Codice di Camaldoli, 80 anni dopo. Mattarella: “Orgoglio per la società italiana”

Vatican News

Si apre oggi, 21 luglio, il convegno di tre giorni per celebrare gli ottant’anni del documento redatto nel 1943. L’evento vedrà la presenza del presidente della Repubblica italiana che ha inviato una lettera ai settimanali cattolici della FISC, in occasione dell’appuntamento. Il segretario di Stato, il cardinale Parolin, presiederà la Messa conclusiva domenica 23

Emanuela Prisco – Città del Vaticano

Inizia oggi, 21 luglio, in Toscana l’incontro celebrativo per gli 80 anni del “Codice Camaldoli”, documento redatto nel luglio 1943, tra i più significativi del cattolicesimo del ‘900 e fonte d’ispirazione per la Costituzione italiana. Saranno presenti all’evento il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, che introdurrà l’incontro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che domenica celebrerà la Santa Messa a conclusione dei tre giorni. Un congresso che è stato voluto e promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla Comunità di Camaldoli, dalla Conferenza Episcopale Toscana, da Camaldoli Cultura e da Toscana Oggi.  

Alla luce della storia odierna

L’ evento vuole presentare uno studio aggiornato e completo del documento e rileggere il Codice alla luce della recente storiografia, indagandone fonti e motivi di ispirazione, evidenziare i collegamenti con le dinamiche della teologia e della filosofia del tempo, ripercorrere l’itinerario biografico e intellettuale delle personalità coinvolte nel suo allestimento, ma anche interrogarsi sulla capacità progettuale dei cattolici d’Italia e sul ruolo che essi hanno svolto e possono continuare a svolgere per una matura e consapevole partecipazione alla vita civile e politica del Paese.

I frutti del “Codice” oggi

Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in un una lettera invita ai settimanali cattolici della FISC, evidenzia come dal codice Camaldoli provengano gli orientamenti basilari, che oggi sono nel nostro ordinamento costituzionale. È compito prezioso e importante tornare sulle riflessioni che hanno contribuito alla sua formazione e sicuramente il codice ha un posto di grande rilievo. In primo luogo il presidente nella sua lettera ha risaltato l’affermazione della dignità della persona e il suo primato rispetto allo Stato – con il rifiuto di ogni concezione assolutistica della politica – da cui deriva il rispetto del ruolo e delle responsabilità della società civile. Di più, sulla spinta di un organico aggiornamento della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, emerge la funzione della comunità politica come garante e promotrice dei valori basilari di uguaglianza fra i cittadini e di promozione della giustizia sociale fra di essi.

Ripristino della legalità

Il principio della pace, che è di fondamentale importanza, è sottolineato dal Codice: “Deve abbandonarsi il funesto principio che i rapporti internazionali siano rapporti di forza, che la forza crei il diritto. Il Codice ripristina la legalità che il fascismo aveva violentato per questo motivo è anche motivo di grande orgoglio per la società italiana”. È necessaria “la creazione di un vero e non fittizio o formale ordine giuridico che subordini o conformi la politica degli Stati alla superiore esigenza della comune vita dei popoli”, aggiunge ancora il presidente, mettendo in evidenzia come è ben fondata la ragione di essere ben orgogliosi del lavoro fatto dai Padri fondatori del Codice di Camaldoli, per il segno che hanno saputo imprimere al futuro della società italiana, anche sul terreno della libertà di coscienza per ogni persona “esigenza da tutelare fino all’estremo limite delle compatibilità con il bene comune”. 

Mattarella infine ricorda le parole del cardinale Zuppi, due anni fa, nella sua lettera alla Costituzione, in cu cui riprendeva le parole di Giuseppe Dossetti, evidenziando proprio come il messaggio sia più che attuale: “Hai quasi 75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l’Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare…”.