indigena e sua nipote.

“La cosa più sacra è la vita”

Padre Luis Hernan Miramag, direttore della Pastorale Sociale e firmatario del comunicato, ha lanciato un appello ai gruppi armati illegali, “perché rispettino la dignità della persona umana e la cosa più sacra che è la vita”, e li ha esortati al dialogo “affinché la difesa dei diritti umani prevalga su tutto”. “Nessuna persona – ha affermato – ha il diritto di togliere la vita ad un altro essere umano”.

L’appello alle istituzioni

Nello stesso tempo, padre Hernan ha invitato lo Stato e le istituzioni incaricate della difesa della vita e dei diritti umani ad “un maggiore impegno e risultati, affinché cessino gli omicidi, affinché questi atti criminali non restino impuniti e la giustizia prevalga per il bene del popolo di Putumayo”. Il sacerdote ha concluso con un forte appello a coloro che hanno responsabilità istituzionali, affinchè mettano “i diritti umani al centro di tutte le politiche, comprese quelle di cooperazione allo sviluppo, anche quando questo significa – come sottolineato da Papa Francesco – andare controcorrente”.

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