Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Si preannuncia come uno dei piu’ importanti rapporti scientifici mai pubblicati il documento Onu in uscita lunedì prossimo 9 agosto, contenente le previsioni sul clima, i dati sull’innalzamento delle temperature, dei livelli del mare e sugli eventi estremi. Aggiornerà le previsioni di sette anni fa e preparerà la conferenza Onu di novembre sul clima COP 26 prevista in Scozia e cruciale per il futuro dell’umanita’ dato che solo la metà dei firmatari dell’accordo di Parigi ha rivisto i propri impegni per ridurre le emissioni di gas serra.
Intanto ieri, i delegati di 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse e virtualmente per negoziare riga per riga, parola per parola, le previsioni degli esperti Onu, riuniti nel Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite, hanno approvato e accettato il testo, come si legge sull’account Twitter del Gruppo.
Deforestazione e incendi nel mondo
Nel mondo la situazione non conforta. La deforestazione continua a devastare l’Amazzonia brasiliana, con l’area disboscata vicina al record dell’anno scorso nel periodo luglio-agosto. La California del nord brucia nel terzo più massiccio incendio della storia, così come brucia la Grecia per una ondata di calore che l’ha resa una polveriera. Nel Paese è salito a due il bilancio dei morti collegati ai roghi. Intanto le autorità continuano le evacuazioni di persone a nord di Atene e nell’Attica, dall’isola di Evia e nel Peloponneso centrale e meridionale, colpite da roghi e forti venti. 56 gli incendi ancora attivi.
Situazione difficile anche in Turchia dove il presidente Erdogan, travolto dalle polemiche, promette di rimboschire i 100mila ettari di foresta bruciati negli incendi che hanno devastato la costa sud. Erdogan ha reso noto comunque che 196 dei 208 roghi degli ultimi 9 giorni sono stati domati e ha citato l’articolo 196 della costituzione, in base a cui i terreni incendiati non possono essere destinati ad altro scopo. Al momento sono al lavoro 56 elicotteri e 16 aerei, cinque dei quali russi, e altri tre provenienti da Croazia, Iran e Azerbaigian, da cui sono arrivati anche 750 pompieri.
Stessa criticità in Italia. In Sardegna ancora interessata dai fuochi è la zona dell’oristanese mentre in Sicilia per i prossimi sei mesi il presidente Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e ha fatto appello ai volontari di tutta Italia per il soccorso al territorio almeno fino al 17 agosto.