L’Opera Romana Pellegrinaggi ha presentato presso il Seminario Romano Maggiore a Roma, il suo nuovo percorso di viaggio “Turchia: Terra Santa della Chiesa”. Cinque proposte differenti per conoscere questo Paese ricco di storia e tradizioni legate alla cristianità. “Li ci sono le nostre radici cristiane”, spiega monsignor Chiavarini, amministratore delegato dell’ORP
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Dalla splendida Istanbul, per conoscere le testimonianze dell’antica Costantinopoli, alle chiese rupestri, e le città sotterranee della Cappadocia. Da Myra, per ricordare il vescovo San Nicola, fino al Nordest della Turchia Anatolica, dove si trovano il Lago di Van, il Monte Ararat e le memorie della fede della chiesa armena. E infine Trebisonda per ricordare don Andrea Santoro, sacerdote della Diocesi di Roma. Sono cinque i percorsi proposti per scoprire la Turchia, nuovo itinerario di viaggio dell’Opera Romana Pellegrinaggi, presentato questa mattina presso il Seminario Romano Maggiore a Roma.
Una terra che ripercorre la storia della Chiesa
“La Turchia è un luogo molto ricco per la spiritualità cristiana – spiega monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi – è la terra dell’apostolo Paolo, li troviamo le lettere dell’Apocalisse di Giovanni che visse in quei luoghi con la Vergine Maria, ma anche le comunità eremitiche in Cappadocia e i Padri della Chiesa come Basilio, Gregorio di Nissa e Gregorio di Nazianzo, fino ai primi otto Concili ecumenici convocati tra Nicea, Efeso, Calcedonia e l’antica Costantinopoli. Abbiamo dovuto creare differenti itinerari perché questo Paese è molto grande e un solo viaggio non sarebbe stato sufficiente!”.
Il culto di San Nicola
Itinerari creati non solo per scoprire la bellezza di un territorio antico ma anche per conoscere quelle memorie della fede custodite tra le rovine. Come nel caso dei recenti scavi e lavori di ripristino della chiesa bizantina di San Nicola a Myra, tornata finalmente ad accogliere i visitatori di tutto il mondo. “È stato riportato alla luce – sottolinea Ebru Fatma Findik, docente all’Università Mustafa Kemal di Hatay – parte del pavimento originale, un notevole affresco raffigurante Cristo benedicente e, soprattutto, un sarcofago vuoto collocato in una nicchia laterale recante delle iscrizioni in greco, che ha certamente custodito il corpo del Santo, prima della traslazione delle reliquie in Puglia, attualmente custodite nella basilica di San Nicola a Bari”.
Un viaggio per capire meglio la nostra fede
Questi percorsi nascono in collaborazione con l’Ufficio Cultura ed informazioni dell’Ambasciata di Turchia – Ufficio Cultura e Informazioni. “Nei nostri viaggi – continua monsignor Chiavarini – la figura tra pellegrino e viaggiatore diventa unica, perché possono essere tante le ragioni che spingono ad intraprendere un cammino. Noi cristiani poi siamo proprio invitati a metterci in movimento e ad andare per il mondo. Questi luoghi ci riportano poi anche alle storie della Bibbia, e quindi anche il più laico tra i viaggiatori alla fine si deve mettere a confronto con una dimensione religiosa. Non dimentichiamo che nei primi secoli era proprio li il cuore pulsante della vita e delle comunità cristiane, e i segni che sono stati lasciati interrogano le popolazioni di quei luoghi, e questo può aiutare anche il dialogo tra fedi differenti”.