Lisa Zengarini – Città del Vaticano
L’inizio della campagna vaccinale in Sudafrica non può aspettare. Ad affermarlo il Consiglio delle Chiese sudafricane (Sacc), di cui è membro anche la Chiesa cattolica, che, in una dichiarazione congiunta ripresa dall’agenzia Aciafrica, ha chiesto al Governo di Pretoria di accelerare i tempi e di rimuovere tutti gli impedimenti che ritardano l’implementazione del Piano nazionale di vaccinazione.
Perplessità e ritardi minacciano la salute pubblica
Secondo le Chiese sudafricane, attendere l’arrivo dei vaccini Covax, l’iniziativa multilaterale volta a garantire un accesso giusto ed equo ai vaccini anti-Covid a livello mondiale quindi anche ai Paesi più poveri, comporterebbe la perdita di troppe vite umane. L’arrivo delle prime dosi è infatti previsto nel secondo quarto dell’anno. Troppo – afferma la Sacc – in un Paese dove il numero dei contagi sta salendo al ritmo di più di 12mila nuovi casi al giorno, portando il totale a oltre un milione e con 30mila morti.
Il Governo sudafricano è stato accusato di ritardare i negoziati con le aziende farmaceutiche, perché non vuole assumersi il rischio di acquistare vaccini che non funzionano. Alle critiche il Ministro della Sanità ha replicato annunciando nei giorni scorsi l’avvio a febbraio di un piano nazionale di vaccinazioni che dovrebbe permettere di immunizzare due terzi della popolazione sudafricana entro la fine dell’anno. Un annuncio accolto con scetticismo da alcuni esperti, ma “con sollievo” dal Sacc, che insiste sull’urgenza di avviare al più presto la campagna vaccinale.
Precedenza alla vita umana, non agli interessi di parte
Alcuni produttori hanno già proposto vaccini a 10 dollari a dose, ma secondo l’esecutivo si tratta di un costo “proibitivo”. Nella loro dichiarazione i leader cristiani chiedono di dare la precedenza alle vite umane sul profitto: “Sarebbe demoralizzante se i partner del settore pubblico e privato si mettessero di traverso all’unica soluzione disponibile perché i sudafricani possano raggiungere un’immunità di massa”. Di qui l’appello alle autorità a negoziare l’acquisto dei vaccini a costi più ridotti, senza i quali – affermano – il Sudafrica e altri paesi in via di sviluppo potrebbero non essere in grado di permettersi di contenere la diffusione del Coronavirus. “Crediamo fermamente che le considerazioni commerciali non debbano prevalere sul valore della vita umana e ciò pone un obbligo morale pressante a tutte le case farmaceutiche e alle aziende distributrici”, insistono i leader religiosi. “Dio non voglia che il pensiero del guadagno personale e di profitti eccessivi attraversi le menti di alcuni nella catena degli approvvigionamenti del vaccino!”
La Sacc raccomanda inoltre a tutti i leader cristiani sudafricani di verificare che, in attesa dell’avvio della campagna vaccinale, i fedeli loro affidati continuino a rispettare i protocolli sanitari: “Dobbiamo essere pronti a fare a meno di tante nostre pratiche sociali abituali, compreso il modo in cui ci relazioniamo alla morte e al lutto, al fine di prevenire ulteriori morti. Queste sono le uniche misure attualmente a disposizione per mantenere le persone al sicuro mentre aspettiamo il vaccino. Rispettiamo dunque queste misure perché possono salvare vite umane”, conclude la nota della Sacc.